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Didattica ed effetti delle Teleconnessioni o Indici Climatici

Non può decollare l'anticiclone di blocco, non può crollare l'indice AO. Ecco i perchè

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indice nat2mProgressivamente e a piccoli passi si andrà materializzando quella che sarà la prima, vera ed intensa ondata di freddo stagionale per l'Europa orientale. Un nucleo gelido infatti punterà dapprima la Scandinavia e successivamente si spingerà verso sud, determinando una cruda fase invernale in Paesi come Russia, Polonia, Repubblica Ceca, Repubbliche Baltiche e Penisola balcanica. In queste aree, oltre al freddo, cadrà anche tanta neve e gli accumuli risulteranno abbondanti laddove i fenomeni assumeranno intensità maggiore. Il punto ora resta quello di capire quali margini ha l'Italia per sperare che parte di quell'aria fredda riesca a muoversi verso sud-ovest e i presupposti, in tal senso, non sono certo confortanti. Da una parte perchè l'alta pressione delle Azzorre non riuscirà a spingersi verso nord-est, dall'altra perchè il vortice canadese tenderà a schiacciarla più a sud. Inoltre, quante verità ci sono sul previsto crollo dell'indice AO?

Bè in effetti per far sì che una forte ondata di gelo colpisca latitudini più meridionali bisogna che il Vortice Polare rallenti la sua corsa e che quindi, da segno positivo (VP compatto) passi a segno negativo (VP disturbato e pronto, eventualmente, a collassare). In questa stagione invernale è successo veramente poco ed è trascorso tantissimo tempo nel quale il Vortice Polare si è presentato tosto, potente e poco propenso a spingersi verso sud. Questo è stato favorito in primis dalla presenza della NINA (che lo rafredda e quindi lo compatta Enso -) e soprattutto, quindi, da un forte cooling stratosferico che ha caratterizzato la prima parte dell'Inverno (ricorderete il superamento della soglia critica del NAM).

Qualcosa in tal senso sembra potersi muovere nei prossimi giorni, quando la grande depressione presente al Polo si andrà progressivamente indebolendo. La causa è probabilmente attribuibile ai riscaldamenti stratosferici parziali che si stanno attualmente compiendo in area pacifica. Niente di rilevante sia chiaro; osservando infatti le proiezioni stratosferiche sembra che una più intensa scaldata possa materializzarsi solo intorno al 18-19 Gennaio, sempre in area pacifica, ma con interessamento graduale anche del Polo. Il che effettivamente potrebbe determinare un forte disturbo alla struttura polare. Perchè abbiamo usato il condizionale? Semplice, prima di esser certi che questa accada bisogna attendere che il riscaldamento stratosferico si propaghi alle quote inferiori, fino in Troposfera. Se ciò non accadrà il VP risentirà davvero marginalmente di questo riscaldamento.

Ora; in questi giorni stiamo osservando proiezioni modellistiche votate ad osservare un crollo deciso dell'indice AO, con addirittura delle punte minime previste fino a -5. Il che effettivamente può trarre in inganno chiunque, soprattutto coloro che sperano nell'arrivo del gelo. Ma due domande sorgono subito spontanee; perchè questo crollo? A cosa è attribuibile? In effetti le risposte sembrano alquanto scontate, soprattutto in virtù del riscaldamento stratosferico menzionato in precedenza (proprio così, ancora lui).

100 hPa 19 gen

Qui però nascono i dubbi; come può l'indice AO crollare su valori così negativi quando la scaldata più forte in Stratosfera si avrà tra il 18 e il 19 Gennaio? Sarà così veloce e potente da propagarsi rapidamente fino in Troposfera? Impossibile. In media infatti dovrebbe (ancora il condizionale) propagarsi alle quote inferiori solo dopo diversi giorni, addirittura dopo una settimana. Va inoltre specificato che il più delle volte il riscaldamento non riesce neppure a spingersi fino alla 100 hPa. Allora di cosa stiamo parlando? Assolutamente di niente! Non vi sarà nessun crollo dell'indice AO, al più vi saranno solo delle lievi flessioni che lo porteranno, momentaneamente, a lambire i valori negativi (-1, -1,5). Nulla di più.

Altro aspetto molto importante, l'alta pressione delle Azzore. In molti sperano infatti che il blocco anticiclonico riesca a spingersi verso nord-est, favorendo così la retrogressione verso sud-ovest del nocciolo gelido polare. Sì, se il blocco partisse tutti saremmo contenti e commenteremo scenari invernali apocalittici per l'Italia, ma anche stavolta le cose non andranno per il verso giusto. Perchè? Anche in questo caso il discorso è molto semplice e comprensibile.

Come può partire il blocco se la base dell'alta pressione non è alimentata?

base dellhp

Sappiamo infatti che principalmente l'alimentazione calda per la base dell'anticiclone viene fornita dall'anomalia positiva a largo delle coste occidentali africane. Proprio in quelle aree infatti è attualmente presente l'anomalia opposta, quella negativa, pertanto l'alta pressione non viene o verrà successivamente alimentata alla radice. Non avrà quindi la forza di ergersi a blocco verso nord (in questo caso nord-est). In questo ambito gioca un ruolo fondamentale anche l'indice NAO che, se negativo o fortemente negativo, costringe il getto polare in uscita dagli States a tuffarsi nelle acque tropicali atlantiche e a pescare, a sua volta, aria calda. Aria questa che andrebbe così ad alimentare il lato occidentale dell'anticiclone azzorriano. Ma osservate questa cartina: 

indice nat2m

In questa immagine, riferita all'indice NAT (North Atlantic Tropical), viene mostrato appunto come vi sia totale mancanza di energia calda nella superficie marina, a differenza dell'anno 2010, ove si può notare un'elevata energia che ha favorito forti blocchi altopressori fortemente alimentati alla base (tornani a mente gli episodi nevosi di Roma). La mancanza dell'apporto caldo fornito dalle acque atlantiche non permetterà all'anticiclone di creare quel solido blocco che molti sperano si vada a formare nei prossimi giorni. Con queste condizioni il tutto risulta davvero impossibile.

Insomma, quanto descritto in questo editoriale vuole essere una spiegazione dettagliata e coerente di cosa bisogna attendersi per i prossimi giorni. Si sente in giro parlare di crollo dell'indice AO, di blocco altopressorio e di grande gelo. L'AO, come abbiamo visto, non subirà queste eclatanti variazioni e molto dipenderà dall'eventuale, forte stratwarming che prenderà corpo nei prossimi dieci giorni (e soprattutto se riuscirà a propagarsi alla troposfera). Valuteremo eventualmente gli effetti di questo fenomeno sul comportamento del Vortice Polare nei prossimi giorni (al momento non c'è tanto da discuterne). Dunque nessun crollo importante, ma solo cali irrisori. Non vi sarà la possibilità di assistere alla formazione di un coriaceo blocco azzorriano, la base della struttura infatti non verrà alimentata dall'energia calda delle acque occidentali africane.

Ma allora di che cosa si sta parlando? Di nulla, assolutamente di nulla.

Rinaldo Cilli{jacomment on}

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