L'angolo del direttore
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- Pubblicato 16 Gennaio 2016
- Scritto da Luciano Serangeli
- 19 febbraio 2016
Prosegue senza eccessi precipitativi e/o termici la nuova fase meteorologica delle ultime settimane, che vede come protagonista la dinamicità atmosferica.
Lasciatosi alle spalle il forte warming che ha avuto il suo apice nella prima decade del mese, la Stratosfera continua ad essere fortemente disturbata da nuovi forcing provenienti dal piano atmosferico inferiore, ovvero dalla Troposfera, cosa che depone a favore dell’ipotesi di un Vortice Polare troposferico destabilizzato, in grado per questo di portare disturbi meteorologici sino... LEGGI TUTTO
- 08 febbraio 2016
Qualcosa nella circolazione generale emisferica è cambiato, ma nulla di eclatante è previsto a carico dell’area mediterranea.
Il forte warming stratosferico, che sta avendo il suo apice in questi giorni, come detto nella previsione per la prima decade del mese, si trasferirà in Troposfera destabilizzando e spostando fuori sede la massa del Vortice Polare, che tuttavia, a causa della totale assenza di un’onda atlantica di blocco, distribuirà il suo apporto gelido, man mano che il Vortice stesso ruoterà in senso antiorario, tra Nord America centrale e... LEGGI TUTTO
- 30 gennaio 2016
I modelli meteorologici globali faticano a inquadrare un cambio di circolazione generale sul comparto europeo, ipotizzato in alcune recenti emissioni ma già ritrattato.
Per ora di certo c’è che complice un forte warming stratosferico, che si trasferirà in troposfera destabilizzando e spostando il baricentro del Vortice Polare, le medie latitudini, che dopo una breve parentesi fredda a metà gennaio, sono tornate a conoscere una stabile sorta di primavera, conosceranno un poderoso calo termico. Collocarlo territorialmente con esattezza è difficile se non impossibile da stabilire già da ora.
Al momento, per ciò che attiene all’Europa, in particolare quella meridionale, lo sconvolgimento termico in Stratosfera non sembra ne debba comportare uno altrettanto incisivo in Troposfera.
La situazione in Stratosfera rimane comunque da monitorare, benchè appaia piuttosto remota l’ipotesi dell’insorgenza di una robusta figura di blocco in Atlantico (Wave 2), in grado di frenare, qualora riprodotta in Troposfera, il flusso mite zonale, guidato da un persistente, profondo e irrefrenabile Vortice Canadese alle medie latitudini, risultato una costante della stagione in corso. Stagione nella quale infatti, ogni alzata anticiclonica di blocco, è stata immediatamente vanificata dal transito perentorio della succitata potente figura ciclonica (Vortice Canadese).
Come detto in precedenza, i modelli faticano a evidenziare una variazione alla “persistenza” di circolazione atmosferica in atto ormai da mesi.
I molteplici centri di bassa pressione, che caratterizzano il Vortice Polare lungo il suo bordo esterno, nelle proiezioni previsionali continuano a mostrare una forte vorticità sul lato Europeo. Ciò impedisce a tali depressioni un rallentamento dinamico e quindi di scemare in velocità di progressione lungo i paralleli, per scendere poi di latitudine lungo i meridiani.
Vengono inibite in parole povere le ondulazioni cicloniche verso le medie latitudini, favorendo la situazione atmosferica opposta, ovvero la permanenza di condizioni anticicloniche.
Nelle mappe sottostanti, la situazione attuale e la variazione di polarità del centro di massa del Vortice Polare intorno al 5 del mese in corso.
In definitiva, per intenderci meglio, la caratteristica costante che sembra doversi ripresentare anche nelle prossime settimane e che possiamo osservare nelle illustrazioni a seguire, è quella della presenza sul lato atlantico dell’Emisfero Settentrionale del centro di massa principale del Vortice Polare, ovvero del centro di bassa pressione del Vortice Polare con più forte vorticità, cosa che induce a una maggiore stazionarietà del Vortice Polare stesso e dunque a condizioni meteorologiche che non mutano, ripetendosi sempre uguali sulle medesime zone.
