Terremoti in Italia
Prevenzione sismica scarsa, migliaia di morti in caso di forti Sismi: rapporto Shock della Protezione civile
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- Categoria: Terremoti in Italia
- Pubblicato 21 Maggio 2013
- Scritto da Andrea Raggini
Un rapporto della Protezione Civile fa "tremare", termine proprio adatto all'argomento, tutta l'Italia. In caso di forti sismi potrebbero risultare migliaia i morti!
L'Italia è una delle zone più sismiche dell'Europa e tutti lo sanno, ma di prevenzione sismica non se ne parla mai. Anzi non è vero: appena un forte terremoto provoca dei morti si, se ne parla, giusto per un mesetto, poi ci si dimentica di questa bella parolina.
L'Espresso da i numeri di questa possibile tragedia:
"Le stime sulle persone che in futuro potrebbero essere coinvolte, cioè il totale di morti e feriti nel caso di un forte terremoto, sono agghiaccianti: 161.829 a Catania, 111.622 a Messina, 84.559 a Reggio Calabria, 45.991 a Catanzaro, 31.858 a Benevento, 19.053 a Potenza, 73.539 a Foggia, 24.016 a Campobasso, 20.683 a Rieti. Nemmeno Roma verrebbe risparmiata con 6.907 abitanti sotto le macerie. A Verona sarebbero 7.601, a Belluno 17.520, a Brescia 5.224. Anche Milano dovrebbe organizzare le ricerche e il soccorso di 962 persone travolte dai crolli e l'assistenza a 26.400 senza tetto. Vanno poi sommati gli effetti nei paesi e nelle città vicine, aggravando così il bilancio del disastro. La prova evidente di quanto tempo l'Italia ha sprecato: non solo dalle scosse che proprio un anno fa hanno sconvolto parte dell'Emilia, o dalla tragedia dell'Aquila nel 2009, ma soprattutto dall'ultima grande catastrofe che ha raso al suolo l'Irpinia il 23 novembre 1980. Trentatré anni di calma buttati via."
Il nostro Paese è capace di spendere soldi ovunque, ma non per combattere il pericolo che viene dal sottosuolo: il Terremoto.
L'Italia è in gran parte sismica, ma quali le zone più a rischio?
Ecco cosa scrive in proposito sempre l'Espresso:
"Una rete di monitoraggio internazionale, alla quale partecipa il dipartimento di Matematica e geoscienze dell'Università di Trieste, ha acceso un segnale d'allarme sull'Italia centrale e sul Meridione, in particolare sulla Calabria e la Sicilia orientale. Nel Centro, l'allerta è stata attivata dal novembre 2012. In Calabria e Sicilia dal gennaio 2012, dopo diciotto anni di silenzio del sottosuolo. La situazione viene valutata ogni due mesi in base all'attività sismica di fondo. E a marzo 2013 l'allarme degli scienziati per un forte terremoto era ancora in corso. Il dato corrente, aggiornato a inizio maggio, è tenuto segreto. Viene comunicato soltanto alle agenzie governative. Il gran numero di piccole scosse registrato in questi giorni proprio in Calabria e nell'Italia centrale dimostra comunque che la nuova energia che da qualche tempo attraversa la crosta terrestre tra l'Africa e l'Europa non si è dissipata."
Ma un ipotetico terremoto al Sud, quanti morti provocherebbe?
Ecco come conclude l'articolo l'Espresso:
"Ipotizzando un sisma di magnitudo 7 nell'Appennino meridionale, intensità ritenuta possibile perché già registrata in passato, si prevedono fino a 11.000 morti e più di 15.000 feriti. La media mondiale per un sisma di quel livello si ferma a 6.500 morti e 20.500 feriti. In Giappone a 50 morti e 250 feriti. La grande differenza nei numeri tra Italia e Giappone è chiaramente dovuta alle tecniche di costruzione impiegate e agli investimenti nella prevenzione."
Riflettete... Non è allarmismo questo: bisogna però essere consapevoli del grosso rischio che ogni giorno corriamo, praticamente tutti.
Andrea Raggini
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