Terremoti nel mondo
TERREMOTO in Nepal, cosa è successo? Proviamo a scoprire le CAUSE
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- Categoria principale: Sismologia
- Categoria: Terremoti nel mondo
- Pubblicato 27 Aprile 2015
- Scritto da Rinaldo Cilli
Continua ad aggravarsi, purtroppo, il bilancio delle vittime a seguito della devastante scossa di terremoto che ha sconvolto il Nepal nei giorni scorsi. Sarebbero infatti circa 2.500 le vittime accertate, mentre oltre 1800 risulterebbero le persone ferite. Le operazioni di soccorso vanno ormai avanti da giorni e almeno 80 Paesi del mondo hanno inviato beni e medicinali per tutta la zona colpita.
Ma cosa ha scatenato questa violentissima scossa? Sappiamo bene che il Nepal è situato su una grande faglia che divide i "piatti" indiani da quelli euro-asiatici. Secondo gli esperti le scosse di assestamento potrebbero perdurare ancora per mesi e non è escluso che alcune di queste possano risultare particolarmente violente. Ecco alcune risposte di un esperto.
Il forte terremoto di magnitudo 7.8 (il peggiore che abbia mai colpito questa zona negli ultimi 80 annio) si è verificato a causa di una spaccatura che ha generato potenti onde sismiche per un tempo di circa 100 secondi. Questo perchè, per decenni, si è registrata una forte e costante pressione che ha causato una marcata spinta delle placche tettoniche che successivamente hanno raggiunto una collisione.
Questa rottura è fondamentalmente iniziata poco a nord-ovest di Kathmandu e si è poi estesa ed espansa (soprattutto) verso est, su una distanza complessiva di circa 100 km. Il sisma è stato provocato da una collisione tra le piastre sismiche indiane e quelle euro-asiatiche, secondo l'USGS. "La piastra indiana aumenta ad una velocità di circa due centimetri l'anno e sta costantemente cercando di salire sotto l'altopiano tibetano", riferisce Jerome Vergne, sismologo presso l'Osservatorio di Scienze della Terra e Strasburgo.
Ma questo cambiamento non è costante, ma bensì molto irregolare; questa scossa è stata qualcosa di importante, causata da una rottura "brutale" nell'interfaccia che separe le due piastre. Nel corso dei prossimi giorni e/o mesi bisogna aspettarsi nuove scosse di assestamento, che probabilmente potrebbero persistere anche negli anni a venire (!!). La rottura non è stata omogenea e le nuove scosse, per quanto piccole, possono ancora causare nuovi, forti terremoti.
"La superficie ove si è verificata l'intensa scossa di terremoto del 25 Aprile, poco a sud di Kathmandu quindi, non deve rompersi", dice Pascal Bernard, dell'Istituto di Fisica della Terra a Parigi, "perchè anche la rottura parziale può significare che la zona è diventata ancora più vulnerabile a nuovi, violenti terremoti nel corso dei prossimi anni", conclude.
Le scosse di assestamento registrate immediatamente dopo il sisma principale, hanno avuto quasi la stessa intensità della scossa principale. L'impatto di queste scosse è stato ulteriormente aggravato dal fatto che le strutture erano già sensibilmente indebolite dopo la prima scossa. Gli "scossoni" alla fine rallenteranno, ma i piatti non smetteranno mai di spostarsi e potrebbero causare nuovi pericoli.
Ma si dovrà quindi temere una scossa ancora più forte? Questa convergenza dei Continenti, che ha anche creato la catena dell'Himalaya, ha reso la zona una delle più vulnerabili del mondo sismologicamente parlando. "Sappiamo che ci saranno nuovi intensi terremoti nella zona himalayana, che potrebbero avere una grandezza ancora più grande di questo. Non sappiamo quando si verificheranno, ma potrebbero avere una magnitudo anche superiore a 9" ribadisce Bernard.
Rinaldo Cilli
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