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L'evoluzione della SACCATURA in ciclogenesi attiverà una sciroccata sullo Ionio, attese MAREGGIATE sui litorali ionici

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Attese consistenti mareggiate sulle coste ioniche di Sicilia, Calabria e Puglia

Mareggiata-ad-Acireale-da-E-NEL’enorme saccatura sprofondata sul bacino centrale del Mediterraneo nel corso della giornata odierna dovrebbe essere sottoposta ad un intenso “Stretching”, causa il rialzo dei valori di geopotenziale sull’Atlantico orientale, e l’azione di blocco operata ad est dal robusto promontorio anticiclonico, centrato con massimi di oltre 1031 hpa sul mar Nero.

La parte più meridionale dell’onda ciclonica, subendo lo “Stretching”, tenderà rapidamente ad evolvere in una ciclogenesi, in sviluppo sottovento alla Catena dell’Atlante algerino, mentre il resto della saccatura verrà pian piano riassorbito dal flusso perturbato principale. La genesi di questa depressione è attribuita al richiamo di aria calda e molto secca sub-tropicale continentale dai quadranti meridionali, che dall’entroterra desertico libico occidentale e dai deserti dell’Algeria orientale si dipana in direzione del bacino centro-occidentale del Mediterraneo, muovendosi lungo il bordo orientale della saccatura atlantica che affonda sull’Algeria.

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Questo flusso meridionale, in sviluppo sul bordo orientale della saccatura atlantica, risalendo verso il Mediterraneo, dopo aver urtato la catena montuosa dell’Atlante Telliano, tenderà di seguito ad invorticarsi, favorendo la formazione di una depressione orografica che si chiuderà nei bassi strati, con un minimo barico sottovento all’Atlante che evolverà verso la vicina Tunisia settentrionale.

Una volta strutturatasi nella media troposfera, con dei massimi di vorticità positiva isolati dal flusso perturbato principale alla base dell’asse di saccatura, la “depressione orografica”, nel corso del pomeriggio odierno, tenderà a spostarsi verso levante, coinvolgendo dapprima la Tunisia, ed in seguito pure la Sicilia, richiamando intensi e umidi venti di scirocco che dalla Cirenaica risaliranno il mar Libico e lo Ionio.

Una volta isolatasi questa depressione orografica a mesoscala evolverà verso l’alta Tunisia e il Canale di Sicilia, contrapponendosi al robusto promontorio anticiclonico di blocco, presente sull’Europa orientale, con massimi di 1031 hpa fra il sud della Russia europea e il bacino del mar Nero orientale. Sarà proprio la presenza di questo solido promontorio anticiclonico di blocco a comprimere ulteriormente il “gradiente barico orizzontale” sullo Ionio, dando la genesi ad un intenso flusso da SE e S-SE, che nel corso del primo pomeriggio di domani raggiungerà lo status di burrasca da SE e S-SE lungo tutta l’area ionica.

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Questa configurazione bloccata enfatizzerà l’infittimento delle isobare sullo Ionio agevolando l’attivazione di burrasche di scirocco che dal deserto della Cirenaica e del golfo della Sirte risaliranno in direzione del mar Libico e dello Ionio.

Raggiunto lo Ionio il flusso sciroccale, acquistando ulteriore intensità nel tratto di mare ad est della Sicilia, con una componente prevalentemente sud-orientale, raggiungerà le coste del messinese, la Calabria ionica e la costa salentina, dove subentreranno venti forti, che potranno toccare punte di oltre i 60-70 km/h, ma con picchi di 80 km/h sulle coste della Calabria ionica e del Salento. Questo intenso flusso sud-orientale, che dall’entroterra libico risalirà fin verso le nostre regioni più meridionali, si estenderà su un ampio tratto di mare, dal golfo della Sirte fino alle coste della Sicilia orientale e della Calabria ionica, sollevando un consistente moto ondoso, con marosi alti anche più di 4.0-5.0 metri in mare aperto.

Il “Fetch” (lo spazio di mare su cui soffia il vento) piuttosto ampio, come capita sovente nei flussi sciroccali, esteso dal golfo della Sirte fino alle coste della Calabria ionica e al golfo di Taranto, determinerà le condizioni ideali per la formazione di un moto ondoso piuttosto imponente, con onde ben formate che risaliranno velocemente l’intero Ionio, dirigendosi verso le esposte coste della Sicilia orientale e Calabria ionica.

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Questo agevolerà di conseguenza la genesi di onde di “mare vivo” veramente alte, che raggiungeranno “Run-Up” veramente significativi. Lo sviluppo di queste ondate cosi grandi, su tutto l’alto Ionio e lungo il golfo di Taranto, verrà favorito non tanto dalla forza del “gradiente barico orizzontale” che innescherà l’intensa sciroccata sullo Ionio, in mare aperto, quanto dal “Fetch” (lo spazio di mare su cui spira il forte vento) piuttosto esteso su un ampio tratto di mare che dalle coste della Cirenaica si estenderà fino alle coste del Salento e della Calabria ionica.

Queste ondate di “mare vivo”, non incontrando alcun tipo di ostacolo durante il loro cammino, si propagheranno in direzione dei litorali ionici di Sicilia e Calabria, sospingendosi su questi in ondate rifratte da SE che raggiungeranno la fascia costiera, con “Run-Up” alti anche più di 4.0-5.0 metri, specie fra il messinese e il reggino ionico, ed il catanzarese e buona parte del litorale crotonese, aperto alle imponenti onde sollevate dallo scirocco. Su questi tratti di costa le ondate arriveranno ben formate e con i massimi “Run-Up”, data l’estensione del “Fetch” e la vicinanza delle burrasche alla costa. Rompendosi su tratti di costa già seriamente esposti all’erosione, cagioneranno purtroppo danni ingenti lungo i rispettivi lungomari dei comuni ionici di Calabria e Sicilia.

Una parte di queste ondate muovendosi verso l’alto Ionio, si propagheranno sul golfo di Taranto e sul Canale d’Otranto attraverso imponenti onde di “mare vivo” da SE, alte più di 3.0-4.0 metri, ma con “Run-Up” che potranno oltrepassare i 5.0 metri sulla Calabria ionica e nel tratto antistante il Salento. Il moto ondoso da scirocco su tutto lo Ionio dovrebbe iniziare a scadere gradualmente dal pomeriggio di domani, con onde lunghe da SE che tenderanno ad attenuarsi definitivamente solo dalla mattinata di sabato, determinando residue risacche, per onde lunghe e molto lunghe da SE e S-SE e Sud, sulle coste della Calabria orientale, Basilicata e Puglia ionica.

Daniele Ingemi

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