L'angolo del direttore
E' Minor Stratwarming: gelo lontano dal Mediterraneo ma probabile prolungamento dell'inverno
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- Pubblicato 07 Febbraio 2014
- Scritto da Luciano Serangeli
Sempre difficile pronunciarsi con estrema certezza sui tipi di warming che interessano la Stratosfera finchè a pronunciarsi non sono gli enti meteorologici preposti.
Dovendosi però rifare a quella che in letteratura è la definizione di Major Warming, non ci siamo, al contrario di quello che avevo avuto modo di dire nel precedente editoriale (Major Stratwarming alla 10 hPa si, ma nessuno split in Stratosfera e asse del VPS sfavorevole all'Europa).
Infatti, mentre l'aumento di temperatura in una settimana è in linea coi dettami della definizione stessa, l'inversione dei venti zonali non avrà modo di verificarsi nell'evento attuale, il quale raggiungerà il suo culmine nella giornata di domani per poi regredire abbastanza velocemente.
Questa la definizione di Major Warming:
- Major Warming:
Alla 10 hPa si registra un aumento della temperatura media di almeno 30°C in una settimana, dal parallelo 60 verso nord. Inoltre deve essere presente una circolazione contraria (non zonale, quindi orientale).
Queste le mappe termiche alla 10 hPa:
Esse dimostrano come, nella zona compresa tra Groenlandia e Islanda, in una settimana si sia passati dai -40/-44 gradi centigradi agli zero di domani, 8 febbraio 2014.
01 febbraio 2014, temperature a 10 hPa (clicca) 08 febbraio 2014, temperature a 10 hPa (clicca)
Questa la situazione geopotenziale a 10 hPa :
Nessuna figura altopressoria andrà a soppiantare la normale figura depressionaria sul Polo, non vi sarà scissione del Vortice Polare (split) e di conseguenza la circolazione dei venti polari rimarrà zonale, seppur rallentata, da ovest verso est come in qualsiasi figura di bassa pressione.
Si avrà quindi un semplice spostamento parziale del Vortice Polare Stratosferico dalla sua sede naturale (displacement).
Allo stesso tempo andrà perdendo di vorticità e quindi di potenza la parte di Vortice Polare che ha stazionato sinora sul Canada, a favore dell'opposta parte siberiana.
Questa l'evidenza dei venti zonali a 10 hPa:
Clicca sull'immagine per l'animazione dei venti.
Seppur di fronte a un warming stratosferico di tipo minor, la perdita di potenza della parte canadese del vortice polare, con conseguente rallentamento dei venti zonali, porterà ad una maggiore propensione all'insorgenza da parte dell'onda altopressoria atlantica di blocco (wave 1, anticiclone delle Azzorre), il cui ergersi verso latitudini polari non sarà più inibito dal potentissimo rotore canadese, che ha mortificato sinora qualsiasi tentativo di blocco atlantico.
Ne deriveranno correnti di tipo meridiano, principalmente nord-occidentali e quindi di matrice artico-marittima, dirette verso il comparto europeo lungo il bordo orientale dell'anticiclone atlantico.
Resta da valutare, seguendo giornalmente le emissioni modellistiche troposferiche, se la figura anticiclonica di blocco si posizionerà maggiormente ad ovest, in prossimità del continente nordamericano, favorendo così la discesa delle fredde correnti settentrionali sul comparto occidentale europeo e attivando in questo modo miti correnti meridionali di richiamo sulla nostra Penisola, o se invece la sua posizione sarà più orientale, in prossimità del Regno Unito, cosa che favorirebbe invece l'afflusso delle correnti artico-marittime sul comparto centrale europeo e sul Mediterraneo.
Staremo a vedere.
Come ultima considerazione resta da dire, che un forte riscaldamento della Stratosfera come quello attuale, posto temporalmente così in ritardo rispetto alla norma stagionale, sposta in avanti anche la data di insorgenza dei cosiddetti final warming stratosferici, posticipando quindi molto verosimilmente anche il termine della stagione invernale e favorendo altresì, gli usuali colpi di coda della stagione fredda, i quali si rivelano assai spesso fonte di gelide sorprese tardive.
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