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Editoriali

Comparazioni: il granitico Blocco del febbraio 2012 e la fragilità dell'attuale

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L'importanza del PNA nella tenuta dell'anticiclone di blocco

1gfs 2012020312 0 6

Premetto che i dati e le mappe a seguire appartengono agli archivi storici meteorologici di Meteociel e del NOAA. Desidero inoltre ripetere in maniera stringata, per chi non l'avesse letto in precedenza, quanto ho più volte ripetuto nelle mie analisi dei giorni scorsi.

In sostanza e molto brevemente:

  • Il pattern PNA (Pacific North America), è un indice climatico che, quando in fase negativa (PNA-), comporta la poca tenuta e successivamente il cedimento dell'Anticiclone di Blocco e, come conseguenza, genera quello che è conosciuto col nome di West Shift (scivolamento verso ovest) dell'aria gelida di origine russo-siberiana in direzione dell'Atlantico.

N.B. Il West Shift non è sempre legato al cedimento di un'alta pressione, ma può verificarsi anche per il semplice scorrimento dell'aria verso ovest in area libera da anticicloni.

Ma veniamo al dunque.

Da parecchi giorni, diciamo anche da una settimana, si sta apertamente discutendo in tutte le sedi opportune, compresi forum e social network, del giungere sull'area mediterranea e quindi anche sull'Italia, di un'importante massa d'aria gelida, che apporterà un notevole calo termico, nonchè precipitazioni nevose in loco, che per un inverno dimostratosi assai avaro di fenomeni, rappresenta un unicum stagionale ed una notevole eccezione climatica, considerate le sue caratteristiche d'insieme.

La questione è analizzata e dibattuta con molteplici punti di vista, assai differenti tra di loro, come sempre accade in questi casi, in base alle proprie esperienze, ai diversi modi di analizzare, alle diverse aspettative, all'essere più o meno affezionati ad un modello atmosferico piuttosto che a un altro.

Ma come in tutte le vicende meteorologiche, bisogna tener conto di ogni fatto oggettivo presente in tempo reale a condizionare l'evoluzione, la maturazione e la fine della vicenda medesima.

Non serve a nulla trascurare un'evidenza solo perchè non ci porterebbe agli sviluppi che auspichiamo, o considerarla irrilevante nell'insieme di tutti i fattori che agiscono a compimento di un evento.

In questo caso specifico, da più parti si è ritenuto e si ritiene che il lasso temporale dei fenomeni meteorologici estremi possa essere lungo e perseverante.

E' evidente però, già semplicemente analizzando anche solo visivamente le mappe meteorologiche, che qualcosa nell'Anticiclone di Blocco presente al limitare dell'Europa occidentale non va, e che quindi l'imponente massa d'aria gelida di cui stiamo discutendo da giorni, non potrà stazionare a lungo in area mediterranea e sul nostro Paese.

Geopotenziali troppo bassi alla base dell'anticiclone stesso ne danno una testimonianza immediata, sono un campanello d'allarme evidente, e sentenziano come la figura di blocco non potrà reggere alla forte azione demolitrice della potente massa d'aria fredda prossima ad impattarvi.

Perciò d'ora in avanti nel mio intervento, intendo illustrare, grazie all'ausilio di mappe e dati meteo d'archivio, come risulti importante monitorare nella "fase matura" di un evento gelido di origine retrograda, lo stato del pattern PNA.

Va da se che analizzato singolarmente, tale indice climatico non ha nessuna valenza assoluta, ma nel momento culmine di un'ondata di gelo è di importanza vitale per la valutazione della durata temporale dell'evento meteorologico estremo.

A tal fine farò riferimento all'ondata di gelo del febbraio 2012.

Prendendo in esame la zona geografica in cui risiedo, posso testimoniare che a Roma si ebbero precipitazioni nevose di una certa consistenza in data 3 e 10 febbraio, seguite da precipitazioni nevose a tratti, ma copiose, in data 11 e 12 febbraio.

Prima di mostrare le mappe meteo dell'epoca elencherò i valori del PNA nel periodo che va dal 3 al 12 di febbraio, presenti negli archivi del NOAA.

  • 2012 2 3 1.071
  • 2012 2 4 1.013
  • 2012 2 5 1.107
  • 2012 2 6 1.187
  • 2012 2 7 0.947
  • 2012 2 8 0.962
  • 2012 2 9 1.425
  • 2012 2 10 1.577
  • 2012 2 11 1.452
  • 2012 2 12 1.292

Come potete facilmente constatare, sono tutti valori positivi del PNA (PNA+).

Passiamo ora alla visione delle mappe meteorologiche del tempo (febbraio 2012), che mostrano un solidissimo anticiclone di blocco, comparate a quella dell'attuale debole anticiclone di blocco.

Osservate bene quanto estesa e possente fosse la base dell'anticiclone di blocco del 2012 e quanto elevati fossero i geopotenziali dell'alta pressione.

 

3 febbraio 2012 500 hPa

1gfs 2012020312 0 6

10 febbraio 2012 500 hPa

2gfs 2012021012 0 6

11 febbraio 2012 500 hPa

3gfs 2012021106 0 6

12 febbraio 2012 500 hPa

4gfs 2012021200 0 6

26 febbraio 2018 500 hPa

5gfs 0 66

Spero che questo articolo possa tornarvi utile per future previsioni sulla tenuta dell'anticiclone di blocco e la correlata durata temporale di eventi meteorologici estremi.
Date sempre un'occhiata alle condizioni del PNA...

Buona stagione a tutti!

Luciano Serangeli

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