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La Laguna Colorada e i pigmenti non fotosintetici marcatori di vita su altri mondi
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- Pubblicato 29 Giugno 2015
- Scritto da Ali Dorate
Rientra tra le Zone umide di importanza internazionale.
Un astronauta a bordo della Stazione Spaziale Internazionale ha scattato questa foto dei colori brillanti della Laguna Colorada nelle Ande boliviane.
La mancanza di foschia atmosferica rende le immagini della regione particolarmente chiare. Il colore rosso-marrone forte di questo poco profondo lungo lago, 10 km (6 miglia) è derivato da alghe che crescono nell'acqua salata. A volte a causa delle diverse alghe esso assume colori diversi. Il tipo di alghe in un dato momento è determinato dal cambiamento di salinità e dalla temperatura dell'acqua. Come l'acqua del lago evapora nel clima del deserto, diventa salina. Coste antiche mostrano che il lago era più grande in passato.
Laguna Colorada è il centro di una riserva naturale, ed è stata elencata nel 1990 come "Ramsar Zona Umida di Importanza Internazionale". Il lago è la patria di un gran numero di fenicotteri. Vulcani innevati appaiono in alto al centro e in basso a sinistra. Le strade di accesso su tre lati del lago sono utilizzati dai turisti a visitare questi paesaggi da un altro mondo.La Laguna Colorada è uno dei vari luoghi sulla Terra i cui colori sono affetti da pigmenti non fotosintetici. Eddie Schwieterman dell'University of Washington ha pubblicato in maggio, sulla rivista Astrobiology, una ricerca su questi pigmenti non fotosintetici che possono essere potenziali marcatori per pianeti extrasolari, o quelli al di fuori del nostro Sistema Solare.
Utilizzando simulazioni al computer, nel Laboratorio dell'Università di Washington il dott. Schwieterman Edward e l'astronoma Victoria Meadows hanno constatato che gli organismi con pigmenti non fotosintetici ossia quei processi di luce per attività diverse dalla produzione energia, hanno un segnale spettrale abbastanza forte da essere rilevato da potenti telescopi. La conoscenza potrebbe aggiungere una nuova prospettiva per la ricerca di vita oltre la Terra.
"Questi organismi "produrranno riflettanza o la luminosità, segni differenti da quelli della vegetazione della terra come gli alberi, ad esempio," ha detto l'autore Schwieterman. Ciò ci potrebbe spingere ad allargare i concetti di come questi marcatori di superficie potrebbe apparire su un pianeta extrasolare, o nel mondo oltre il nostro Sistema Solare.
I pianeti extrasolari sono troppo lontani per essere osservati in dettaglio; la prossima generazione di giganteschi telescopi terrestri, gli extremely large telescopes (ELT), potrebbe individuare segnali di marcatori biologici nella luce stellare che filtra attraverso l'atmosfera degli esopianeti. "Questa prospettiva più ampia ci permetterebbe di tornare a qualcosa che avremmo perso o offrire ulteriori elementi di prova, in combinazione con un gas BioSignature come l'ossigeno, per esempio, che un pianeta è abitato", ha detto Schwieterman.
Ali Dorate
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