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SIRIA: Guerra, carestia e FREDDO "condannano" le SECOLARI FORESTE della Mesopotamia

Tra i disastri che segnano l'inverno di guerra sofferto dalle popolazioni siriane c'è anche la distruzione progressiva dell'ambiente e in particolare delle esigue aree boschive, come quelle finora conservate nell'area protetta di Jebel Abdel Aziz, nella Mesopotamia siriana.

A lanciare l'allarme su questo ulteriore effetto della tragedia siriana è la F.A.O.(Food and Agriculture Organization) la quale racconta di aver constatato di persona gli effetti rovinosi della guerra sul patrimonio naturale, in un recente sopralluogo nel Parco nazionale.

Un saccheggio avvenuto sotto gli occhi dei guardiani del Parco, che non se la sono sentita di fare resistenza davanti alle ragioni di chi cercava legna per sopravvivere al freddo, in un Paese dove nessuno trova più combustibile per riscaldare le case e i black out elettrici si susseguono senza tregua.

Già la scorsa estate, a causa dei bombardamenti, 8800 ettari di foresta sono stati distrutti dagli incendi. In particolar modo, gli incendi devastarono le aree boschive in prossimità del confine con la Turchia.

E' bene ricordare che la costa siriana è formata da lunghi tratti di spiaggia e montagne verdi per lo più coperte di pini e querce, e i loro pendii sfiorano la riva del mare. Paesaggi che si ripetono da Ras al-Basit, a nord, fino a Tartus, nel sud. (fonti: hebdometeo.com - fides.org)

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