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I satelliti SWARM gettano nuova luce sulle DINAMICHE dell'atmosfera superiore

Dopo un anno in orbita i tre satelliti Swarm hanno fornito un primo sguardo all'interno della Terra, iniziando a gettare nuova luce sulle dinamiche dell'atmosfera superiore, tutta la zona della Ionosfera fin oltre 100 km al di sopra, fino alle estensioni esterne della nostra protezione a schermatura magnetica. Questo quanto riferito nella giornata di ieri dall'ESA.

Una serie di lavori scientifici, pubblicati recentemente sulla rivista Geophysical Research Letters, conferma il notevole potenziale di questa missione unica nel suo genere; "questi risultati dimostrano che tutto lo sforzo meticoloso della missione Swarm stanno sicuramente dando i suoi frutti", riferisce Rune Flobergaghen, della Swarm Mission Manager dell'ESA. Lo sciame ha il compito di misurare e districare i diversi segnali magnetici che derivano dal nucleo della Terra, dal mantello, dalla crosta, dagli oceani, dalla ionosfera e non ultimo dalla magnetosfera, con l'impegno che serviranno però almeno altri quattro anni per completare definitivamente il quadro.

La missione Swarm fornisce importanti informazioni riguardanti molti processi naturali, da quelli che si verificano in profondità all'interno del Pianeta a quelli che invece caratterizzano lo spazio, causati essenzialmente, in primo luogo, dall'attività solare. A sua volta, questa informazione, produrrà una migliore comprensione del perchè il campo magnetico si sta indebolendo.

I tre satelliti Swarm sono identici, ma per ottimizzare il campionamento nello spazio e nel tempo le loro orbite sono diverse e cambiano nel corso della missione (un aspetto fondamentale). E' anche un modo molto semplice ed efficace per monitorare i cambiamenti che si verificano nel campo principale prodotto dal nucleo della Terra, che ci protegge dalle particelle cosmiche dannose e cariche.

Uno degli artefici di questa missione, Gauthier Hulot dell'IPG di Parigi, ha riferito che "il nostro campo magnetico è in gran parte generato dal nucleo esterno della Terra. La costellazione fornisce dettagli sul modo in cui sta cambiando e indebolendo il nostro scudo protettivo. Questo è quello che alla fine renderà possibile il modo in cui questo settore si evolverà nei prossimi anni".

Molto presto, nella missione, quando i tre satelliti orbitavano molto più vicino tra di loro (prima come perle a corda, poi side by side) con un satellite che raggiungeva progressivamente un'orbita leggermente superiore e la separazione della coppia più bassa, molto vantaggio potrebbe essere guadagnato dai ricevitori GPS, le termocamere ioni di litio e le sonde Langmunir, che integrano i magnetometri su ciascun satellite. Di conseguenza, quindi, la maggior parte dei primi risultati si concentravano sui segnali prodotti dalle correnti elettriche molto dinamiche vicino alla Terra. Questo getta quindi nuova luce sul comportamento delle molte correnti che fluiscono all'interno della Ionosfera e lungo le connessioni della Magnetosfera.

Rinaldo Cilli

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