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Climatologia

Neve e freddo in Italia: perchè sono così difficili?

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Perchè l'Italia è l'unico Paese del Mediterraneo europeo in cui difficilmente nevica o fa freddo.

nevefreddo italia difficoltàIrrimediabilmente, chi si occupa di meteorologia e climatologia, prima o poi deve fare i conti mentalmente e prendere coscienza con il fatto che l'Italia peninsulare è immersa in un bacino tiepido rispetto agli altri paesi europei e, soprattutto, che "non esiste meteorologia senza buona  conoscenza della geografia".

Si potrebbe dire che anche la Spagna, la Francia, tutti i paesi dell'ex Iugoslavia affacciati sull'Adriatico, l'Albania e la Grecia, sono nelle stesse condizioni dell'Italia, in quanto affacciano sul Mediterraneo.

Così non è.

L'Italia ha un surplus di protezioni orografiche rispetto agli altri Paesi del Mediterraneo, costituite da catene montuose disposte geograficamente in maniera quasi perfetta, che rappresentano un forte ostacolo all'afflusso diretto di correnti fredde continentali sul nostro Paese.

Una sorta di "cassaforte orografica protettiva", che fa del clima italiano uno degli aspetti più conosciuti e attrattivi del Bel Paese.

Questo in termini riassuntivi non sta a significare che in Italia vi sia quantitativamente un minor numero o un minor accumulo di precipitazioni nevose, ma che il quadro sinottico meteorologico complessivo, affinchè sul nostro territorio possano fare ingresso masse d'aria d'origine artico-continentale o artico-marittima, che riescano a determinare freddo e neve sino in pianura, è particolarmente complesso e difficile da realizzarsi.

Ma veniamo al dunque e procediamo coi singoli Paesi del Mediterraneo.

La Francia, non avendo ostacoli orografici ad est, è completamente indifesa dall'afflusso di aria fredda di tipo artico-continentale dall'Europa centro-settentrionale e nord-orientale.

Aggiungiamo inoltre che a nord affaccia sull'Oceano Atlantico, il quale oltre ad essere un mare notevolmente più freddo del Mediterraneo, garantisce il libero ingresso da nord a correnti fredde di natura artico-marittima.

La Spagna, pur avendo a nordest la barriera naturale costituita dai Pirenei, che comunque ha ampi varchi costituiti da zone altimetriche molto limitate, sia nella zona terminale est che in quella ovest, ha come mare l'Atlantico (stesso discorso della Francia) a nord (Golfo di Biscaglia), dal quale l'aria fredda di provenienza orientale penetra dalla Francia, scendendo naturalmente a sud e invadendo il Paese.

Nelle illustrazioni sottostanti vediamo tali caratteristiche geografico-orografiche.

I varchi laterali pirenaici

aggiramento pirenei

L'entrata fredda dal Golfo di Biscaglia

entrata golfo biscaglia

Continuiamo analizzando singolarmente gli esempi degli altri Paesi.

Quelli della ex Iugoslavia e l'Albania, affacciano sull'Adriatico (mare semichiuso più freddo della media dei mari del Mediterraneo) e alle spalle hanno l'intero continente euro asiatico da cui provengono masse d'aria fredda di tipo artico-continentale.

La Grecia è l'unico Paese come l'Italia ad essere totalmente immerso nel Mediterraneo, ma con una differenza sostanziale dal punto di vista delle irruzioni fredde da est-nordest.

Innanzitutto la Grecia costituisce il terminale meridionale della Penisola Balcanica, quindi a nord ha territori continentali vastissimi che sono serbatoio di stagnazione fredda d'inverno, come la conca danubiana che è chiusa ad est dalla catena Carpazi- Balcani e ad ovest dalle Alpi Dinariche e dal Pindo.

A causa della montuosità di tutta la zona a nord della Grecia, le irruzioni fredde di natura artico-continentale provenienti da tale direzione sono orograficamente contrastate, mentre quelle da est-nordest sono invece favorite dalla presenza del Mar Nero, facilmente transitabile dalle correnti gelide in arrivo dall'Ucraina, che non trovano ostacoli montuosi sulla loro strada.

La catena montuosa del Pindo, che è posta sul lato occidentale della Grecia, funge da barriera per la propagazione del freddo nell'Egeo e allo stesso tempo favorisce fenomeni di blocco locale (stau) del gelo sull'intero territorio greco.

A tale riguardo ecco un brano tratto da Wikipedia:


Atene presenta un tipico clima mediterraneo con estati calde, secche e soleggiate, inverni miti e scarse precipitazioni. In inverno non sono comunque rari gli afflussi di aria fredda proveniente dall'est europeo che abbassano la temperatura di parecchi gradi portando in alcuni casi a precipitazioni nevose. Sono da ricordare, al riguardo, le tempeste di neve del febbraio 1992, del gennaio 2002, del febbraio 2004 e del febbraio 2008, particolarmente abbondanti.

L'illustrazione sottostante mostra quanto sinora descritto.

Incursioni fredde da nord e da est-nordest. Notare come la catena del Pindo funga da stau (stop-blocco) al prosieguo dell'avanzata fredda.

irruzioni fredde grecia

Questo spiega perchè spesso, sulle carte a 850 hpa, vedete termiche gelide inchiodate sul lato orientale dell'adriatico, che fanno notevole fatica a riversarsi sul versante italiano.

Le Alpi Dinariche e il Pindo infatti, fanno da diga naturale al propagarsi del freddo da est, che rimane a stagnare sulla Penisola Balcanica.

Unico misero varco italiano (piuttosto esiguo e non certo pianeggiante) all'ingresso di aria fredda da oriente è costituito dalla Porta della Bora, che il più delle volte proietta i suoi effetti freddi esclusivamente sulla Pianura Padana orientale e sull'alto Adriatico.

nevefreddo italia difficoltàPer il resto, anche quando l'aria pesante e fredda che ristagna immediatamente a est delle Alpi Dinariche riesce a trovare la spinta giusta per valicare i monti, viene immediatamente mitigata termicamente dal transito sull'Adriatico e infine trova lo stop definitivo alla propagazione verso il Tirreno costituito dalla catena montuosa degli Appennini.

Tolto l'ingresso da est, l'effetto barriera a discese di aria fredda da nord è costituito dall'arco alpino.

Unica strada alternativa a quella della Porta della Bora è costituita dalla Valle del Rodano, varco naturale ad ovest delle Alpi che sfocia nel Mediterraneo, in cui l'aria di origine artico-continentale giunge dopo averle circumnavigate.

In questo caso però, l'ingresso nel Golfo del Leone, mitiga di per se la componente fredda dell'aria e molto spesso a seconda dell'asse di entrata nel Mediterraneo, la mescola coi caldi venti di richiamo da sud, trasformandola in quello che viene detto Libeccio freddo, vento umido e semi-freddo che molto difficilmente genera fenomeni nevosi.

Concludendo, quando osservate le nascenti proiezioni modellistiche che paventano possenti ondate di gelo sul nostro Paese, tenete sempre conto della "cassaforte orografica protettiva" che rinchiude il nostro territorio e della sua immersione nelle tiepide acque mediterranee.

Considerando ciò, potrete limare di molto sin dall'inizio i dati empirici emessi e pervenire approssimativamente a più miti consigli sull'effettivo andamento futuro delle condizioni atmosferiche.

Luciano Serangeli mpi end

Luciano Serangeli

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