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AO ( Arctic Oscillation ) e Vortice Polare
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- Categoria: Lista delle singoleTeleconnessioni o Indici Climatici
- Scritto da Luciano Serangeli
La sua superficie varia con le stagioni, in diretta relazione all'irraggiamento solare ricevuto dal suolo e dalle superfici marine nell'emisfero settentrionale. Così in autunno-inverno, la minor quantità di calore ricevuta dagli Anticicloni Subtropicali, facendone diminuire la superficie li fà indietreggiare verso l'Equatore, permettendo al Vortice Polare di spingersi sino alle medie latitudini.
Situazione opposta si verifica in primavera-estate, quando il Vortice Polare è relegato alle alte latitudini emisferiche.
In caso di indice positivo dell'AO il VORTICE POLARE risulta compatto e la circolazione zonale (da Ovest verso Est detta CORRENTE A GETTO POLARE) sostenuta e stabile. Tale compattezza e forza del GETTO POLARE determina una permanenza di tale figura a latitudini estremamente settentrionali.
In caso di indice negativo dell'AO il VORTICE POLARE risulta più debole e la CORRENTE A GETTO meno intensa e tesa, tende a collassare verso latitudini più meridionali, invadendo in caso di forte indice negativo (situazione tipicamente invernale) le zone normalmente temperate.
In questi casi si verificano forti SCAMBI MERIDIANI (cosiddetti perchè seguono pressappoco la direttrice dei meridiani terrestri), con aria di origine artica che viaggia verso le zone tropicali e aria più temperata o calda che da queste zone risale verso il Polo Nord.
Altra casistica particolare è quella dell'instaurarsi di una zona di Alta Pressione polare al posto della Bassa Pressione permanente (VORTICE POLARE). Ciò si verifica nella situazione atmosferica detta STRATWARMING (forte riscaldamento della Stratosfera).
In questo caso il VORTICE POLARE spodestato dalla sua posizione naturale viene frantumato in più parti (splittato-SPLIT) e le porzioni che ne derivano, detti lobi, scaraventate a latitudini molto meridionali rispetto alla norma, apportando ondate di gelo e neve in zone dell'emisfero settentrionale normalmente miti.
In ultimo è da ricordare l'influenza sul VORTICE POLARE da parte di un altro INDICE CLIMATICO in caso di fase positiva o negativa dello stesso.
Ci riferiamo alla QBO (QUASI BIENNIAL OSCILLATION).
Trattasi in questo caso di un INDICE CLIMATICO attinente alla Stratosfera, che nella fattispecie segnala l'inversione (oscillazione) quasi biennale (da qui il nome QUASI BIENNIAL OSCILLATION ) dei venti della bassa Stratosfera alle latitudini equatoriali.
Come vedremo più avanti nell'illustrazione didattica, in caso di fase positiva tale INDICE risulta favorire le normali dinamiche del VORTICE POLARE (Fase Positiva/AO+).
In caso contrario, la negatività di questo indice facilita i "MOTI RETROGRADI ", così denominati in quanto conferiscono ai venti la caratteristica di procedere in retrogressione, da Est verso Ovest, rispetto alla norma Ovest-Est (MOTI ZONALI) dell'emisfero nord temperato.
Questo "moto invertito" della ventilazione, ostacola e indebolisce la normale rotazione Ovest-Est del VORTICE POLARE, che fiaccato da tale contrapposizione tende a collassare verso latitudini più meridionali rispetto alla norma (Fase Negativa/AO-).
Come risultato di questa azione abbiamo che un LOBO del VORTICE POLARE si allunga verso SUDOVEST, travasando le gelide correnti polari e in inverno quelle altrettanto fredde continentali della Siberia, fino al bacino del Mediterraneo e oltre, fin sulle coste oceaniche dell'Iberia.
ILLUSTRAZIONE ARTIC OSCILLATION
Al riguardo dell'area climatica europea va inoltre sottolineato che il Vortice Polare si spinge in Atlantico a determinarne le condizioni atmosferiche, tramite due principali rami.
