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Una sonda spaziale verso l'AURORA BOREALE. VIDEO e FOTO
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- Pubblicato 03 Febbraio 2015
- Scritto da Ali Dorate
Le aurore boreali che danzano nel cielo notturno ipnotizzano l'osservatore casuale, ma per gli scienziati della NASA ciò che maggiormente interessa è ciò che accade dopo lo spettacolo di luci.
Per loro è qualcosa di più che un bagliore di luci e pone molti interrogativi sul ruolo che l'aurora boreale svolge nei processi meteorologici della Terra e l'impatto che essa può avere sul clima del pianeta. La NASA, in collaborazione con la Utah State University, ha lanciato il razzo Oriole IV suborbital sounding il 28 gennaio 2015 alle 05:41, dal Poker Flat Research Gamma, in Alaska. La sonda contiene sette carichi utili progettati per raccogliere informazioni sul riscaldamento della termosfera dopo gli eventi aurorali, e i suoi effetti sui satelliti che orbitano intorno alla Terra.
" I payload vengono espulsi dal razzo in direzioni diverse ad alta velocità, in sostanza, in qualità di boe da spazio, per creare una rete di misure che ci permetterà di vedere la struttura dell'aurora su un'area molto più ampia di quanto non fosse possibile prima," ha spiegato Tim Neilsen, un program manager per ASSP della Utah State University.
Gli eventi aurorali si verificano su un numero di pianeti in cui un nucleo di ferro è presente per produrre un campo magnetico, compresi Giove e Saturno. Sulla Terra, l'Aurora Borealis ossia l'aurora boreale, è visibile dai luoghi ad alte latitudini dell'emisfero settentrionale, come l'Alaska e Islanda. La sua controparte meridionale, l'Aurora Australis, può essere vista dall'Antartide, l'Australia, e la punta del Sud America.
Ma le interazioni delle particelle fanno qualcosa in più alla Terra che semplicemente produrre una vista spettacolare. Esse colpiscono anche i satelliti in orbita del nostro pianeta.
"I venti solari producono corrente elettrica nell'atmosfera superiore, dove si verifica l'attività aurorale, e quelle correnti producono calore che può espandere la termosfera, che aumenta la resistenza sui satelliti in modo significativo", ha detto il professor Charles Swenson, direttore del Center for Space Engineering presso la Utah State University, nel comunicato.
Per i satelliti entro 620 miglia della superficie terrestre, una termosfera espansa può aumentare la resistenza del 1.000 % o più per diversi giorni, secondo Swenson. E quando un satellite sperimenta un freno significativo per così tanto tempo, la sua orbita può decadere.
Ali Dorate
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