Dall’altra parte, sul lato pacifico dell’Emisfero Settentrionale, la presenza del centro di massa secondario, caratterizzato da minore vorticità, permetterà una maggiore oscillazione del Vortice Polare stesso e quindi l’alternarsi delle condizioni meteorologiche tra episodi più miti ed episodi più freddi.
Situazione barica emisferica del 30 gennaio 2016 a 500 hPa.
Situazione barica emisferica del 06 febbraio 2016 a 500 hPa.
Situazione barica emisferica del 09 febbraio 2016 a 500 hPa.
Per l’Europa meridionale, tra questa situazione e l’inverno “potenzialmente” gelido, che ci lascia fantasticare l’imminente forte scaldata in Stratosfera, di distanza ce ne passa. Per ora anche troppa.
Vedremo in seguito.
- 27 gennaio 2016
Sia ben chiaro.
Parliamo di una situazione “virtualissima”, nonché "lontanissima" nel tempo.
Quella che vediamo di seguito è infatti la proiezione della situazione in Stratosfera alla 10 hPa per il giorno 10 febbraio 2016.
Alla fine del 1984, una forte scaldata in Stratosfera alla quota di riferimento di 10 hPa sopra la Groenlandia, determinò poi, all’inizio del 1985, la situazione atmosferica in Troposfera che vediamo riportata nella mappa sottostante.
Un possente Anticiclone Groenlandese, che abbracciò anche l’Islanda, ebbe modo di unirsi parzialmente ad un modesto Anticiclone Atlantico, a formare un blocco oceanico alla circolazione zonale, con conseguente crollo del Vortice Polare sull’intera Europa, di cui tutti abbiamo ancora ben chiari gli effetti e i ricordi.
Fu il gelo, un marcato e lungo episodio di gelo, di cui gli annali di storia meteorologica conservano un’amplissima cronaca.
Come detto in apertura di articolo nessuno ne tragga affrettate conclusioni definitive. Ma restiamo comunque alla finestra in attesa dei prossimi run modellistici.
Se son rose fioriranno … ma solo dopo la metà del prossimo mese.
- 24 gennaio 2016
Notizie ambivalenti dalla Stratosfera.
Sono in atto e previste ulteriori corpose scaldate alla 10 hPa che destabilizzeranno notevolmente il Vortice Polare Stratosferico.
L’aumento di temperatura alla quota di riferimento sarà oltre che considerevole, molto esteso, tanto da interessare gran parte della Siberia, l’Alaska e parte del Canada.
Ne conseguirà quello che in gergo tecnico viene definito displacement (spostamento-dislocamento) dell’intera figura del Vortice Polare oltre il Polo Nord geografico, verso il lato occidentale emisferico.
Se da questo punto di vista tale collocazione del VP evoca l’arrivo di corpose irruzioni di aria artica sul nostro quadrante emisferico, è pur vero che manca la presenza di una figura essenziale affinché tali conseguenze termiche e meteorologiche possano interessare il nostro Paese.
Manca ovvero la presenza della Wave 2 atlantica, cioè la figura di blocco al Flusso zonale, nonché causa di rallentamento dinamico e successivo cedimento del VP alle medie latitudini, che qualora fosse confermata, consentirà alle correnti miti oceaniche di raggiungere i nostri territori, determinando tempo si perturbato ma termicamente dolce.
Tutto questo qualora anche in seguito fosse confermata la totale assenza di insorgenza da parte della Wave 2 dalla configurazione degli sviluppi atmosferici futuri in Stratosfera.
- 22 gennaio 2016
Inutile nasconderlo.
Chi ama e segue la meteorologia e non lo fa quindi in maniera nazional popolare, ovvero in quel modo di massa che porta a consultare compulsivamente le inutili iconcine descrittive del tempo sulle applicazione dei principali siti meteorologici nazionali, destinate a cambiare inevitabilmente ogni 5 minuti, essendo esse un prodotto di sintesi elaborato da stupidi computer senz’anima e senza capacità analitica intellettiva, chi, come dicevo, ama la meteorologia e ne esplora i concetti e ne approfondisce la conoscenza, ama per antonomasia l’evento meteorologico, l’espressione massima dell’atmosfera insomma, sia essa di tipo estivo che di tipo invernale.
