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Scoperti i resti dell'antenata di Trieste grazie alle nuove tecnologie

La zona conosciuta come San Rocco a Muggia, un comune della provincia di Trieste, potrebbe essere custode dei segreti delle origini di Trieste o Tergeste, come era conosciuta in tempi antichi.

Un team guidato dall'archeologo Federico Bernardini, capo del team interdisciplinare del Centro internazionale di fisica teorica Abdus Salam, dell'Università di Trieste, e del Centro di studi Enrico Fermi di Rom,a ha scoperto un sito archeologico con i sistemi militari romani di fortificazione, composto da un grande campo centrale affiancato da due forti minori. Il team ritiene che il sito, che risale ai primi decenni del II secolo a.C., contenga i resti dell'antica Tergeste romana, l'antenata di Trieste.

Per le ricerche non sono stati utilizzati i metodi tradizionali di scavo archeologico ma la tecnologia moderna: il Light Detection And Ranging (LiDAR) e il Ground Penetrating Radar (GPR). Con il LiDAR è stata ottenuta una mappa dall'alto, mentre il GPR ha permesso l'individuazione di strutture sotterranee. Ulteriori indagini archeologiche hanno aiutato a valutare la cronologia relativa dei siti. Bernardini e Tuniz, insieme con i colleghi delle Università di Trieste e di Udine (Giacomo Vinci, Angelo De Min, Davide Lenaz, Michele Pipan, Emanuele Forte e Stefano Furlani) e di altri istituti, hanno realizzato modelli digitali del terreno dai dati LiDAR, rivelando il piano delle antiche strutture. L'uso del GPR ha rivelato la presenza di strutture sepolte nel sito, tra cui diversi possibili muri, aggiungendo ulteriori dettagli a un quadro che emerge in questa importante scoperta archeologica.

 I siti archeologici. Mappe LiDAR: (A), Montedoro (B) e San Rocco (C). I numeri 1-8 indicano le varie strutture delle fortificazioni romane.

"Il campo di San Rocco comprende una zona più ampia di 13 ettari, più grande di 13 campi di calcio, che è stato difeso da ampi bastioni e strategicamente situato molto vicino al porto naturale più protetto dell'Adriatico settentrionale. I materiali archeologici rinvenuti all'interno e analizzati nel nostro laboratorio datano la loro costruzione alla prima metà del II secolo a.C, quando i Romani conquistarono l'Istria. Questo rende i campi tra i primi esempi di architettura militare romana nel mondo romano", ha spiegato Bernardini.

 " Il sistema LiDAR sta rivoluzionando gli studi archeologici poichè fornisce nuovi metodi per la ricerca di antiche strutture emergenti dalla preistoria all'epoca romana, anche in aree che sono totalmente coperte da alberi, "spiega Tuniz." Il gruppo di ricerca è stato in grado di svelare testimonianze archeologiche di un periodo cruciale della storia romana ai confini della repubblica romana. I dettagli della scoperta sono stati pubblicati negli atti delle riviste scientifiche della National Academy of Sciences.

Ali Dorate

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