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Gli SMARTPHONE come strumento di ALLERTA per i terremoti?
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- Pubblicato 15 Aprile 2015
- Scritto da Rinaldo Cilli
Gli smartphone, o altri dispositivi elettronici personali potranno, nelle regioni ove ve ne fosse la necessità, funzionare come sistemi di allerta precoce per i grandi terremoti. Questa tecnologia potrebbe rivelarsi particolarmente utile soprattutto per quelle regioni del mondo che non possono permettersi sistemi più importanti e sofisticati, in quanto assai costosi.
Lo studio, condotto da scienziati della US Geological Survey e pubblicato il 10 Aprile nella nuovissima rivista AAAS Science, ha scoperto che i sensori degli smartphone e di altri dispositivi simili potrebbero essere utilizzati per la costruzione di sistemi di allarme per i terremoti. Nonostante sia meno accurata rispetto altre attrezzature scientifiche di livello (come il GPS) i ricevitori di uno smartphone sono in grado di rilevare un eventuale movimento della terra permanente, causata da un generale movimento determinato da un forte terremoto.
Usando le osservazioni di tutti gli smartphone che aderiranno a questa iniziativa, i terremoti potrebbero essere rilevati e analizzati, con gli allarmi sismici personalizzati che potrebbero essere trasmessi utente per utente. Questo significa che tutta la comunità beneficerà di questo allarme, in modo tale che tutte le persone siano preparate ad un eventuale, violento terremoto. I sistemi rapidi per le rilevazioni di un terremoto rilevano l'inizio di un terremoto e rapidamente trasmettono gli avvisi a persone e sistemi automatizzati. Questi sistemi sono attualmente disponibili solo in poche regioni del mondo, su tutte però il Messico e il Giappone.
"La maggior parte dei Paesi del mondo non riceve avvertimenti riguardo l'arrivo probabile di un terremoto, perchè i costi di costruzione delle reti di monitoraggio sono molto alti", ha riferito il geofisico dell'USGS Benjiamin Brooks. I ricercatori, in particolare, hanno testato la fattibilità del programma MER crowd-sourced con una simulazione di un ipotetico terremoto di magnitudo 7 e con i dati reali del sisma di M, 9,0 che nel 2011 colpì il Giappone. I risultati mostrano che il crowd-sources può essere raggiunto solo con una piccola percentuale di persone in una determinata area contribuente dalle informazioni di ogni singolo smartphone.
Ad esempio, se i telefoni di circa 5.000 persone in una grande area metropolitana hanno allertato l'arrivo di un terremoto, quest'ultimo potrebbe essere rilevato e analizzato abbastanza velocemente per emettere un avvertimento alle aree più lontane prima della comparsa "dell'agitazione". "La velocità di un avviso elettronico viaggia più velocemente di quanto lo faccia la scossa di terremoto", ha spiegato Craig Glennie, un professore presso l'Università di Huston.
Gli autori hanno scoperto che si sensori degli smartphone e dispositivi simili potrebbero essere utilizzati per emettere avvisi di terremoti di magnitudo 7 o superiore, ma non per i più piccoli. "Il sistema di allerta precoce si sta costruendo su reti scientifiche di altissima qualità, ma gli approcci di più persone a questo progetto potrebbe aumentare in maniera esponenziale la buona riuscita del tutto. Inoltre, si potrebbero emettere avvertimenti di medio-alta qualità anche laddove non sono presenti reti di qualità", riferisce Douglas Dato, coordinatore USGS del sistema di allarme precoce ShakeAlert.
Rinaldo Cilli
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