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Analisi Meteorologica

Niña e disagi. Verso un caldissimo Aprile? Brutta ipotesi di ITCZ molto settentrionale

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itczSenza voler fare del facile allarmismo, ma attenendomi a quelle che sono le reali misurazioni attuali delle anomalie termiche oceaniche di superficie,  non posso che denunciare una situazione di preallerta termico-precipitativa sul comparto occidentale e centrale europeo.

Non mi addentrero’ nel ginepraio di incertezze quanto mai ostico delle previsioni stagionali vere e proprie, ma mi limitero’ a quello che potrebbe essere lo scenario meteorologico dell’Aprile 2011 che a breve vedra’ il suo’ esordio.

Nell’occasione possiamo considerare questo come una sorta di articolo ibrido, in parte previsionale e in parte di ripasso didattico di un importante indice climatico stagionale.

Partiamo da un assunto essenziale che e’ quello della presenza del fenomeno della niña per ora ancora piuttosto invasivo, sebbene previsto rientrare durante il semestre caldo dell’emisfero settentrionale.

Abbiamo visto tutti come a causa della sua presenza, la gran parte dell’inverno 2011 sia stata condizionata da una continua invasione tutt’ora piuttosto marcata dell’ Anticiclone delle Azzorre sull’Europa occidentale e centrale, sempre spinto a portarsi eccessivamente ad Est e spesso ad adagiarsi lungo paralleli.

Una sorta di configurazione stabile simil estiva, confermata peraltro dagli indici climatici zonali anch’essi stranamente e ostinatamente positivi.

Il tutto e’ stato determinato, come si puo’ leggere nel mio articolo Niña: gli effetti inibenti sull'inverno mediterraneo. Lo schema a zeta rovesciata del 10 Mrzo 2011, dalla presenza di una zona  caratterizzata da una notevole anomalia termica positiva delle acque di superficie dell’Atlantico Settentrionale, in prossimita’ delle coste occidentali subtropicali africane; la zona cosiddetta della “latitudine dei cavalli”.

Ebbene non appare voler cessare di sussistere questa situazione, almeno nell’immediato futuro, il che potrebbe generare, se vi aggiungiamo la rinnovata e sempre piu’ energica radiazione solare stagionale, dovuta all’inclinazione dell’asse terrestre, un surplus termico positivo veramente notevole, che potrebbe andare  a condizionare pesantemente il posizionamento  dell’ITCZ ( Intertropical Convergence Zone), con una conseguente spropositata potenza di avanzamento verso nord e dunque verso il Mediterraneo da parte dell’Anticiclone Subtropicale Africano.

Questo vorrebbe dire una sola cosa e cioe’ eccesso termico caldo-umido e non e’ certo da  augurarselo gia’ ad Aprile.

Ma vediamo insieme le motivazioni di questa ipotesi nient’affatto remota, rivisitando brevemente il concetto riassuntivo di ITCZ:

L’ITCZ ( InterTropical Convergence Zone-Zona di convergenza intertropicale ), indica la zona di convergenza ( incontro ) degli Alisei dell'emisfero Nord che spirano da nord est verso sud ovest e quelli dell'emisfero Sud  che spirano da sud-est verso nord-ovest.

A seconda delle stagioni la linea di convergenza tra gli Alisei dell’emisfero nord e quelli dell’emisfero sud varia e determina quello che e’ denominato equatore climatico ( equatore fluttuante ), posizionato di volta in volta piu’ a nord o piu’ a sud dell’ equatore geografico ( equatore fisso o astronomico ).

Semplificando ulteriormente, rispetto all'equatore astronomico situato a zero gradi di latitudine e che divide la terra nei due Emisferi ( Boreale o Settentrionale e Australe o Meridionale ), l'equatore climatico fluttua a seconda delle stagioni verso Nord o verso Sud.

Un eccessivo avanzamento verso Nord di tale linea equatoriale nel semestre caldo, provoca lo spostamento del temutissimo e rovente Anticiclone Subtropicale Africano verso latitudini molto settentrionali rispetto alla norma. Come conseguenza il bacino del Mediterraneo e a volte le nazioni dell'Europa centrale e settentrionale si ritrovano in condizioni di grave surplus termico e di umidita'. Memorabile nei ricordi di tutti resta l'infernale e afosissima primavera-estate del 2003. L’articolo didattico intero lo trovate qui’: ITCZ ( InterTropical Convergence Zone )

E ora veniamo al dunque.

