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Dopo il caldo eccezionale violenti temporali flagellano l'America meridionale, Supercella a nord di Buenos Aires
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- Pubblicato 30 Ottobre 2014
- Scritto da Daniele Ingemi
Dopo il caldo eccezionale dei giorni scorsi, che ha fatto schizzare i termometri oltre il fatidico muro dei +45°C +46°C nell’arida regione del Chaco, ora in sud America è arrivato il turno dei forti temporali e dei fenomeni meteorologici estremi. In questi ultimi giorni sono stati davvero tanti i temporali, a tratti anche molto forti, che hanno interessato buona parte dell’America meridionale.
Dall’Argentina nord-orientale fino all’Amazzonia e alla fascia andina peruviana e colombiana è stato un continuo rigenerare di grandi “Cellule temporalesche” e sistemi temporaleschi più complessi, di natura “Multicellulare”, o persino “supercellulare” in qualche caso specifico, tra il nord-est dell’Argentina e il sud dell’Uruguay.
Del resto l’avvento della primavera australe è caratterizzato dai fenomeni temporaleschi estremi, molto diffusi sulla Pampa argentina, dove molto spesso i tardivi impulsi freddi che risalgono dalle basse latitudini oceaniche vengono preceduti da violente sferzate temporalesche, accompagnate da forti grandinate, colpi di vento e nei casi più intensi da fenomeni vorticosi o autentici tornado.
In questo periodo dell’anno lo sviluppo di profondi cicloni extratropicali a carattere freddo sui mari che circondano l’Antartide, molto spesso, agevola lo spostamento di masse d’aria molto fredde, d’origine polare, che dalle coste dell’Antartide si muovono verso i mari australi, tramite dei fronti freddi ben strutturati che risalgono in direzione dell’Argentina, le coste sudafricane, l’Australia meridionale e la Nuova Zelanda, con intensi venti da SO e S-SO. In genere questi fronti freddi che risalgono l’Argentina, ancor prima di sfociare sull’Atlantico meridionale, si muovono verso nord-est, spingendosi sulle terre emerse, fin verso l’Uruguay e gli stati del Brasile meridionale, dove l’aria fredda d’origine polare tende a scontrarsi con le masse d’aria molto più calde, in discesa da NO e Nord, dagli altopiani interni del Brasile o dall’arida regione del Chaco.
Lungo la linea di convergenza fra l’aria fredda, di origini sub-antartiche, che risale da SO, e le masse d’aria sub-tropicali molto più calde in discesa da NO e Nord, si sviluppano vivaci fronti temporaleschi o sistemi convettivi a mesoscala, in grado di dare la stura a forti temporali, con annessi rovesci di pioggia, attività elettrica, grandinate, impetuosi “Downbursts” nelle “Celle temporalesche” più intense.
Nei casi più estremi, in cui il “Wind Shear verticale” è altamente positivo a causa del passaggio del ramo principale del “getto polare” (a 250 hpa), si può creare l’ambiente adatto alla nascita di grandi trombe d’aria o tornado che possono apportare danni ingenti.
Questo è stato il caso della “Supercella” che nel pomeriggio di martedì 28 Ottobre si è sviluppata nella regione a nord di Buenos Aires, dando la stura ad intensi rovesci di pioggia e a forti grandinate, accompagnate da raffiche di vento molto intense e una vivace attività elettrica. L’imponente sistema “supercellulare” è transitato parecchi chilometri a nord dalla capitale argentina, sfilando in seguito sul Rio de La Plata, interessando anche l’Uruguay meridionale e la capitale Montevideo, prima di allontanarsi sull’Atlantico meridionale.
Attualmente l’attività convettiva rimane molto intensa sul bacino amazzonico, specie fra lo stato brasiliano dell’Amazonas, l’Acre e l’Amazzonia peruviana, per l’abbassamento di latitudine del “fronte di convergenza intertropicale” (ITCZ), attestato con i primi elementi principali a cavallo della linea dell’equatore.
Quasi tutti i forti temporali che quotidianamente, specie fra il pomeriggio e la serata, si sviluppano sopra la regione amazzonica, sono originati dall’ITCZ, la quale mantiene attiva nei bassi strati delle aree di convergenza venti (fra la debole ventilazione da NE e i più freschi venti meridionali che risalgono dal sud dell’Amazzonia) che stimolano l’innesco dei forti moti convettivi (intense correnti ascensionali) pronti a costruire gli enormi annuvolamenti cumuliformi che danno la stura ai temporali, di natura “termoconvettiva”.
Molti di questi, a causa dell’intenso riscaldamento diurno (derivato dai passaggi “zenitali” del sole) e delle notevoli fonti di umidità fornite dalla stessa foresta pluviale (piena di corsi d’acqua, stagni e paludi) che copre l’intera area dell’Amazzonia, possono raggiungere dimensioni spaziali considerevoli, dando luogo a fenomeni precipitativi davvero violenti, coadiuvati da attività elettrica a fondoscala, elevati valori di rain/rate e furibondi colpi di vento, legati ai “Downbursts” delle singole “Celle”.
Il “fronte di convergenza intertropicale”, lì dove si sviluppano gli intensi “Clusters temporaleschi” tipici dell’area equatoriale, si trova localizzato proprio al traverso del bacino amazzonico, dove si evidenzia un vasto fronte entro il quale si sviluppano imponenti annuvolamenti cumuliformi che danno la stura a forti rovesci di pioggia e forti temporali. In questa zona, a causa del forte livellamento della pressione atmosferica e delle forti correnti ascensionali che generano i violenti “Clusters temporaleschi” tipici delle latitudini equatoriali, lungo la linea di convergenza degli Alisei, si verificano spesso estese calme di vento orizzontali (bonacce) che non fanno altro che agevolare la convenzione e la formazioni di imponenti annuvolamenti cumuliformi che danno la stura a forti acquazzoni e temporali, anche violenti nelle ore centrali della giornata.
La presenza di questa fascia di convergenza nei bassi strati, localizzata fino al cuore dell’Amazzonia, fra umide e deboli correnti da Sud e S-SE che salgono fino allo stato dell’Amazonas e i più freschi Alisei da NE, in sfondamento dalla costa atlantica attraverso la Guyana e la Guyana Francese, contribuisce ad accendere la miccia temporalesca, intensificando notevolmente la convenzione. Anche nei prossimi giorni questi fattori continueranno ad alimentare una intensa attività convettiva, soprattutto durante le ore pomeridiane e serali, favorendo la formazione di grossi sistemi temporaleschi a mesoscala che daranno luogo a forti rovesci di pioggia, anche molto intensi, con colpi di vento (“downburst”) e intensa attività elettrica.
Daniele Ingemi
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