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Il torreggiante Katskhi Pillar in Georgia: LE FOTO

Dettagli: Categoria principale: Meteo estero; Categoria: Video & foto meteo e natura; Pubblicato 13 Giugno 2014; Scritto da Ali Dorate

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Arriva l'estate e il sogno di tutti è trovare un'oasi di pace!

Avrà pensato a questo il monaco georgiano ortodosso, Maxime Qavtaradze, di 59 anni, che ha messo a punto un "piano di fuga" in cima ad una colonna di roccia alta 40 metri.

Il pilastro Katskhi è un monolite calcareo imponente, alto 40 metri, che si trova nel villaggio di Katskhi nella regione georgiana occidentale di Imereti, a circa 10 chilometri dalla città mineraria di Chiatura. In tempi pagani, prima dell'avvento del cristianesimo, il Katskhi era stato pensato per rappresentare un dio locale della fertilità. Con l'arrivo del Cristianesimo in Georgia nel IV secolo la roccia ha rappresentato la solitudine.

Al vertice del pilastro Katskhi ci sono i resti di una piccola chiesa costruita tra i secoli VI e VIII. La chiesa fu probabilmente costruita dagli Stilita,i primi asceti cristiani che si recavano sulla cima di pilastri per predicare e pregare.

Il pilastro Katskhi è rimasto inviolato dai ricercatori e curiosi fino al 1944. In seguito a studi più sistematici dopo il 1999, i ricercatori hanno concluso che il complesso era composto da una chiesa del monastero e le celle per gli eremiti. Nel 2007 è stato trovato un piccolo piatto calcare con iscrizioni georgiane risalenti al XIII secolo e rivelando il nome di un certo "Giorgi", responsabile per la costruzione di tre celle di eremiti.

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L'iscrizione fa anche menzione della "Pillar of Life", riprendendo la tradizione popolare di venerazione della roccia come simbolo della Vera Croce.
L'edificio monastero sulla sommità del pilastro è stata ripristinata e la roccia è accessibile attraverso una scala di ferro in esecuzione dalla base verso l'alto. Maxime solitamente scende dal pilastro di una o due volte la settimana per le preghiere notturne e di parlare con gli uomini che cercano aiuto e guida.

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Il monaco anche se vive in isolamento non è recluso completamente. Una o due volte alla settimana scende per dare un saluto ai giovani che vengono al monastero per chiedere aiuto. Alla fine lui anche lui era uno di loro. Ora vive in cima al mondo e ha trovato la sua vocazione ma una volta da giovane viveva una vita dissoluta. Ha trascorso gli ultimi quindici anni a lavorare per ripristinare il complesso del monastero, una cappella e l'eremo.

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