Così d’inverno costoro e mi ci metto in mezzo anch’io, attendono spasmodicamente che il rimescolarsi continuo di Vortici Polari e Anticicloni Subtropicali, generino quella che per molti è una sorta di estrazione al lotto fortuna, in cui si possa concretizzare il sogno di veder realizzato (LEGGI TUTTO)
- 19 gennaio 2016
Dall’ultima emissione di GFS in ordine di tempo, giungono gli ultimi aggiornamenti sulla traiettoria delle precipitazioni nevose, che per poche decine di Km eviteranno la Capitale.
Il veloce campo di Bassa Pressione in transito sul Tirreno si sposterà, come è possibile osservare dalle mappe allegate, dalla Sardegna Orientale in direzione della Sicilia Settentrionale.
Troppo lontano quindi dalle coste del Tirreno Centrale per poter interessare la Toscana e il Lazio Settentrionale e Centrale, ma in grado invece di raggiungere con la curva ascendente orientale (sede delle precipitazioni), il Basso Lazio e in successione la Campania e la Calabria.
Probabile quindi poter vedere la comparsa della neve anche sulle coste del Lazio Meridionale, della Campania e della Calabria, con possibile comparsa dei fiocchi anche su città quali Latina, Napoli, Salerno e Lamezia Terme, non certo abituali per questo tipo di evento. Su tali località le precipitazioni nevose dovrebbero verificarsi in successione, a partire dalla nottata alla prima parte della giornata di martedì 19 gennaio 2016.
Sotto le mappe bariche di Meteociel, che mostrano come la traiettoria della Bassa Pressione sia troppo occidentale e troppo posizionata verso sud, per potere interessare le regioni che affacciano sul Tirreno Centrale, fatta eccezione per il Lazio Meridionale.
- 18 gennaio 2016
Come specificato nel precedente aggiornamento, le variabili atmosferiche legate ad un evento meteorologico sono in continuo aggiustamento previsionale sino al verificarsi stesso dell’evento.
Così dall’emissione GFS 6z di oggi, il piccolo centro di bassa pressione in veloce transito sul nostro Paese nelle prossime ore, appare scorrere troppo ad ovest e troppo a sud per interessare con precipitazioni il Lazio settentrionale e centrale.
Svanisce quindi per ora l’ipotesi di una leggera spolverata di neve sulla Capitale nella mattinata di domani, martedì 19 gennaio 2016.
Anche in questo caso ogni asserzione perentoria lascerebbe il tempo che trova, essendo presenti condizioni limite, il cui variare potrebbe determinare ancora e sino all’ultimo nuovi scenari evolutivi.
Restiamo quindi come si dice nel nuovo gergo linguistico italiano «attenzionati» e monitoreremo le prossime emissioni del modello americano con particolare attenzione
- 18 gennaio 2016
La bellezza della meteorologia sta nella sua perenne incertezza.
Ti stupirai di quello che non ti aspetti. Ovvero, ciò che appariva improponibile diviene improvvisamente realtà e all’opposto ciò che costituiva certezza assolutamente irrealizzato.
Accade così che dall’ultimo run modellistico dell’americano GFS, quello 18z di domenica 17 gennaio, «trasudi» una «suggestione» affascinante, almeno per chi non è avvezzo a condizioni climatiche particolari per il proprio territorio, come ad esempio la possibilità di una leggera spolverata di neve sulla Capitale.
Sia chiaro, giochiamo in ogni caso sul limite strettissimo di condizioni il cui variare seppur minimo potrebbe determinare il tutto o il nulla.
Per ora e solo relativamente a questa specifica emissione del modello americano, i parametri atmosferici alle varie quote di pertinenza «sembrano» favorevoli a una brevissima nevicata mattutina su Roma.
Breve, non consistente e collocata nell’arco di poche ore tra la notte e la mattinata del 20 di gennaio 2016.
Unica variabile non esattamente in linea con l’insieme delle condizioni atmosferiche concomitanti necessarie a tale evento, la provenienza dei venti al suolo da sud-est, che potrebbero richiamare dal Tirreno meridionale aria troppo mite per mantenere la temperatura idonea al verificarsi dell’evento.
Staremo a vedere, già dalla prossima emissione notturna di GFS.
