Astronomia
Rosetta: passato, presente e futuro di un SUCCESSO senza precedenti
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- Categoria principale: Scienze Naturali
- Categoria: Astronomia
- Pubblicato 14 Novembre 2014
- Scritto da Renato Sansone
Era il 1986 quando il veicolo spaziale dell'ESA, Giotto, volava oltre la cometa di Halley. Soltanto 9 anni più tardi, la sonda Deep Impact della NASA colpì la cometa Tempel 1 con un proiettile impattatore, generando un cratere di 200 metri di diametro e 50 metri di profondità. Ed infine, nel 2011, la missione Stardust della NASA raccolse alcune molecole e frammenti provenienti dalla cometa Wild 2, grazie ad uno speciale materiale a bassissima densità chiamato aerogel.
Ma è stato il 12 Novembre 2014 che un veicolo è atterrato sul volto di una roccia spaziale per la prima volta nella storia dell'umanità.
L'accometaggio, dopo un viaggio di 10 anni, è avvenuto dopo 7 ore di discesa del lander Philae e dopo alcuni inconvenienti ai razzi di propulsione. Un successo mondiale a cui ha partecipato anche il nostro paese. Un lungo viaggio cominciato nel 2004, quando Rosetta, il cui nome ricorda il manufatto dell'antichità, raggiunse lo spazio attraverso un vettore Ariane5. Lo scopo era ben preciso: aiutare gli scienziati a svelare i misteri che aleggiano su questi corpi così misteriosi che provengono dagli albori del sistema solare.
Oggetti che potrebbero avere un'importanza fondamentale per la vita sulla Terra, dal momento che alcune ricerche individuano negli impatti cometari i principali responsabili attraverso i quali gli oceani hanno avuto inizio nel mondo primordiale. Ora, si spera che il lander continui a raccogliere dati sulla cometa almeno sino a Marzo 2015.
Durante l'operazione di aggancio, un piccolo motore a gas compresso posizionato sulla testa della sonda, dotato di capacità di spinta di 1 m/s DeltaV, avrebbe dovuto spingere la sonda verso il corpo celeste mantenendola in posizione e impedendo eventuali rimbalzi, ma un malfunzionamento del motore ne ha reso impossibile l'utilizzo. Al momento, quindi, è precariamente agganciato grazie alle tre "trivelle da ghiaccio" posizionate sui piedini.
Da notare che inizialmente la sonda era stata progettata per atterrare sulla cometa 46P/Wirtanen, che ha una gravità molto più bassa, per cui la velocità di atterraggio sarebbe stata quasi la metà, e l'energia cinetica della sonda sarebbe stata quasi 10 volte più bassa. Inoltre il nucleo della cometa è molto diverso dalle aspettative. I responsabili della missione si aspettavano un nucleo ben più regolare rispetto a quello che la sonda ha mostrato. Le comete sono astri estremamente imprevedibili con una quantità di carburante e una durata limitata, e 67/P non è da meno: anche se l'oggetto sembra essere abbastanza stabile, è possibile che possa rompersi nel suo viaggio verso le enorme forze mareali che provengono dal Sole.
La speranza è che l'astro viva sino alla fine del prossimo anno. Al momento, i funzionari pensano che il lander si trovi in una posizione potenzialmente precaria dal suo atterraggio iniziale.
Le nuove foto della superficie della cometa di Philae, pubblicate dall'ESA, mostrano il lander in ombra rispetto a quella che sembra essere una sorta di scogliera. La scommessa è aiutarlo a uscire dalla posizione ‘scomoda’ nella quale si trova, con due zampe poggiate sulla roccia e una che punta in alto. Una posizione che permette di illuminare un solo pannello solare, tanto che difficilmente il lander della missione Rosetta riuscirà ad avere energia sufficiente per continuare a lavorare nei prossimi giorni. Per il momento si è anche deciso di non azionare il trapano italiano progettato per perforare la superficie della cometa, anche se l'azione dovrebbe partire a breve.
Per questo i tecnici dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) stanno pensando di raddrizzarlo, ma se il tentativo dovesse fallire potrebbe scattare il comando per l'ibernazione.
Philae entrerebbe così in un sonno dal quale lo risveglierebbe la luce quando la sua cometa, la 67/P Churyumov-Gerasimenko, si avvicinerà al Sole. Sono questi gli scenari sui quali stanno lavorando i responsabili della missione, niente affatto sorpresi. Quanto stia accadendo era stato 'messo in conto' fin dalla fase di progettazione, come la capacità dei pannelli solari e delle batterie di riattivarsi con la luce dopo un lungo sonno.
Ma intanto vale la pena mettere in atto tutte le soluzioni possibili. La prima, alla quale si sta già lavorando, consiste nel raddrizzare Philae facendo perno sul suo braccio meccanico, chiamato Mupus (MUlti-PUrpose Sensors for Surface and Sub-Surface Science). E' uno dei dieci strumenti del lander progettato per 'spingere' contro la superficie della cometa per misurarne densità e proprietà meccaniche.
Insomma, un obiettivo così ambizioso non poteva non mostrare delle difficoltà. Ma la missione è già un successo, a prescindere. Le prossime ore saranno fondamentali per valutare quale sarà il futuro del veicolo; intanto ci godiamo le prime immagini da un mondo sconosciuto.
Renato Sansone
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