- Il primo ramo, il Vortice Islandese o Depressione Islandese, trova la sua posizione naturale semipermanente tra l'Islanda e la Groenlandia.
Il suo campo di azione meteorologica si manifesta essenzialmente in Europa Settentrionale o Centro Settentrionale, vista la sua posizione a latitudini molto elevate.
Tuttavia in presenza di un Anticiclone Atlantico di Blocco esso può avere due evoluzioni bariche.
La prima che lo vede spinto dal promontorio settentrionale del suddetto Anticiclone a fondersi in un tutt'uno col sovrastante Vortice Polare.
La seconda invece, stante l'impossibilità dello stesso, a causa del Blocco Altopressorio Atlantico, di spostarsi verso SudEst, lo vede valicare la sommità dello stesso (promontorio anticiclonico), per poi tornare con moto retrogrado (moto Est-Ovest) verso l'Atlantico, lungo il bordo sud-orientale dell'Anticiclone, apportando situazioni di freddo estremo nelle regioni europee attraversate.
In questa seconda evoluzione, statisticamente meno frequente, viene definito Vortice Scandinavo, per via dei territori scandinavi attraversati all'inizio della sua discesa verso Sud.
Va sottolineata la particolare fase di anomalie prolungate di genesi del Vortice Islandese manifestatesi a partire dall'inverno 2010-2011.
In questi ultimi anni infatti, la zona di evoluzione iniziale della Bassa Pressione d'Islanda, ha avuto spesso luogo non ad ovest dell'Islanda stessa e in prossimità della Groenlandia, bensi ad est dell'Islanda e in prossimità della Scandinavia.
Questa particolare situazione, ha spesso consegnato di fatto la scena meteorologica europea al Vortice Scandinavo, determinando in contemporanea la rarissima comparsa dell'Anticiclone Scandinavo, invece solitamente assai frequente nel corso degli inverni europei.
Vortice Islandese normale campo di azione
Vortice Islandese casistica Anticiclone di Blocco. Insorgenza Vortice Scandinavo.
Il secondo ramo atlantico del Vortice Polare, trova la sua collocazione più a Sud ed esattamente in territorio nord-orientale canadese, da cui prende il nome di Vortice Canadese.
Il suo campo di azione meteorologica a differenza del Vortice Islandese, si manifesta essenzialmente in Europa Centrale o Centro Meridionale, a causa della sua posizione più meridionale.
Inoltre in caso di spiccata zonalità (direzione Ovest-Est) del Flusso temperato atlantico esso, penetrando nel bacino del Mediterraneo da luogo ai cosiddetti cicloni minori, che prendono il nome di Depressione delle Baleari, Depressione del Golfo del Leone, Depressione Tirrenica etc etc.
A causa del suo maggior raggio d'azione alle basse latitudini del Nord Atlantico, il Vortice Canadese è in grado di pescare in acque subtropicali, attraverso la sua curvatura ciclonica meridionale, masse d'aria più temperata, che spinte dalla sua curvatura ascendente orientale verso Nord, vanno ad alimentare alla base l'insorgenza dell'Anticiclone Atlantico di Blocco.
Per lo stesso motivo e cioè per l'arricchimento di energia termica calda, il Vortice Canadese può dar luogo a dannosissimi fenomeni simil ciclonici sulle coste dei paesi esposti, non ultimi i TLC (Tropical-Like Cyclone), conosciuti anche come Mediterranean Tropical Cyclones o Medicanes (Mediterranean Hurricanes), che portano fenomenologia intensissima e ingenti danni, in special modo nell'area del Mediterraneo Centrale e quindi anche in Italia.
In talune fasi di potente attività del Vortice Canadese, lo stesso può arrivare a inglobare il Vortice Islandese che nello stesso periodo risultasse essere meno attivo, arrivando a formare un vero e proprio Vortice Unico.
Vortice Canadese normale campo di azione
Vortice Canadese casistica Anticiclone di Blocco
Vortice Canadese più Vortice Islandese. Vortice Unico
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