Didattica circolazione atmosferica
Circolazione atmosferica parte quarta: le celle polari.
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- Categoria: Didattica circolazione atmosferica
- Pubblicato 02 Aprile 2011
- Scritto da Roberto Viccione
Si conclude l’elencazione e la descrizione delle tipologie di celle di circolazione di masse d’aria a premessa della prossima pubblicazione della quinta parte di questo breve percorso didattico su altri aspetti della struttura e dei fenomeni dell’atmosfera terrestre.
Oltre il 60° parallelo le masse d’aria calda e fredda non s’incontrano quasi mai. Man mano che ci si avvicina ai Poli, infatti, il flusso d’aria fredda polare prevale su qualsiasi altro e si crea la cella polare, un circuito convettivo “a rovescio”.
La dinamica del processo evolutivo è riassumibile nei seguenti punti:
1. Sulle calotte gelate la temperatura è sempre così bassa da provocare il continuo iperraffreddamento delle masse d’aria sovrastanti;
2. L’aria diventa così densa da compattarsi al suolo (subsidenza) e scivola verso latitudini inferiori;
3. Spostandosi si riscalda, al punto che al confine con la cella di Ferrel è abbastanza tiepida da spingersi in quota invertendo il moto;
4. Ad alta quota si raffredda e torna verso il Polo: il circuito si chiude e ricomincia.
Come la cella di Hadley, anche quella polare è forte e regolare: le variazioni climatiche sono limitate ed il clima è piuttosto stabile, con temperature molto bassebassissimi valori idrometrici e . Ciò costituisce ovviamente un ostacolo al prodursi di potenziali precipitazioni.
Va fatta una precisazione riguardante le condizioni delle masse d'aria presenti sui poli. Nonostante la densita' dell'aria e il fenomeno della subsidenza comportino un notevole schiacciamento dell'aria al suolo, questi fattori da soli non sono sufficienti a determinare un reale regime altopressorio.
Difatti siamo in presenza di una limitata estensione territoriale dei poli stessi e di una colonna d'aria troposferica sovrastante di circa solo 8 km rispetto a quella molto piu' elevata delle zone subtropicali, 12 Km circa e dell'Equatore che si avvicina ai 18 Km. Cio' comporta uno stato di bassa pressione permanente al suolo detta Vortice Polare.
Le condizioni del tempo meteorologico invece sono costanti e somigliano molto a quelle altopressorie: le rare nevicate si accumulano al suolo per anni. La situazione cambia al confine con la cella di Ferrel: intorno al 66° parallelo le precipitazioni nevose sono frequenti ed abbondanti in quanto le masse d’aria acquisiscono maggiori valori di temperatura ed umidità e, salendo in quota, si raffreddano.
Roberto Viccione
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