L'angolo del direttore
Stratosfera, è Minor Warming: Onda Atlantica ferma a 100 hPa, gelo in America, Europa sotto HP
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- Pubblicato 11 Gennaio 2015
- Scritto da Luciano Serangeli
La Stratosfera si mostra ancora una volta matrigna per le sorti invernali europee.
L'affascinante split termico che abbiamo avuto modo di osservare nei giorni scorsi alla 10 hPa, confermato anche dai principali enti mondiali di monitoraggio stratosferico, non sortirà gli effetti tanto sperati dagli amanti nostrani dell'inverno in salsa gelida.
Seppur somigliante nella forma a quello mitico del 1984, che diede poi luogo nel 1985 ad uno degli inverni italiani rimasti negli annali storici dei record, non lo è stato innanzitutto nell'intensità termica della scaldata, ma soprattutto nelle sorti successive allo split, vanificato da un improvviso ritorno in pompa magna dei venti occidentali stratosferici, dopo una breve apparizione dei venti contrari, proprio in concomitanza del suddetto split termico.
E' noto come l'inversione dei venti stratosferici, da zonali (occidentali) a contrari (orientali), rallentando la circolazione del Vortice Polare lo indeboliscono nella sua portanza, conducendolo a collassare verso il basso e a trasportare ai piani inferiori il warming (riscaldamento) generatosi in media e alta Stratosfera.
Ed è questo il tassello venuto a mancare dopo lo split termico verificatosi intorno al 6/8 di gennaio 2015, complicandone in buona parte la trasmissione verso la sottostante Troposfera.
Difatti a distanza di una settimana dall'evento focale, la propagazione al suolo dell'onda geopotenziale 2 (anticiclone atlantico di blocco) si arresta sostanzialmente in Stratosfera alla quota di 100 hPa divenendo residuale, come possiamo osservare dalla prima diapositiva sottostante #1, nonostante parte del flusso di calore riesca invece a raggiungerlo, come da figura #2.
Ma sappiamo bene quanto sia importante la componente geopotenziale affinché l'anticiclone di blocco possa reggere e resistere all'attacco sul fianco occidentale da parte dei venti zonali atlantici.
In assenza di una struttura geopotenzialmente resistente, il blocco altopressorio tende a cedere o a adagiarsi velocemente lungo i paralleli, lasciando strada libera ai miti venti occidentali.
Cosa di cui abbiamo conferma nell'immagine #3, dove è ben visibile come alle medie e medio-alte latitudini (30-60 nord) i venti siano occidentali (colori caldi), mentre solo alle alte latitudini (60-80 nord) essi risultano essere orientali (colori freddi).
Quest' ultima evidenza rivela come l'anticiclone di blocco, di per se poco strutturato geopotenzialmente, andrà nel suo adagiarsi lungo i paralleli, a costituire una zona di protezione anticiclonica su gran parte dell'Europa Centrale e Meridionale, intervallata da veloci fasi cicloniche di matrice settentrionale, caratterizzate da valori termici alle varie quote solo moderatamente freddi.
I moti retrogradi freddi saranno di sostanziale pertinenza dell'Europa Settentrionale, dove, come abbiamo visto in figura #3, insisteranno correnti anti-zonali (da est), indirizzate ulteriormente verso nord dall'azione contraria delle sottostanti correnti zonali che ne devieranno il flusso.
Ancora più evidente nell'immagine sottostante come il flusso delle onde verticali che si sono propagate dalla Troposfera alla Stratosfera, abbiano poi nella risposta delle onde di ritorno dalla Stratosfera alla Troposfera un sostanziale stop intorno ai 100 hPa, per procedere in seguito in maniera molto residuale.
E' altrettanto vero però che l'attuale fase favorevole della convezione tropicale, continuerà ad apportare disturbi termico-geopotenziali al Vortice Polare Stratosferico, con nuove e continue scaldate in alta e media Stratosfera, come evidenziato dalla successiva immagine.
Tale situazione ritarderà il recupero del Vortice Polare Stratosferico a condizioni di stabilità geopotenziale, prolungando verosimilmente l'indebolimento del Vortice Polare Troposferico nel mese di febbraio.
Ed è proprio nel mese di febbraio che l'indice AO (Arctic Oscillation) dovrebbe entrare in campo negativo, dopo una prolungata fase di permanenza in campo positivo-neutro, nonostante il recente Minor Warming verificatosi in Stratosfera.
Solo allora anche l'Europa, compresa quella mediterranea, dovrebbe conoscere le fasi più fredde dell'inverno in corso.
Per ora, le sorti gelide del recente Minor Stratwarming saranno destinate ai settori settentrionali e orientali del Nord America, mentre l'Europa conoscerà, come detto in inizio di articolo, una fase di sostanziale protezione altopressoria, alternata a veloci fasi cicloniche, caratterizzate da apporto di freddo e fenomeni nevosi moderati.
A chiusura di articolo l'immagine che mostra tale evoluzione.
Luciano Serangeli
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