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Editoriali

Settentrione: arriva l'Islandese. Poi sciabolata gelida orientale. Tempo al tempo per il Centro e il Sud

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Il punto della situazioneDavanti a emissioni modellistiche così entusiasmanti come le ultime, è assai difficile mantenere la calma e soprattutto la prudenza.

Ma si sa che anche a costo di essere impopolari, la coerenza non va gettata alle ortiche davanti a un miraggio gelido che stiamo tutti attendendo da innumerevoli anni.

Ero un ragazzo anche io quando, nell'ormai lontanissimo 1985, l'inverno andò a impossessarsi del podio d'onore assieme a quello del 1956. Qualcuno allora parlava degli inverni mitici del decennio 1920-1930, ma sinceramente era difficile a quei tempi trovarne una cronaca soddisfacente, che potesse permettere un paragone veramente attendibile.

Ora, sta accadendo che una massa d'aria di natura artico marittima, sparata da un poderoso ( qualche giorno fa ) Vortice Islandese è stata scagliata in direzione sudorientale alla conquista del continente europeo e con fortune alterne, è stata monitorata approcciare la Francia,  una volta transitando dal suo lato orientale, assai prossima alle Alpi occidentali, una volta dal suo lato occidentale, a fiancheggiare i Pirenei.

A dirla tutta gli impulsi freddi in successione saranno due.

Il primo, ormai giunto nel paese transalpino, prenderà una direzione sud occidentale, approdando dopo aver oltrepassato Pirenei e Mediterraneo, in terra algerina.

Ecco che si palesa l'ipotesi pirenaica, quella più occidentale e quindi l'allontanamento dall'Italia del centro depressionario del gelido Cut Off.

In questo modo, il ramo orientale ascendente del ciclone, sarà abbastanza distante dal nostro territorio, arrivando a interessarne appieno e coi maggiori effetti le regioni più occidentali e cioè le terre di nord-ovest, in successione la Sardegna e poi l'estremo Sud italiano.

Il secondo impulso a brevissima distanza dal primo, dovrebbe isolarsi a nord-nordovest delle Alpi in terra francese, a fungere da Goccia Fredda di richiamo per l'arrembante nocciolo gelido che viaggia sotto la pancia meridionale dell'Anticiclone Russo Siberiano e segnalato ormai in dirittura d'arrivo.

Questo sarà un vantaggio in termini di gelo per il settentrione d'Italia e un rischio di shift west per le regioni centrali e meridionali.

Sì, perchè la deviazione verso nordovest, impressa al sopraggiungente nucleo freddo continentale dalla Goccia Fredda, che lo attende al di la delle Alpi in territorio estero, darà un'inclinazione all'asse di avanzamento depressionario in senso sudest-nordovest.

E sappiamo tutti che li, su quella traiettoria, ci sono le Alpi a deviare il freddo pellicolare, che se così diretto invaderà la Pianura Padana e poi splittato dalle Alpi sul suo percorso, per la parte restante invaderà le pianure centrali europee, prendendo la piega tipica del freddo che scappa ad Ovest.

Proprio in questi momenti è in atto l'emissione del run 06 da parte di GFS e in questo modo avrò l'opportunità di un nuovo monitoraggio della seconda fase che ho descritto.

A 78 ore c'è l'aggancio tra la Goccia Fredda europea e il ciclone gelido di provenienza russa.

I due cicloni viaggiano paralleli, uno ad ovest e uno ad est dell'Italia e seppur uniti geopotenzialmente, non c'è fusione dal punto di vista termico.

Siamo già a 90 ore e il Centro-Sud eccezion fatta per la Puglia è sotto una modestissima -2 a 850 hPa.

90 ore. Siamo a tre giorni e mezzo di proiezione e tutto ciò che segue il medio termine delle 72 ore va preso con le molle.

Ecco perchè nel titolo affermo tempo al tempo per il Centro e il Sud.

A 102 ore la -20 a 850 hPa sembra mirare dritto il fianco orientale italiano. Ma intanto il bacino del Mediterraneo è ancora sotto una misera 0/-2.

Il Nord e le adriatiche si spartiscono una -4/-6. Si comincia a ragionare.

L'assalto vero del nucleo gelido orientale, che copre quasi l'intera Italia con termiche dalla -2 alla -10 nel Nordest è a 132 ore, ovvero a 5 giorni e mezzo.

E qui mi fermo, perche siamo entrati già nel medio termine, campo ormai minato per analisi precise. Le possibili variabili a seguire sono veramente troppe.

Vedo che nel lungo termine, i valori termici a 850 hPa diventano da freddo apocalittico, arrivando a una -14 nel Nordest, ma a questo punto, previsionalmente non sappiamo di cosa stiamo parlando.

Direi quindi, di attendere ancora perchè si possa arrivare a scadenze orarie più prossime, prima di parlare, almeno per il Centro e per il Sud, di 1956 o di 1985.

Quelli furono periodi, nel primo caso bimestrale e nel secondo bisettimanale, di freddo veramente intensissimo e continuato.

In questo caso è ancora tutto da verificare, eccezion fatta per il settentrione.

Saranno le prossime emissioni modellistiche a confermarci o meno quello che tutti ci auguriamo con desiderio e nostalgia.

Luciano Serangeli mpi end

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