- 17 gennaio 2016
Continuerà tra oggi e domani la fase nevosa fino a quote molto prossime al piano tra Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata, Murge Pugliesi, Calabria e interno della Sicilia.
Poi dopo una breve pausa al maltempo, un nuovo impulso instabile proveniente dai quadranti occidentali avrà modo di interessare velocemente tra la giornata del 19 e la notte del 20 gennaio parte della Liguria, l’Appennino Settentrionale e in sequenza l’entroterra toscano e laziale, di nuovo la Basilicata e intensamente i rilievi della Calabria.
Poi dopo una breve traslazione sulle regioni centrali adriatiche, la fase nevosa si trasformerà in lieve fase piovosa a causa dell’aumento delle temperature.
Avremo avuto modo così di testare la "veloce fase invernale" di cui abbiamo parlato con anticipo nei precedenti giorni, definita a ragione tale in quanto ha apportato al territorio il primo vero episodio stagionale di tipo invernale, senza però far registrare valori termici estremi o episodi di meteo estremo.
Al Settentrione le temperature si sono mantenute e si mantengono tuttora al di sopra della media stagionale come è facile evincere dalla sottostante mappa dell'Aeronautica militare.
Potrebbe essere a ragione, stando anche alle previsioni sull'andamento verso la fase positiva dei principali indici climatici regionali, il primo ma anche l'ultimo episodio di vero inverno sul nostro Paese, visto l'avvinarsi a febbraio, che per statistica non raramente si mostra come anonimo mese di transizione verso la primavera marzolina.
- 16 gennaio 2016
E’ prevista per questa notte l’entrata decisa di aria fredda in quota, che porterà al corrispettivo forte calo transitorio delle temperature al suolo.
L’apice del freddo verrà toccato nella giornata di lunedì 18 gennaio, per poi rientrare gradualmente già dalla giornata successiva ed esaurirsi definitivamente a metà settimana, quando entrerà in scena una figura anticiclonica a protezione del nostro Paese.
In concomitanza della decisa diminuzione termica in atto da questa notte, assisteremo alla comparsa di fenomeni nevosi essenzialmente tra Centro e Sud Italia, fatte salve le regioni del versate tirrenico.
Nevicherà sull’intera dorsale appenninica, mentre le Alpi, esclusi fenomeni locali, saranno interessate solo sui versanti esteri.
A causa delle basse temperature, la neve si porterà in prossimità del piano e localmente al suolo su Umbria, Abruzzo e Molise e a quote di bassa collina sul resto delle regioni meridionali, sulla Sicilia Settentrionale e sulla Sardegna Orientale.
In una prima fase, il Centro Italia risulterà protetto rispetto alle precipitazioni nevose al piano dalla dorsale appenninica, mentre nei primi giorni della prossima sarà la risalita delle temperature ad evitarne la comparsa.
Il Nord Italia è la parte di territorio italiano che allo stato attuale risulta la più protetta, per la presenza di un incipiente campo di alta pressione.
- 16 gennaio 2016
L’aria fredda prevista in arrivo nei giorni scorsi, ha iniziato a fluire sul nostro Paese, ma per ora le temperature al suolo si mantengono quasi ovunque in linea con quelle del periodo.
Al Settentrione le termiche risultano addirittura superiori alla norma di qualche grado, mentre sul Mezzogiorno d’Italia alcune località sono leggermente al di sotto della media stagionale.
Il quadro è ben visibile dalla mappa delle temperature pubblicata dal sito dell’Aeronautica Militare, dove con la specifica bianca si possono osservare le temperature comprese nella media decadale del periodo, con la specifica arancio quelle al di sopra e con la specifica azzurra quelle al di sotto.
Per quanto riguarda le precipitazioni non vengono per ora segnalati fenomeni degni di cronaca per la loro intensità o per creare disagi locali. Qualche temporale è in atto sulle regioni meridionali, mentre al Centro e al Nord si segnalano solo nuvolosità o cieli sereni.
Nelle prossime ore l'entrata più decisa di aria fredda sia dalla Porta del Rodano che da quella della Bora, determineranno un calo più sensibile delle temperature e l'inizio di precipitazioni nevose, particolarmente sul settore adriatico e su quello meridionale.
Per ora nevica esclusivamente sul Massiccio della Sila.
Luciano Serangeli
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