Astronomia
L'avventura di Rosetta continuerà fino al 2016. Zone ricoperte di ghiaccio fotografate da OSIRIS
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- Pubblicato 25 Giugno 2015
- Scritto da Ali Dorate
L'avventura continua per la sonda Rosetta! La sua missione si protrarrà fino alla fine di settembre 2016.
Dopo un inseguimento per oltre 6,4 miliardi chilometri (4 miliardi di miglia) lungo un decennio, la sonda Rosetta dell'ESA è arrivata vicino alla cometa 67P / Churyumov-Gerasimenko il 6 agosto 2014 e da quel giorno ha schierato il lander Philae che è sbarcato sulla cometa il 12 novembre 2014. Ha orbitato per oltre 10 mesi arrivando a volte a una distanza di 8 km pur di osservare la cometa da vicino. E' dotato di una suite di 11 strumenti per analizzare ogni aspetto della natura della cometa e il suo ambiente.
Inoltre, il lander Philae "si è svegliato" all'inizio di questo mese dopo un periodo di ibernazione e dopo aver registrato con successo circa 60 ore di osservazioni scientifiche dalla superficie. Attualmente la cometa 67/P sta diventando sempre più attiva man mano che orbiterà sempre più vicino al Sole nel corso dei prossimi due mesi. L'estensione della missione permetterà ai ricercatori un periodo di tempo più lungo per confrontare l'attività della comete, le proprietà fisiche e chimiche e la loro evoluzione.
Il 13 agosto 2015 sarà ad una distanza di 186 milioni di km dal Sole, tra le orbite della Terra e di Marte. "Saremo in grado di monitorare il calo dell'attività della cometa come ci si allonterà dal Sole nuovamente e avremo l'opportunità di volare più vicino alla cometa per continuare a raccogliere dati unici. Confrontando dettagliatamente il 'prima e dopo' dei dati, avremo una migliore comprensione di come le comete si evolvono durante la loro vita " spiegano dall'ESA.
Poichè la cometa è quasi al suo picco di degassamento e dell'attività di emissione della sua polvere, Rosetta deve osservare la cometa a distanza, pur rimanendo in stretta prossimità, per evitare danni alla sonda e ai suoi strumenti.
La squadra cercherà di atterrare sulla cometa 67P prima che Rosetta finisca il carburante poichè l'energia prodotta dagli enormi pannelli solari non sarà sufficiente a continuare le operazioni di missione. C'è ancora molto da fare per confermare che questo scenario di fine missione sia possibile. Bisogna prima vedere lo stato del veicolo spaziale dopo il perielio che si sta eseguendo in prossimità della cometa e poi bisogna cercare di determinare dove sulla superficie si potrebbe atterrare.
Ma intanto gli scienziati dell'ESA hanno appena pubblicato le foto che mostrano il ghiaccio sotto strati di macerie e polvere. Le foto scattate già nel settembre dello scorso anno, dalla fotocamera OSIRIS, (Optical, Spectroscopic, and Infrared Remote Imaging System) ha identificato circa 120 zone ghiacciate, ognuna grande qualche metro. Un nuovo studio pubblicato su Astronomy & Astrophysics ha preso in analisi proprio queste zone la cui luminosità è fino a 10 volte superiore rispetto alla luminosità media di tutta la superficie. Questo è probabilmente il luogo dove si può vedere acqua ghiacciata.
Esempi di zone ghiacciate visibili sulla cometa 67P / Churyumov-Gerasimenko nel settembre 2014. Le due immagini a sinistra sono state scattate da OSIRIS il 5 settembre; le immagini a destra risalgono al 16 settembre. Durante questo periodo la sonda era a circa 30-40 km dal centro cometa. Crediti: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA
Le immagini sono state prese da un'altezza di circa 30-40 km dal centro del nucleo. Le immagini a colori sono il risultato di tre immagini monocromatiche fatta in tempi diversi nella gamma di lunghezze d'onda rossa (882.1nm), verde (649.2nm) o blu (360.0nm).
Punti solidi luminosi possono essere visti ai piedi delle scogliere, il che significa che non sono stati lì per erosione o crollo di parti di mura. Ma ci sono luoghi in cui i punti luminosi non hanno alcun rapporto con il terreno circostante. Rosetta ha potuto rilevare diversi tipi di gas sprigionati dalla cometa, soprattutto vapore acqueo, anidride carbonica e monossido di carbonio, che si pensa provengano – appunto – dal ghiaccio su 67P. E proprio OSIRIS ha individuato e fotografato queste zone. Gli scienziati non escludono che queste rocce potrebbero essere state trasferiti in quei luoghi durante le fasi precedenti di alta attività della cometa. La presenza di ghiaccio d'acqua è la spiegazione più probabile.
Ali Dorate
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