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GELO in arrivo con il nuovo anno, ma quanta VERITA' c'è?

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Abbiamo sbirciato l'evoluzione sino alla prima settimana di gennaio scoprendo che..

hovmollerAnche se al momento le probabilità sono ridotte ai minimi termini, per via della notevole distanza temporale che intercorre, vi segnalo questo interessante disegno che si intravvede sul lungo termine (a compimento nella prima settimana di gennaio). Vi dico solo che se andasse in porto, l’inverno sull’Italia arriverebbe davvero a presentarci un conto molto salato.

Considerando la media d’ensemble calcolata con l’apporto di diversi modelli fisico-matematici (multimodel ensemble), si nota la possibilità che a fine mese, il campo di geopotenziale sul Pacifico si porti su valori al di sopra della media, il che innescherebbe la distensione del Getto Polare sul continente nord-americano. Ma in questo modo, il lobo canadese del vortice polare verrebbe proiettato sull’Atlantico occidentale, causando un rallentamento dell’onda anticiclonica azzorriana, la quale andrebbe così sviluppandosi lungo i meridiani fino ad agganciare la Scandinavia intorno a Capodanno.

gennaioLa manovra sarebbe ad hoc: masse d’aria via via più fredde, anzi in quel caso vestirebbe a penello il termine "gelide", di estrazione continentale, andrebbero ad invadere progressivamente il continente e anche l’Italia, con crollo del campo termico al di sotto della media. Ma non è tutto: nella prima settimana di gennaio, il lobo canadese del vortice polare potrebbe forzare il blocco anticiclonico atlantico e penetrare sul Mediterraneo con un tunnel pronto a sorvolare con una coperta temperata ed umida l’aria molto fredda pre-affluita, con risvolti nevosi di tutto rispetto su diverse zone dell’Italia.

Vista così’ sembra facile, in realtà tutto il puzzle è ancora da comporre: manca lo start che provocherebbe l’effetto domino descritto (l’indice PNA non sale), manca la risposta dell’anticiclone atlantico (l’indice NAO sale), manca il crollo di zonalità a carico delle correnti portanti, ma solo un incipiente inversione oltre l’ottantesimo parallelo individuabile nel corso della prima settimana di gennaio. Ma soprattutto, manca ancora da agganciare la realtà alle simulazioni, ovvero resta tutto da capire quali disturbi avrà subito la circolazione in entrata sul continente europeo dopo il passaggio dei due noccioli freddi attesi tra Santo Stefano e il 28 dicembre, il secondo dei quali, lascia ancora molto margine di incertezza.

Per ora rimane, come detto, un’ipotesi estrema e, in quanto tale, da considerare con tutte le cautele del caso, senza alcuna pretesa di realizzazione, ma certamente da tenere sotto osservazione a prescindere dagli sviluppi cui andremo incontro nel corso della prossima settimana.

Luca Angelini

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