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Analisi Stratosfera

Stratwarming: NAM in calo a -4.2! Ecco un racconto che conferma il possibile prolungarsi dell'inverno ben oltre la norma

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nam 16 gen 2013Continua a scendere in picchiata il valore del NAM ( leggi quì ) North Annular Mode, a testimonianza che la scaldata in Stratosfera ( Stratwarming, leggi qui ) è stata veramente notevolissima e per certi versi forse da record.

Volendo fare un confronto con un altro evento di Stratwarming molto intenso che si verificò nel 1985, anno passato alla storia meteorologica italiana sia per le copiose nevicate che per i valori da record delle temperature minime in alcune località, ancora oggi imbattuti, diamo un'occhiata alla mappa odierna del NAM e a quella della temperatura sopra il Polo Nord a 50 hPa, che mostra come questo evento dal punto di vista termico sia di gran lunga superiore a quello del 1985.

NAM valore -4.2 16 gennaio 2013

nam 16 gen 2013

Temperatura sopra il Polo Nord a 50 hPa. Confronto tra lo Stratwarming del 1985 e quello attuale del 2013

comaprazione 2013 1985 temp polo 50 hPa

E dopo aver mostrato le carte tecniche odierne passo a mostrarvi un mio vecchio racconto di cronaca meteorologica relativo al lungo inverno del 1985, quando, facendo riferimento a Roma, dopo la nevicata del 6 gennaio e il lungo periodo di gelo che ne seguì, l'inverno continuò con alterne fasi termiche e meteorologiche, mostrando a ben "70 giorni" dal primo episodio nevoso sulla Capitale, un nuovo veloce ma intenso evento il 17 di marzo.

Questo a dimostrazione che uno Stratwarming di tipo Major in Stratosfera, in grado di portare il NAM a valori ben al di sotto della soglia critica di -3, può determinare inseguito disturbi di circolazione alla sottostante Troposfera, in grado di condizionare negativamente le dinamiche meteorologiche dell'Emisfero Settentrionale per un periodo che può raggiungere e superare i 60 giorni.

 

- Meteo eccezioni: Quando a Roma il 17 Marzo 1985 cominciò a nevicare con 11 gradi -

In quell'anno "fatidico", in cui la Stratosfera spupazzò selvaggiamente la Troposfera di tutta l'Europa con uno Stratwarming colossale per potenza ed effetti, si era ormai a 3 giorni dalla primavera astrale e ben 18 giorni dentro quella meteorologica.

Ero giovane ( ahimè ) all'epoca ma gia' sposato e insieme a mia moglie e a una coppia di amici, mi recai nella casa di campagna dei miei genitori originari dei castelli romani e per la precisione di Velletri.

Partimmo da Roma la mattina con un cielo lattiginoso ma luminoso, tipico della ritrovata potenza della luce nell'approssimarsi all'equinozio di primavera.

In cielo la presenza di Strati translucidi ( Stratus translucidus/Strato trasparente) lasciava trasparire il disco del sole. La temperatura a metà mattinata si era attestata intorno ai 9/10 gradi, prima della partenza dalla pianeggiante Roma in direzione della campagna di Velletri, intorno ai 300 metri di altezza sul livello del mare.

All'epoca sopperivo alla mancanza di internet e altre fonti immediate di informazione, inchiodando "improbabili termometri da esterno" alla spalletta più esposta del balcone di casa.


Non mancai comunque prima di mettermi in viaggio di controllare il televideo ( appena nato ) e di fare la solita telefonata ( a pagamento !!! ) tramite l'allora SIP ( oggi TELECOM ) al numero a 4 cifre del " Servizio Meteorologico dell'Aeronautica ". Il disco registrato, a cadenza oraria, dava informazioni su temperatura e vento. E quanto costava quel cavolo di servizio già allora !!!!


Ricordo che la mattina mi ero svegliato trovando una leggera brinata sulla grande distesa verde di fronte casa mia ( oggi diventata parco ), che conduce alle sponde del fiume Aniene ( il secondo fiume di Roma dopo il Tevere ).


La minima riportata ancora oggi dagli archivi era stata di un grado, ma rilevata alle 8, 30 ( imprecisione cronica dei dati aeroportuali ).


Partimmo insomma e per l'ora di pranzo eravamo in campagna a 50 Km da Roma.


