Didattica fenomeni & parametri atmosferici

I venti reali parte seconda.Venti periodici: i venti locali (o brezze) - Brezze di valle e di monte

Si tratta di venti che variano direzione, intensità e velocità, influenzati dalla conformazione del suolo. La brezza varia con ciclo giornaliero: spira sempre nella stessa direzione ma il verso cambia di 180° ogni 12 ore circa. Anche l’intensità varia tra due massimi, raggiunti ogni 12 ore. I principali tipi di brezze sono le brezze di valle e di monte e le brezze di mare e di terra che interessano le zone costiere marine e lacustri.

Brezze di valle e di monte: se la temperatura della massa d’aria sovrastante i monti si può considerare costante, quella a diretto contatto con i fianchi della valle varia con ciclo diurno. La circolazione d’aria nelle valli montane è influenzata sia dal riscaldamento diurno del suolo e sia dal raffreddamento notturno.

Queste brezze hanno origine termica e spirano soprattutto nei mesi estivi o se il cielo e sgombero da nubi e l’irraggiamento è notevole. Secondo Wagner e Dafant, studiosi delle valli alpine, questa dinamica coinvolge due sistemi di vento che garantiscono il perfetto scambio di calore anche se tendono ad aumentare l’escursione termica diurna del fondovalle: il primo è formato da un vento longitudinale che percorre la valle (le brezza di valle o di monte) e un vento di compensazione che spira in direzione contraria oltre la linea delle vette; il secondo è formato da un vento trasversale che dal fondovalle va alle cime e viceversa (la brezza di pendìo) e da un vento di compensazione ascendente o di subsidenza al centro della valle, sotto la linea delle vette. Se la valle è, ad esempio, orientata nella direzione nord-sud ed il sole è perfettamente a sud, i venti di pendio sono ugualmente intensi sui due versanti, altrimenti sono più forti quelli sul pendìo soleggiato.

Riassumiamo per punti la ciclicità delle brezze di valle e di monte:

1. Sorge il sole: A fondo valle suolo e aria si riscaldano rapidamente: l’aria calda sale lungo i pendii mentre l’aria fredda scende al centro della valle. Dalla valle, più fredda della pianura, posta a quote ancora più basse, esce aria fredda (brezza di monte);
2. Ore 09.00: diminuisce la discesa d’aria fredda. La brezza di monte s’interrompe;
3. Ore 12.00: la pianura è più calda della valle e aria calda affluisce dalla pianura (brezza di valle) verso la valle risalendo i pendii;
4. Imbrunire: i venti sui pendii scemano fino a scomparire; la valle resta più calda della pianura per conduzione di calore della fase precedente descritta nel punto c. e la calda brezza di valle è costante;
5. Tramonto: suolo ed aria ad alta quota si raffreddano rapidamente. L’aria fredda, più pesante, scivola verso valle e la differenza di temperatura tra valle e pianura diminuisce;
6. Inizio della notte: le alte quote sono sempre più fredde e l’aria fredda si accumula a fondovalle mentre l’aria calda che resta sale al centro. Cessa la brezza di valle;
7. Ore 24.00: quando la valle è più fredda della pianura, un flusso d’aria fredda esce dalla valle (brezza di monte);
8. All’alba: la differenza di temperatura fra alta e bassa quota è minima. I venti sui pendii tendono a scomparire, ma la brezza di monte continua.

Roberto Viccione

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