Analisi Meteorologica
Alta pressione fino a NATALE, e dopo?
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- Pubblicato 22 Dicembre 2014
- Scritto da Luca Angelini
Alta pressione confermata all’unanimità delle ultime elaborazioni numeriche da parte dei modelli fisico-matematici. Un’alta pressione sostenuta da aria mite che arriva da lontano, esattamente dalle latitudini subtropicali atlantiche e che, per forza di cose, risulta fortemente anomala sul nostro Paese in questo scorcio stagionale.
Una siffatta situazione di stabilità atmosferica porta con sè un tipo di tempo essenzialmente caratterizzato da giornate soleggiate e, in quota, anche molto miti, con valori termici superiori alla media persino di 6-7°C. Fa eccezione la val Padana, noto serbatoio del freddo tutto made in Italy. Le persistenti condizioni di inversione termica, causate dall’accumulo di aria fredda nei bassi strati entro il catino padano, praticamente chiuso a qualsiasi scambio di masse d’aria con le zone circostanti, ne fanno un piccolo angolo di inverno, con nebbie estese, solo parzialmente dissolventi nelle ore centrali della giornata.
Andrà così sino alla Vigilia di Natale, poi i primi refoli freschi lungo l’Adriatico saranno gli evidenti segnali di arretramento da parte del colosso del bel tempo. Cosa ci dobbiamo asteppare dunque per la settimana finale di dicembre?
Due giorni di semaforo verde concessi all’aria fredda per attraversare il nostro Paese, poi ancora molta,troppa incertezza.
Basta solo dare una semplice occhiata al grafico che vi abbiamo proposto nella figura in basso a destra, per capire che queste dinamiche sono mal digerite dalla modellistica numerica: non si può conoscere con sufficiente margine di sicurezza la traiettoria dei due nuclei di aria fredda pronti a partire verso l’Europa da qui alla fine del mese e, qualora si dirigessero entrambi verso il nostro Paese, non si può sapere ad ora quanta aria fredda potrebbe effettivamente entrare, visto che ci si metteranno anche le nostre montagne a complicare le cose.
L’unico dato sfruttabile ai fini prognostici ci viene dal controllo delle alte quote, in particolare quellestratosferiche, dove l’elevata stabilità statica garantisce una maggior linearità dell’evoluzione e quindi della predicibilità a medio e lungo termine.
Ebbene, si conferma quanto accennato già in diversi nostri precedenti approfondimenti: non sono previsti particolari scossoni, capaci di imprimere una svolta stagionale duratura. La circolazione rimarrà caratterizzata da un alto indice zonale, ovvero la componente occidentale dei flussi portanti, prevarrà su quella meridiana.
In altre parole l’inverno andrà a vanti almeno sino ai primi giorni di gennaio a spizzichi e bocconi, alternando brevi fasi fredde (27-29 dicembre) a lunghe pause di riflessione. Per un cambiamento sostanziale occorreranno senz’altro manovre di ben altra taglia, principalmente a carico della circolazione circumpolare, che dovrà essere adeguatamente disturbata dall’innalzamento meridiano dell’alta pressione atlantica.
Cosa potrebbe dunque accadere per questa “due giorni” d’inverno che ci con buona probabilità aspetta tra il 27 e il 29 dicembre prossimi? Un sensibile calo delle temperature, specialmente in quota, dove si potrà finire sotto media fino a 3-4°C. Due occasioni per nevicate a quote medio-basse, dapprima sull’Appennino centro-meridionale settore adriatico (26-27 dicembre, numero “1” nella mappa qui a fianco), poi probabilmente anche sulle Alpi, con successivo nuovo coinvolgimento dell’Appennino, il tutto nella giornata del 29 dicembre (numero “2” nella stessa mappa).
Approfondiremo naturalmente il dettaglio nel corso dei prossimi giorni, quando la sinossi ci permetterà di studiare con maggior precisione la miscelazione e la traiettoria delle masse d’aria coinvolte.
Luca Angelini
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