Didattica fenomeni & parametri atmosferici
Le TEMPESTE di SABBIA, IMMAGINI e didattica
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- Categoria: Didattica fenomeni & parametri atmosferici
- Pubblicato 17 Febbraio 2014
- Scritto da Emanuele
La tempesta di sabbia è un fenomeno meteorologico comune nelle regioni aride o semi-aride. Come qualcuno può immaginare, le tempeste di sabbia si vengono a generare quando fortissimi venti soffiano e alzano la sabbia da una superficie asciutta.
Il Sahara e le terre attorno alla penisola araba, sono i luoghi principali in cui si vengono a verificare questi fenomeni. Senza dimenticare, Pakistan, Australia, India e Cina.
Quando la stessa forza del vento passa sopra le particelle di sabbia, esse cominciano a vibrare e poi a "saltare". Come le particelle rotolano sul terreno, si rompono in particelle ancora più piccole che a loro volta cominciano a viaggiare in sospensione.
Nel 2008 è stato intrapreso uno studio su questo fenomeno fisico, che metteva in evidenza come i salti iniziali delle particelle di sabbia , a causa di un forte attrito danno luogo a un campo elettro statico. E' noto come la siccità e il vento contribuiscono alla formazione di tali tempeste.
Una tempesta di sabbia è in grado di spostare notevoli quantità di sabbia che a volte possono assumere anche sembianze di veri e propri muri di polvere, che possono arrivare anche a un'altezza di 1.5 Km.
Abbiamo già spiegato in precedenza, di come il deserto del Sahara, sia una fonte molto importante per le tempeste di sabbia e in particolare la depressione di Bodele e un'area che copre la confluenza di Mauritania, Mali e Algeria.
Nella stessa Mauritania, nel 1960 ci sono state solamente due tempeste di sabbia, ma ora in un anno ce ne sono addirittura più di 80, secondo l'esperto professore di Oxford, Andrew Goudie.
Inoltre, sempre seguendo i dati registrati anche su Wikipedia è noto come i livelli di sabbia sahariana venuta fuori dalla costa orientale dell'Africa nel mese di giugno (2007) erano cinque volte superiori a quelli osservati nel Giugno 2006, che erano i più alti osservati dal 1999, abbastanza per raffreddare le acque dell'Atlantico e sufficienti per l'attività degli uragani alla fine del 2007.
Emanuele Valeri
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