Proprio per quanto riferito ad inizio articolo, una vasta zona di anomalia termica calda in prossimita’ delle coste dell’Africa occidentale subtropicale, tende naturalmente a propagarsi anche verso le zone interne delle medesime latitudini.

Il fattore continentale e quello di subsidenza aerea ( schiacciamento ) caratteristici di quelle zone a permanente configurazione altopressoria, determinano la presenza al suolo di aria molto calda e altrettanto secca. Di qui’ tramite gli alisei a direttrice NordEst-SudOvest questa viene sospinta verso l’Equatore, dove a causa della fortissima umidita’ presente al suolo e in quota e la permanente situazione di Bassa Pressione, tende ad alimentare fortemente e a innescare potenti moti convettivi e quindi temporali di intensita’ notevole e di elevata frequenza.

Quindi, se questo che e’ lo scenario meteorologico usuale di queste zone, viene alimentato da un ulteriore apporto di energia calda, i fenomeni temporaleschi tendono a sviluppare una potenza ancora maggiore ed ad allargare la fascia territoriale di normale pertinenza dei fenomeni stessi, dilatando anche di centinaia di km l’avanzata verso nord ( nel nostro caso specifico) della zona di convergenza intertropicale ( ITCZ ).

Giunti a questo punto indirizziamo la nostra attenzione non piu’ su quello che accade al suolo o in prossimita’ di esso, ma alle quote superiori della Troposfera e per la precisione alla sommita’ delle nubi temporalesche, che in queste zone possono arrivare fino a 18/20Km di altezza, sfondando spesso in Stratosfera tramite la loro tondeggiante appendice superiore detta Overshooting Top.

Al contrario di cio’ che avviene al suolo, qui’ troviamo intensissimi venti di confine tra Troposfera e Stratosfera,  che viaggiano in direzione opposta a quelli di terra e quindi da SudOvest verso NordEst.

In queste correnti vengono inizialmente sospinte masse d’aria fredda ed umida direttamente fuoriuscite dalla vetta delle nubi temporalesche. Man mano che quest’aria  viaggia verso Nord perde la sua componente fredda  e il carico di umidita’ divenendo secca.

Una volta perse le sue caratteristiche fisiche e la spinta propulsiva iniziale datale dalla forte divergenza in quota presente a livello della sommita’ delle nubi temporalesche, l’aria con queste nuove caratteristiche viene a trovarsi nuovamente sulle zone subtropicali e precipitando verso il basso viene schiacciata e quindi scaldata, andando ad alimentare ulteriormente la gia’ permanente condizione altopressoria al suolo.

Un Anticiclone Subtropicale Africano di per se gia’ a componente molto calda e dalle forti caratteristiche di espansione termica, se alimentato da ulteriore energia calda tende ad espandersi ulteriormente, fino a lambire o oltrepassare la soglia delle acque mediterranee, apportando condizioni di anomalia non solo termica, ma anche di umidita’, acquisita nell’attraversare le superfici marine.

Abbiamo visto quindi come siamo in presenza di due fattori che potrebbero favorire un eccessivo avanzamento verso nord dell’ITCZ e di conseguenza dell’Anticiclone Subtropicale Africano.

Il primo costituito da un allargamento della fascia temporalesca caratteristica della ITCZ , che ne indurrebbe un posizionamento piu’ settentrionale rispetto a quello che normalmente avrebbe presentando una piu’ stretta fascia precipitativa.

Il secondo, derivante dal primo, e’ costituito da una sovralimentazione calda dell’Anticiclone Subtropicale Africano, che potrebbe facilmente arrivare in questo modo ad espandersi ben piu’ della sua norma del periodo e ad invadere in anticipo sulla stagione l’area del Mediterraneo.

Tutto cio’ che allo stato attuale rappresenta una valutazione improntata su elementi meteorologici oggettivi, potra’ essere facilmente verificato, monitorando i valori termici e precipitativi dell’avvio di Aprile e in secondo luogo, consultando quello che sara’ il primo bollettino sullo stato di avanzamento dell’ITCZ 2011, che verra’ emesso dal NOAA all’inizio della seconda decade del mese che sta per iniziare.

Luciano Serangeli

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