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Monitoraggio delle comunità di mesoplankton nel Mar Cinese orientale nel corso di una serie di tifoni
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- Pubblicato 13 Gennaio 2015
- Scritto da Ali Dorate
E' difficile valutare esattamente ciò che accade durante un tifone, soprattutto nel mare.
Questi eventi spesso promuovono la crescita fitoplanctonica nelle acque superficiali come risultato di risalita e trasporto di nutrienti, ma i loro effetti sulle acque superficiali e negli ecosistemi sono poco conosciuti. L'Okinawa Institute of Science and Technology Graduate University, ha lanciato un osservatorio sottomarino per monitorare ciò che accade nel mare nei lunghi periodi. La ricercatrice Mary Grossmann, ha utilizzato l'osservatorio per determinare ciò che accade al plancton durante un tifone. Il suo studio è stato pubblicato online sul Journal of Oceanography.
"Non sappiamo ciò che accade durante i tifoni ed è difficile scegliere le attrezzature che siano abbastanza sensibili per rilevare la morfologia del plancton e che possano anche sopportare la forza di un tifone". E' stata istituita una stazione al largo della penisola Motobu in Okinawa, l'OCTOPUS, che sta per Cabled Teleoperational Observatory Platform for Undersea Surveillance. "Usando una telecamera montata su un sottomarino abbiamo raccolto i primi dati sulle osservazioni in sito della comunità di mesoplankton nel corso di una serie di tifoni".
L'OCTOPUS contiene una decina di strumenti di monitoraggio marino, tra cui fotocamere, monitor d'onda, e sensori di temperatura. La stazione si trova vicino al fondo dell'oceano, a circa 20 metri sotto la superficie, e viene alimentata tramite il Churaumi Aquarium. "Abbiamo avuto problemi con i cavi durante il primo tifone", ha spiegato Grossmann. " Alcuni dei cavi sono saltati tagliando l'alimentazione dei sensori. Durante un altro tifone, l'acquario è rimasto senza energia elettrica, impedendoci di raccogliere tutti i dati durante la tempesta". Ma alla fine della stagione dei tifoni del 2013, Grossmann e il professor Satoshi Mitarai hanno usato un dispositivo, il Continuous Plankton Imaging System, riuscendo così a monitorare la situazione. Il dispositivo impiega quattro immagini ad alta risoluzione ogni secondo, ciascuna focalizzata su 30 microlitri di mare, la dimensione di una piccola goccia d'acqua. Grossmann ha usato le immagini per identificare ogni organismo vivente nel volume fotografato. Un computer ha aiutato per il lavoro di ritaglio di tutto lo spazio vuoto in ciascuna immagine. "Okinawa è oligotrofico, il che significa che non c'è molto cibo", ha spiegato Grossmann.
"L'acqua è di un azzurro intenso e molto chiaro, il che ci ha consentito di poter vedere veramente nel profondo, e questo significa che non c'è nulla in esso." Eppure, Grossmann ha identificato più di cinquantamila plancton per questo studio, tra cui diatomee, radiolari, copepodi, isopodi, e alcune piccole forme di gamberetti, gelatine e pesce. Sono stati poi studiati per vedere come si fossero modificati i livelli di plancton nel corso del tifone. Si è scoperto che ogni tifone non ha agito allo stesso modo, ma sono stati rinvenuti un paio di modelli interessanti. Ad esempio, le diatomee e radiolari, due gruppi di drifting plancton, sono aumentati durante tutti i tre tifoni. Alcuni gruppi di plancton capaci di nuotare, compresi meduse e isopodi, sembrano aver evitato attivamente le acque torbide durante un tifone. Questo ha senso, dal momento che molti di essi hanno le stesse dimensioni delle particelle di sabbia agitate intorno all'oceano.
Non è ancora sicuro dove vanno le specie che nuotano durante i tifoni, ma la ricercatrice ritiene che potrebbero trovarsi nell'acqua più chiara. "Le abitudini migratorie coerenti del plancton hanno sorpreso Grossmann. "Anche nel bel mezzo di un enorme tifone non cambiano i loro modelli. Gamberi e isopodi, per esempio, escono per alimentarsi solo di notte". A un certo punto la ricercatrice ha osservato che gli anfipodi inondano le immagini, e poi un folto gruppo di chetognati, che rapidamente entra sostituendo le anfipodi. "Non potevo spiegare questo improvviso cambiamento fino a quando non ho visto un anfipode all'interno di una dei chetognati; i chetognati mangiano gli anfipodi".
Grossmann si è affrettata a sottolineare che questo studio non è affatto completo. Dopo tutto, si può vedere solo una frazione minuscola dell'ecosistema. Le piacerebbe montare una telecamera su un argano, in modo da scattare fotografie ad ogni profondità. Ma è impossibile che l'installazione possa sopravvivere a un tifone. Inoltre, anticipa che la stazione sarà in grado di raccogliere i dati durante più tifoni nella prossima stagione, perché si sta assestando nella sabbia. "I cavi stanno lentamente affondando," dice Grossmann ", così l'anno prossimo saranno più protetti."
Ali Dorate
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