Nel tragitto, gli Strati che ci sovrastavano, risultarono essere di esiguo spessore e molto vicini al suolo, tant'è che approcciando il Monte Artemisio ( facente parte del  Preappenninico dei Colli Albani ) , ci inoltrammo in una coltre nebbiosa che occupava poche centinaia di metri di dislivello.


In campagna come a Roma non mancava il mio "rustico" termometro da esterno attaccato alla facciata nord/ovest della casa.


Fu poco dopo pranzo, mentre passeggiavo all'esterno fumando una sigaretta, che vidi incredulo volteggiare qualcosa di piccolo e di bianco che non associai inizialmente a un fiocco di neve, bensì a qualche scortecciatura biancastra volatile.


Nulla avrebbe associato la mia mente alla neve, visto che il termometro casareccio era attestato sugli 11 gradi.


Nell'arco della fine della sigaretta potei concentrarmi su altre minuscole volteggianti presenze bianche, che chiaramente appena toccavano terra sparivano.


Entrai in casa di corsa annunciando la neve e ricordo ancora le risate di sberleffo della compagnia, che pensava avessi trangugiato troppo vino dei Castelli.


Li trascinai a forza fuori casa e ricordo ancora il silenzio e le facce sbigottite di tutti e quattro, immersi in una temperatura mitissima a contemplare i rarissimi ed evanescenti "frammenti di gelo svolazzante".


Non mutarono le condizioni, tranne una piccola flessione della temperatura, fino all'ora del ritorno a Roma.


Attraversammo di nuovo le nebbie del Monte Artemisio, senza che nulla di nuovo accadesse.


Arrivati a Roma intorno alle 22, solo disordinate chiazze bagnaticce mi diedero il messaggio che a Roma aveva piovuto leggerissimamente. Dagli archivi attuali risulta invece che in altre zone della città qualche fiocco si vide a partire dalle 19 in poi.


Arrivato a casa il termometro in balcone segnava oltre 6 gradi.


Pensai che non si sarebbe potuti andare oltre la tipica piovuta romana over 4 °C.


Continuai fino intorno alle 2 di notte a sbirciare le traverse luce di lampioni di cortile  e di strada. Nessuna traccia di precipitazione neanche pluviforme.


Solo un forte ingiallirsi del cielo dimostrava il passaggio della struttura nuvolosa delle nuvole da Strato a Nembostrato.


Dormii pochissimo, tra continui sobbalzi a sbirciare dalla finestra finchè.....


Ore 7 del mattino del 18 Marzo 1985, temperatura 1 °C ( diceva il mio termometro e dicono gli archivi attuali oggi per Roma all'epoca ).


Larghi, larghissimi fiocchi bagnati di un'intensità notevole, volteggiavano al di sotto della mia vista poggiandosi sull'asfalto del cortile.


Nel giro di pochi minuti la dama bianca aveva attecchito.


Uno spettacolo della natura finchè durò. Al suolo, misurati personalmente col metro di legno in spazio aperto nel pratone davanti casa, quasi 15 cm !!


E così continuò fino alle 11,30 circa, quando a una sosta nivogena subentrò una pioggerella incessante mista a qualche piccolo fiocco, ricordo sbiadito dei giganti mattutini.


C'erano oltre 3 gradi a quell'ora e qualcosa era cambiato repentinamente, come repentinamente qualcosa era arrivato il giorno prima, di una potenza tale da permettere che nevicasse con 11 gradi positivi !


Tutto divenne acqua pozzangherosa nel pomeriggio e infinita tristezza, con una temperatura intorno ai 5 gradi.


Ricordo ancora ( il giorno dopo o un paio ) la spiegazione di un giovanissimo Guido Caroselli, che in quegli anni si alternava all'allora colonnello Baroni, che illustrò il fenomeno del 17 Marzo 1985 così.


Una lingua di aria estremamente gelida scesa a poche centinaia di metri dal suolo, tale da permettere fenomeni nevosi al piano con temperature prossime ai dieci gradi.


Non dimenticherò mai quell'eccezionale unica esperienza quasi da fantascienza e sfido qualcuno di voi a raccontarmi la cronaca di qualcosa di simile accadutagli personalmente.


Per onor di cronaca.


Temperature Roma Nord 17 Marzo 1985 : Minima 1 °C Massima 11 °C

Temperature Roma Nord 18 Marzo 1985 : Minima 1 °C Massima 5 °C

Luciano Serangeli mpi end

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