Editoriali Sismologia
Informare sui terremoti: ma quale allarmismo, è un "salva-vita"
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- Categoria: Editoriali Sismologia
- Pubblicato 03 Luglio 2012
- Scritto da Brando Trionfera
Partiamo da un presupposto. Informare sui terremoti non è mai stato così semplice per nessuno. Dalle testate giornalistiche più affermate, i tg più importanti.. fino alle realtà web meno affermate. Diffondere notizie in merito agli ultimi terremoti avvenuti in Italia, o anche nel Mondo, richiede un minimo grado di preparazione.
Notoriamente, non deve essere un geologo, un sismologo, o un espertissimo a dover scrivere “Una scossa di terremoto è stata registrata alle ore xx di magnitudo xx ad una profondità xx”. Basta consultare i dati che vengono diffusi dall’Ingv e riportarli all’interno di un articolo (anche standard, volendo) per poi pubblicarlo sul proprio portale.
Ultimamente però, poco dopo il terremoto in Emilia, ogni volta che viene dato un qualsiasi aggiornamento relativo all’attività tellurica in Italia, si crea quello che viene definito “panico”.
Ma non si tratta di panico inteso come paura, bensì come critica ed insulto.
Facciamo un esempio piuttosto pratico della faccenda. Meteo Portale Italia dispone di una fan page accurata dove vengono pubblicate delle mappe anche eleganti riguardo l’attività sismica di tutto il Mondo. Sebbene la linea che noi della redazione seguiamo piuttosto rigorosamente sia quella di “segnalare eventi sismici in Italia sopra la magnitudo 2.5”, può capitare che all’interno delle nostre mappe compaia un evento inferiore all’intensità predisposta in precedenza per quanto riguarda la nostra Penisola.
Ebbene. L’avessimo mai fatto:”Allarmisti, screanzati, diffondete panico, riducete i cerchi che avete nelle mappe”.
Lascio a voi i commenti visto che noi abbiamo sempre riportato tutti gli eventi sismici in Italia, anche prima del terremoto in Emilia che, ahimè, ha preso decisamente tanto spazio editoriale nella nostra realtà web.
Altra critica gettonatissima è << ma i terremoti in Italia ci sono tutti i gironi, a cosa serve segnalare anche le scosse inferiori?>>
E’ proprio questo che ci va a danneggiare indirettamente ogni volta che un violento sisma ci colpisce. La conoscenza che abbiamo nel nostro Paese riguardo alla sismologia si attesta a livelli bassissimi e profondi. Si va ampiamente sotto lo 0 e questo determina, purtroppo, una superficialità latente nel valutare la costruzione di edifici, immobili, o quant’altro che magicamente crollano quando scossi da un terremoto intenso.
Umbria, San Giuliano, l’Aquila, Emilia.. tutti eventi avvenuti dopo il 1995. La superficialità nella conoscenza della materia comporta dei danni gravissimi. Per tutti.
Riporto anche quanto specificato dal sottoscritto in un precedente editoriale
<<<<INFORMARE SULLA PERICOLOSITA’ SISMICA IN ITALIA se si dispone di un mezzo di diffusione importante, potrebbe anche salvare le vite umane. Ci sono alcune zone classificate dall’Ingv ad alto pericolo di terremoti delle quali, prima di questi eventi, molti non erano purtroppo a conoscenza.
L'importante però è che venga fatto con una certa continuità. Questo perchè non si può parlare di sismologia solo quando fa comodo (ossia quando c'è l'interesse di milioni di persone), ma va fatto sempre e non a seconda delle visite che attivano all'interno della propria testata o piccolo blog. Ed il rischio purtroppo che tra un anno i terremoti siano un problema già archiviato.
Ci siamo chiesti come mai in Giappone un terremoto di magnitudo 6.0 diventa lo “zimbello” di turno quando avviene? Perché è grazie ad un’importante conoscenza territoriale che gli edifici costruiti sono a norma antisismica. E non solo, laggiù, quelli con gli occhi a mandorla, conoscono bene pure le zone maggiormente a rischio terremoti di tutto il Mondo. Chissà, magari molti di loro sanno pure che la Calabria è più sismica della Toscana. Per dire. >>>>
Riallacciamo allora il discorso aperto ad inizio editoriale con questo. Come andrebbe fatta, secondo chi reputa noi,ma tanti altri che ogni giorno vi tengono aggiornati sulle scosse, l’informazione sui terremoti? Bisogna segnalare solo quelli più forti? E allora la critica cambia volto.
Ecco qua.
“Nessuno parla delle scosse che avvengono sulla zona x? Come mai?”
Oppure, ancora più semplice.
“Ma a cosa serve segnalare i terremoti più deboli se non provocano danni o non sono poi così forti?”.
Domanda geniale che va terribilmente in contrapposizione con gli altri insulti. Ma lo sappiamo che la coerenza nel nostro Paese latita ormai da anni. Anzi, diciamo meglio: è completamente sparita. La stiamo cercando tutti senza mai il dovuto successo.
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