Glaciologia
Enorme FALDA ACQUIFERA scoperta sotto i ghiacci e lo spesso manto NEVOSO della Groenlandia. DETTAGLI
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- Categoria principale: Scienze Naturali
- Categoria: Glaciologia
- Pubblicato 24 Dicembre 2013
- Scritto da Rinaldo Cilli
Un team di ricercatori ha scoperto un enorme serbatoio di acqua liquida sotto lo spesso manto nevoso e la compatta coltre di ghiaccio della Groenlandia. La falda acquifera è stata ora mappata dai ricercatori utilizzando i dati di funzionamento IceBridge della campagna aerea della NASA.
Nel corso del 2011 alcuni glaciologi trovarono in maniera del tutto casuale la falda durante una perforazione nel sud-est della Groenlandia, intenti a studiare l'accumulo di neve. Le due carote di ghiaccio che vennero estratte grondavano acqua nonostante la temperatura dell'aria registrava un valore di ben -20°C.
Utilizzando poi dei sistemi radar dell'Operation IceBridge della NASA, i ricercatori hanno trovato il limite del serbatoio d'acqua, che si estende per ben 27.000 chilometri quadrati in un'area più grande dello Stato della West Virginia. L'acqua della falda, pensate, ha il potenziale di poter aumentare il livello globale dell'acqua marina di ben 0,4 mm.
A proposito della scoperta della falda, così si esprime Michael Stundiger, scienziato del progetto Operation IceBridge della NASA: "quando ho sentito della falda acquifera ho avuto quasi la stessa reazione di quando abbiamo scoperto il Lago Vostok, in Antartide".
Nella parte sud-orientale della Groenlandia l'accumulo nevoso si presenta estremamente elevato e i ricercatori ora credono che la copertura nevosa di notevole spessore possa conservare in maniera piuttosto "sicura" la falda acquifera dalle temperature estremamente rigide durante la stagione invernale. La falda, lo rammentiamo, viene costantemente alimentata dal disgelo che filtra dalla superficie nevosa durante la stagione estiva.
La nuova ricerca è stata presentata in due documenti; uno guidato dalla University of Utah Rick Foster, che è stata pubblicata il 22 Dicembre sulla rivista Nature Geoscience e l'altra dalla NASA Lora Koeing, che è stata pubblicata invece sulla rivista Geophysical Research Letters.
Rinaldo Cilli
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