Editoriali Sismologia
I terremoti da lento slittamento sotto Tokyo stanno sollecitando le faglie?
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- Pubblicato 10 Agosto 2014
- Scritto da Paolo Lui
Il Giappone si trova all'incrocio di molteplici placche tettoniche. Appena ad est dell'isola c'è una profonda trincea chiamata Sagami Trough. Per monitorare il lento scivolare nella regione, gli scienziati stanno tracciando il movimento della superficie della penisola Boso, sul lato orientale della baia di Tokyo, dove la placca filippina si immerge sotto la placca eurasiatica, creando la depressione.
Per studiare i movimenti delle placche in Tokyo, Shinzaburo Ozawa, della Geospatial Information Authority of Japan a Tsukuba, ha utilizzato sensori GPS, e i suoi risultati sono stati pubblicati in Geophysical Research Letters.
Più di 13 milioni di persone vivono a Tokyo, una città che è stata devastata da terremoti nel passato e rischia di essere scossa di nuovo. Dato l'enorme magnitudo 9 del terremoto di Tohoku, e il conseguente tsunami nel marzo 2011, gli intervalli di ricorrenza nel lento scivolare sotto la capitale del Giappone si sono accorciati, e di conseguenza la possibilità di grandi terremoti aumenta. Questo ha spronato i sismologi a chiedersi se questo strisciamento asismico potrebbe segnalare un conto alla rovescia per il prossimo "big one" a Tokyo.
Tra il 28 dicembre 2013 e il 10 gennaio 2014, i sensori GPS hanno rilevato uno spostamento di 10 centimetri tra le due placche per il periodo di due settimane, equivalente all'energia rilasciata da un terremoto di magnitudo 6.5. Lo slittamento avviene a poco più di due anni dopo l'ultimo evento asismico del Boso, una scorrimento nel mese di ottobre e novembre 2011.
Questo intervallo di ricorrenza è sempre più breve, passando da 6,4 anni nel 1996 ai 4,2 anni nel 2011. Le grandezze stimate al momento per gli eventi di lento slittamento sono rimaste relativamente costanti: 6,7 nel 2011, 6,6 nel 2007, 6,6 nel 2002 e 6,6 nel 1996, con un database sul scivolamento della penisola Boso che risale al 1996, quando sono stati installati i monitor GPS; i sismografi non registrano il lento slittamento, che generalmente non causa alcun danno, spiega Ozawa.
Parte centrale del dibattito sulla questione è se gli eventi di lento scivolamento aumentano o diminuirscono lo stress in sistemi di faglie complesse, come quella sottostante Tokyo. Da un lato, questi eventi di sbandamento possono erodere qualsiasi aumento dello stress applicato dopo l'evento di Tohoku, ma un aumento del tasso di piccoli o moderati terremoti potrebbe anche significare un aumento della probabilità di un terremoto di grande dimensioni lungo la linea.
Dopo Tohoku, la sismicità nella zona di Tokyo è aumentata di dieci volte, per poi stabilizzarsi a tre volte il tasso pre-Tohoku. Uno studio pubblicato l'anno scorso in Geophysical Research Letters da Stein, e il suo collega Shinji Toda della Tohoku University di Sendai, in Giappone, ha stimato una probabilità del 17% che un grande terremoto possa colpire Tokyo prima del 2018, un profilo di rischio di due volte e mezzo più grande prima dell'evento di Tohoku...
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