Curiosità e particolarità meteorologiche
Viaggio verso i CLIMI più ESTREMI della Terra
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- Categoria principale: Meteo estero
- Categoria: Curiosità e particolarità meteorologiche
- Pubblicato 18 Maggio 2015
- Scritto da Luca Angelini
Attenzione, articolo non adatto a chi non sopporta il caldo, per tutti gli altri invece, pensate a quelle roventi giornate estive quando soffia quel vento caldo e secco che scende magari da una catena montuosa poco distante. In Italia questo vento prende il nome di Favonio ed ha la peculiare caratteristica di scaldare e seccare l’aria. Il risultato più noto è il classico Foehn della valle Padana, il Garbino dell’Adriatico o lo Scirocco del Palermitano.
Ora prendete questa situazione favonica, moltiplicatela in potenza e fatela diventare una caratteristica climatica praticamente di ogni giorno. Ora aggiungete il fatto di scendere di latitudine e a fermarci in piena fascia climatica sub-tropicale. Ecco fatto, siamo nella zona del caldo più rovente, una figura geometrica che racchiude entro i suoi vertici i tre Stati americani del Nevada, del Colorado e dell’Arizona.
Ma non è tutto: spingiamoci addirittura sotto il livello del mare. Proprio qui, in questo contesto territoriale, si trova il luogo che ha fatto registrare la temperatura più elevata dell’intero Pianeta, un vero e proprio record difficilissimo da supere. Il valore record è, tra l’altro, anche storia piuttosto recente, essendo stato registrato con certezza strumentale diverse volte dalla fine degli anni ’90 agli inizi del 2000, ed è di poco meno di +54°C. Ma quale sarà mai questa località così inospitale?
Più che di una località in particolare stiamo parlando di una valle, la valle della morte, ben conosciuta dagli Americani come “Death Valley“. Siamo in pieno deserto del Mojave, là dove gli scherzi della Tettonica a Zolle hanno scavato una fenditura che scende di ben 86 metri sotto del livello del mare.
La valle della morte non fa solo registrare temperature elevatissime da record, una media tra 45 e 50 gradi da maggio a settembre, con tassi medi di umidità intorno al 5%, ma anche valori di piovosità annuale praticamente senza rilievo. Pensate che in media sulla zona cadono tra i 3 e i 5 millimetri di pioggia all’anno! E quando piove il deserto può cambiar volto per alcune ore, con la sabbia che fiorisce. Per il resto possiamo trovare i resti di antichi laghi, identificabili tramite distese di cristalli salini molto simili a neve.
Ma perchè tutto questo secco? Ve lo abbiamo accennato all’inizio; la zona è situata sotto il tiro quasi costante delle correnti occidentali provenienti dall’oceano Pacifico, le quali sono costrette a scavalcare l’imponente barriera delle Montagne Rocciose provocando una permanente situazione favonica di natura sub-tropicale.
Sono zone particolarmente suggestive, perfino protette tramite l’istituzione di un Parco Nazionale. Ovviamente possono essere visitate solo in alcuni periodi dell’anno e, durante l’estate, solamente durante la notte, quando la secchezza estrema dell’atmosfera favorisce una escursione termica estrema e quindi valori termici notturni decisamente più sopportabili. Ma domani sarà nuovamente giorno…
Luca Angelini
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