Glaciologia
L'anomalia dei GHIACCIAI del Karakorum; perchè continuano ad aumentare? I DETTAGLI
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- Categoria: Glaciologia
- Pubblicato 24 Ottobre 2014
- Scritto da Rinaldo Cilli
I ricercatori della Princeton University e di altre importanti istituzioni potrebbero aver finalmente compreso il meccanismo piuttosto complesso che per anni ha eluso numerosi scienziati e che potrebbe in futuro garantire un'elevatissima disponibilità di acqua per centinaia di milioni di persone.
C'è un mistero che aliegga, negli ultimi anni, sul fenomeno noto anche come "l'anomalia del Karakorum", i ghiacciai delle montagne del Karakorum, nel sistema montuoso dell'Himalaya. Pensate, a differenza di tutti i ghiacciai sparsi in tutto il mondo questi sono rimasti stabili e anzi, addirittura hanno aumentato la propria massa (altrove la diminuzione è stata graduale negli ultimi decenni).
E' noto che i ghiacciai himalayani forniscono acqua dolce ad una zona densamente popolata che comprende la Cina, il Pakistan e l'India, e sono la "fonte" primaria per i fiumi Gange e Indo, due dei più grandi corsi d'acqua dell'intero Pianeta. Negli ultimi anni son stati fatti numerosi tentativi per spiegare questa stabilità dei ghiacciai del Karakorum, anche se fino ad ora le risposte son tardate ad arrivare.
Un gruppo di ricercatori, in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, sostengono che il ghiacciaio tende a mantenersi stabile in virtù dell'andamento stagionale localizzato e ristretto solo per quelle aree, con un pressoché totale predominio del clima freddo e secco anche durante l'Estate.
C'è da dire infatti che l'altopiano tibetano, ad esempio, riceve la maggior parte delle precipitazioni durante il monsone che d'estate investe il sud-est asiatico, ma qui i ghiacciai si sono sensibilmente ritirati durante gli ultimi anni.
Tuttavia, ed è bene ribadirlo, la stagione delle precipitazioni per il Karakorum si verifica in generale durante la stagione invernale, quando l'andamento meteo-climatico è fortemente influenzato dai freddi venti provenienti dall'Asia centro-settentrionale. I ricercatori hanno determinato che le nevicate invernali sono estremamente fondamentali per il mantenimento della massa del ghiacciaio, che a quote superiori ai 4500 metri si presenta in generale stabile o tende addirittura a crescere.
Secondo quanto riferito da Sarah Kapnick, ricercatrice post-dottorato nel Programma di Pinceton, la mancanza di dati osservativi affidabili e l'utilizzo di modelli informatici a bassa risoluzione, ha "oscurato" le sottigliezze del ciclo stagionale del Karakorum, impedendo pertanto agli scienziati di svelare le cause di questa anomalia.
Le difficoltà dei modelli infatti è collegata al fatto che il Karakorum dispone di numerosi cambiamenti di elevazione in una piccola area geografica; la gamma vanta infatti quattro montagne che sono più alte di 8000 metri, numerose che raggiungono i 7.000. Il tutto in un'area che ha una lunghezza di 500 km (tra cui c'è compreso anche il K2, la seconda vetta più alta del mondo).
Nel loro studio i ricercatori hanno confrontato il loro modello con i modelli climatici del gruppo inter-governativo di esperti delle Nazioni Unite (l'IPCC), che mediamente hanno una risoluzione di 210 chilometri quadrati. A questa scala il Karakorum è ridotto ad un'altezza media che è troppo bassa e si traduce con temperature troppo calde per sostenere i livelli sufficienti di neve durante tutto l'arco stagionale.
Secondo Kapnick, quindi, il Karakorum riceverà ulteriori, importanti apporti nevosi almeno per altri 100 anni, anche se poi saranno necessari ulteriori sforzi modellistici per capire come i ghiacciai esistenti possano cambiare nel tempo a seguito di fusioni, valanghe o altri, importanti fattori.
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