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Come sarà la stagione degli URAGANI? Prime CONSIDERAZIONI

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Potrebbe essere la più debole dell'ultimo decennio.

stagione degli uragani 5Secondo una prima proiezione rilasciata nella giornata di giovedì dalla Colorado State University, la stagione 2015 degli uragani potrebbe rivelarsi come la più debole dell'ultimo decennio. L'outlook rilasciato in data 9 Aprile fa riferimento, in particolare, al possibile numero delle tempeste e comprende tre uragani (uno dei quali è previsto raggiungere e/o superare categoria 3) e "appena" quattro tempeste tropicali.

Si tratta di un numero bassissimo, notevolmente inferiore a quella è la media degli ultimi 30 anni (12 tempeste di cui sei uragani con tre superiori a categoria 3 o 4). Tali prospettive, elaborate e dirette dal Dr. Phil Klotzbach, si basano sulle statistiche degli ultimi 29 anni, in combinazione anche con i cicli stagionalii e con i parametri meteo-climatici sull'Atlantico e sul Pacifico orientale (temperatura superficiale del mare, pressione al livello del mare, ecc...).stagione degli uragani 1

Sarà quindi una stagione più tranquilla?

Non vi è una marcata correlazione tra il numero di tempeste e/o uragani negli Stati Uniti di stagione in stagione; "è importante osservare che le proiezioni elaborate riguardano il possibile numero delle tempeste, totali, che possono verificarsi in qualsiasi punto dell'Oceano Atlantico e non l'esatta area ove queste, se presenti, effettueranno il landfall", riferisce il Dr. Peter Neivelley, vice presidente del Prevision Global Services, a WSI.

La stagione 2014, ad esempio, è stata caratterizzata dal numero più basso di tempeste degli ultimi 17 anni, ma verrà sicuramente ricordato anche per il più forte uragano che abbia mai effettuato il landfall nel Continente americano negli ultimi sei anni (l'uragano Arthur), con altri due uragani che hanno investito il piccolo arcipelago delle Bermuda. Inoltre, sei di queste otto tempeste divennero uragani e Gonzalo, su tutti, è stato il più forte uragano Atlantico dopo Igor nel 2010.

Nel 1983 ci sono state solo quattro tempeste denominate, ma una di loro (Alicia) divenne un uragano di categoria 3 che colpì con estrema irruenza l'area compresa tra Houston e Galveston. La stagione 2010 fu caratterizzata da ben 12 uragani e 19 tempeste denominate e detiene il terzo posto dopo il 1995 per numero di tempeste denominate in sede atlantica. Tuttavia, è bene ribadirlo, mai un solo uragano o una singola tempesta tropicale, impattarono sulla terrafema durante quella stagione particolarmente attiva...

In altre parole una stagione in grado di "sfornare" molte tempeste, non è detto che la maggior parte di queste possa impattare nelle zone costiere americane, ma al più portare magari qualche pioggia e/o temporale "secondario" alla tempesta stessa (per crescente instabilità atmosferica). Pertanto, stagione degli uragani 2quindi, è molto importante essere preparati per eventuali uragani o comuni tempeste tropicali, indipendentemente dal risvolto delle previsioni stagionali.

Che ruolo giocherà El Nino?

El Nino è stato ufficialmente dichiarato in partenza soprattutto durante la seconda parte della stagione invernale. A partire da questa previsione, giungendo poi fino ai primi giorni di Aprile, la possibilità che l'anomalo riscaldamento superficiale delle acque del Pacifico equatoriale possa prolungarsi fino al prossimo Autunno, sono del 60% circa, secondo quanto riferito dal Climate Prediction Center, della NOAA.

"Molto probabilmente, secondo una nostra stima piuttosto ottimistica a riguardo, El Nino dovrebbe solo raggiungere una forza moderata, anche durante il picco della stagione degli uragani in Atlantico", riferisce Klotzbach. Ci sono numerose prove scientifiche che fanno riferimento ad una forte correlazione tra la presenza di El Nino con un maggior wind-shear nel bacino Atlantico tropicale, un fattore questo che limita lo svilippo e il rafforzamento dei cicloni tropicali. stagione degli uragani 3

Tuttavia, esattamente laddove avviene il riscaldamento delle acque equatoriali del Pacifico, si possono notare alcune differenze nella concentrazione delle tempeste; se il riscaldamento superficiale si verifica con maggior entità sul Pacifico equatoriale orientale, allora sarà minore il numero di cicloni tropicali in Atlantico, mentre se il riscaldamento superficiale avviene nel Pacifico equatoriale centrale, allora si avrà un maggior numero di tempeste tropicali in sede atlantica.

Klotzbach e Gray hanno inoltre individuato altre cinque stagioni degli uragani con temperature dell'Atlantico e del Pacifico comparabili sia a Febbraio e a Marzo, sia per il periodo Agosto-Ottobre: 1957, 1987, 1991, 1993 e 2014. In quegli anni, mediamente, almeno 8 tempeste sono state denominate, di cui 4 uragani e 1/2 superiori a categoria 3. Tuttavia, nonostante il basso numero di uragani in quelle stagioni, ben due sono entrati nella storia per la loro intensità; l'uragano Bob (1991, uno dei più intensi che abbia mai colpito il New England) e l'uragano Audrey (1957, uragano di categoria 4, devastante, il settimo più mortale nella storia degli Stati Uniti, con ben 416 morti).

In conclusione, quindi, gli effetti di El Nino sulla stagione 2015 degli uragani resta ancora tutta da valutare, con un margine di incertezza che però, ad ora, rimane decisamente elevato.

Ci sono altri eventuali fattori in gioco?

"Esattamente come è avvenuto nel 2014, un raffreddamento anomalo piuttosto significativo, si è manifestato nell'Atlantico tropicale e sub-tropicale durante la stagione invernale 2014-2015" riferiscono Klotzbach e Gray. Osservando il bacino Atlantico in tutto il suo insieme, a partire dalla conclusione del mese di Marzo 2015, le temperature della superficie del mare sono più calde, specie nella parte occidentale dell'Oceano Atlantico e nel Mar dei Caraibi, ma generalmente più fresche del normale nella parte orientale dell'Atlantico stesso, dalla costa occidentale africana a circa metà strada per le Isole Windward.

Tutti gli altri fattori (come la quantità di aria secca alle medio-alte quote e il wind-shear) a parità di acque più calde offrono più calore per alimentare i cicloni tropicali. E' importante notare, tuttavia, che la maggior parte degli uragani distruttivi nella stagione da record del 2005, si sono sviluppati in larga parte nel bacino occidentale dell'Atlantico. "I grandi punti interrogativi con le previsioni di questa stagione sono quanto possa essere forte El Nino da poter influenzare, tramite meccanismi collaudati, la forza e la frequenza delle tempeste", ribadiscono Klotzbach e Gray.

Staremo a vedere...

Rinaldo Cilli

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