Terremoti nel mondo
Prevedere l'impatto dei terremoti nei Paesi in via di sviluppo? Nuovo Studio
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- Categoria: Terremoti nel mondo
- Pubblicato 19 Giugno 2015
- Scritto da Ali Dorate
Secondo un nuovo studio sarebbe ora possibile prevedere l'incidenza dei terremoti nei Paesi in via di sviluppo che non hanno sistemi di monitoraggio sismico.
Il ricercatore Hannah Hilbert Wolf e il supervisore, il dr. Eric Roberts, della James Cook University, hanno utilizzato metodi innovativi per esaminare il terreno intorno a Mbeya in Tanzania dove si è verificato un grande terremoto circa 25.000 anni fa. Il suo team ha trovato tracce di deformazione massiccia del suolo che si è comportato come le sabbie mobili a causa del forte sisma in Tanzania. "Questa potrebbe essere una grande preoccupazione per la crescente popolazione urbana dell'Africa orientale che ha impostazioni tettoniche simili ", ha spiegato il ricercatore. La prova di fluidificazione del suolo e l'aumento senza precedenti di materiale verso l'alto(paragonabile per dimensioni ad un autobus) in un ambiente continentale ha sollevato molte domande circa la capacità delle città in rapida crescita di affrontare un possibile terremoto.
Analizzando il comportamento del terreno e le tracce lasciate dai terremoti negli anni, si potrà quindi contribuire a capire come la superficie sarà deformata in un moderno terremoto e come le strutture possono essere influenzate da eventi futuri. "Quello che abbiamo dimostrato è che nei Paesi in via di sviluppo in particolare, che possono non avere un ampio monitoraggio sismico, lo studio delle rocce e i loro movimenti possono essere utilizzati per indagare non solo sui tempi e la frequenza degli eventi passati ma anche fornire importanti intuizioni su come la terra si comporterà in alcune aree sottoposte ad un'attività sismica ", ha dichiarato Hilbert-Wolf.
La Valle Songwe nel bacino Rukwa è stata caratterizzata da terremoti moderati e forti nel secolo scorso, tra il 5 e 7,4 gradi della scala Richter. Nel 1910, 7,5 milioni di persone vivevano in Tanzania quando il più potente terremoto in Africa la colpì facendo crollare case e innescando la liquefazione e la fluidificazione del suolo. Entro il 2050 si stima che circa 130 milioni di persone vivranno in Tanzania, per lo più in contesti urbani che sono più suscettibili di danni da terremoto e la deformazione della superficie di edifici.
Lo studio, pubblicato su Plos One, segue anche una serie di devastanti terremoti che hanno scosso il Nepal e Papua Nuova Guinea quest'anno. Gli esperti sperano che il loro lavoro possa essere utilizzato per prevedere gli effetti di terremoti in questi Paesi, per poter attuare le misure di limitazione dei danni.
Ali Dorate
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