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"Per ora" bye bye Orso e solo freddo tipico stagionale. Riconfermate le nostre "motivazioni"
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- Pubblicato 26 Gennaio 2012
- Scritto da Luciano Serangeli
Shift west, shift east, shift east, shift west...
Ma stavolta sarebbe più giusto parlare di alternarsi tra shift west o mancato arrivo in Mediterraneo del moto retrogrado russo.
D'altronde non sarebbe un moto retrogrado se fosse relativamente facile individuarne e deciderne la traiettoria con un certo margine di certezza. Staremmo in quel caso parlando di moto zonale, assai più semplice da decifrare nelle sue progressioni e nelle zone colpite dal maltempo.
Alla luce delle ultime emissioni modellistiche, torna in auge con decisione quello che nella meteorologia di base è il credito che ci viene fornito dalla certezza dei dati già registrati e archiviati, da cui si parte per poterli adeguatamente miscelare con le incertezze delle sempre virtuali emissioni dei modelli previsionali fisico-matematici.
- La certezza è data dai dati conclamati, derivati da misurazioni meteorologiche già acquisite e messe a registro.
- L'incertezza è rappresentata dalla ipoteticità delle proiezioni modellistiche meteorologiche, specialmente se a medio e lungo termine.
E allora come già più volte ricordato in precedenti articoli e in special modo nell'articolo di Rinaldo Cilli di qualche tempo fà "Non può decollare l'anticiclone di blocco, non può crollare l'indice AO. Ecco i perchè", eccoci di nuovo a ribadire l'inconfutabilità dei dati di base già acquisiti, dai quali risultava assai poco probabile ipotizzare che una forte retrogressione fredda potesse arrivare decisa e con termiche profondamente fredde in pieno Mediterraneo.
Due i dati già acquisiti e certi da cui partire:
1) Vortice Polare che in regime di Niña seppur dichiarata in progressivo calo, è ancora sufficientemente vigoroso.
2) Anticiclone atlantico di blocco, che alla base pesca in acque subtropicali sotto media termica.
Due dati certi, netti ed eloquenti, da non trascurare quindi, ma da prendere come base di partenza per un'analisi generale della situazione atmosferica dell'Emisfero Nord, settore occidentale.
Questione Vortice Polare
Il Vortice Polare seppur in parte disturbato dai localizzati Minor Warming Stratosferici e non certo dall'inutilmente annunciato Major Stratwarming, continua a rappresentare per via del regime di Niña in atto a fasi più o meno intense da oltre un anno, una sorta di potente centrifuga a latitudini molto settentrionali, capace di vanificare le ripetute quanto deboli e inefficaci alzate verso Nord dell'Anticiclone delle Azzorre, schiaffeggiandone il promontorio settentrionale che a mo' di passaggio a livello si abbassa inesorabilmente sui paralleli a ostacolare qualsiasi retrogressione orientale fredda in atto.
Persino la fase di nevicate in Pianura Padana ormai assai probabili nel fine settimana, non deriveranno da un'irruzione fredda orientale, ma da una Goccia Fredda staccatasi dal nordoccidentale Vortice Islandese, in grado di trapassare facilmente il fiacco Anticiclone di Blocco per poi dirigersi in area mediterranea.
Trovandoci ancora nell'ambito del medio termine, è da valutare l'ingresso finale di tale Goccia Fredda nel Mediterraneo, se dalla Francia orientale o da quella occidentale.
Nel primo caso le nevicate interesserebbero esclusivamente le regioni nordoccidentali italiane, mentre nel secondo caso non sarebbe da escludersi un interessamento più esteso, che potrebbe coinvolgere anche Toscana e Umbria.
Sotto un'illustrazione del forcing che un forte Vortice Polare determina sui tentativi di espansione verso nord da parte dell'Anticiclone di Blocco.
Questione Anticiclone di Blocco
Ancora una volta in questo caso è ovvio ribadire come sia presente, a prescindere dalla periodiche fasi favorevoli della MJO, una carenza termica delle acque superficiali subtropicali, che possa fungere da propulsore all'alimentazione della base dell'Anticiclone di Blocco, per poi portarlo a spingersi con decisione ma soprattutto con sufficiente forza barica, geopotenziale e termica a latitudini polari o comunque a reggere e mantenere la propria struttura, una volta piegatosi a causa della spinta del vigoroso Vortice Polare lungo i paralleli, per formare un eventuale Ponte di Wejkoff, con base azzorriana e promontorio scandinavo.
A testimoniare il fatto, il monitoraggio degli indici TNA e NAT, quest'ultimo a griglia territoriale maggiormente ridotta rispetto al primo, testimone ancor di più di una situazione di forte raffreddamento delle acque atlantiche orientali subtropicali, rispetto alla norma e ancora di più rispetto ai picchi di surplus termico del 2010.
Ne è chiara prova la diapositiva a seguire.
Inutile pertanto tirare in ballo ad ogni piè sospinto il 1956 e il 1985, non appena un'emissione modellistica illustra scenari barico-termici particolarmente impattanti, senza contare inoltre che nel 1956 fu un sensazionale Stratcooling a determinarne le gelide sorti.
C'è invece da continuare con risolutezza l'opera di monitoraggio delle proiezioni meteorologiche stesse, in vista del probabile cambio di scenario a venire, dovuto sia alla regressione dello stato della Niña, ma anche alla maggiore insolazione dell'Emisfero Nord, dovuta al progressivo aumento delle ore di luce.
Non c'è infatti da trascurare i possibili sviluppi freddi nel senso di scambi termici meridiani sempre più vivaci, che da questi due fattori potrebbero derivare, man mano che ci inoltreremo nel mese che sta per arrivare.
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