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Sciame sismico in Emilia: certezza o variabile impazzita?

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superficialeSequenza Emiliana. E ho scritto tutto. Bastano due parole per descrivere la difficile situazione che sta interessando le zone maggiormente colpite dai violenti terremoti registrati il 20 ed il 29 maggio, con conseguenti repliche anche piuttosto forti che hanno provocato nuovi crolli. Proprio come quella di ieri sera. Notoriamente, ogni volta che si registrano eventi del genere, i ricercatori cercano di fare chiarezza su quello che potrebbe essere l’andamento dello sciame sismico che imperversa ormai da giorni.

Sembra facile, alcuni si mostrano addirittura ottimisti in relazione al suo andamento. Quello che vorremmo chiederci però, è un qualcosa che va oltre al tipico “ci sarà un’altra forte scossa?”.

Già, perché sebbene l’evoluzione dei terremoti che stiamo registrando in Emilia Romagna sembra esser definita dal giorno del tremore più violento (20/05 M5.9), ossia un lentissimo calo dell’intensità degli eventi, qualcosa non quadra.

Non si tratta di valutazioni allarmistiche o quant’altro, ma la breve spiegazione che vi forniremo a seguire è necessaria nell’osservazione dei fenomeni suddetti.

Sabrina Mugnos, vulcanologa attualmente impiegata presso le terre colpite dal sisma, nel corso di una veloce intervista rilasciata ieri sera a Rai News 24 cerca di fare un po’ di chiarezza in tal senso:” La cosa più logica sarebbe pensare ad un assestamento della faglia che ha rilasciato energia nei giorni scorsi. Tuttavia non è da escludere l’ipotesi relativa ad una seconda che sta generando questa serie di eventi maggiormente spostati a ovest rispetto all’inizio. In quel caso l’imprevedibilità aumenterebbe esponenzialmente visto che non possiamo sapere quale sarà il suo comportamento”.

Da queste parole sembrerebbe quasi che i terremoti in sede di sciame sismico si possano prevedere. In un certo senso sì, ossia “ci attendiamo forti scosse ma al di sotto del Mainshock iniziale”. Ma dall’altra parte emergono delle considerazioni piuttosto significative. Non bisogna quindi abbassare la guardia e continuare a seguire la distribuzione focale degli eventi che caratterizza la zona minuto per minuto. Perché qualora ci fosse un’ulteriore faglia a generarli, alcune dichiarazioni fatte dagli esperti cadrebbero inesorabilmente ( ci saranno molti eventi, ma sempre meno forti ndr).

E’ davvero normale che in un tale contesto sismogenetico si susseguano tanti eventi di forte intensità intervallati da lunghi momenti di pausa? Teoricamente no.

Già a seguito della M5.8 registrata lo scorso 29 maggio, oltre allo stesso giorno, l’evento non fu accompagnato da altre repliche intense successivamente, anzi tutt’altro: si è instaurata una sorta di pausa sismica di eventi più forti contornata da altri di debole-media intensità ( mai oltre il 3.0 ).

Ieri poi la doccia fredda, anticipata da una sventagliata sismica caratterizzata da M2.8 / M3.4 / M3.8 che , come detto nel precedente articolo, avrebbe potuto in qualche modo fungere da precursore sismico.

E invece anche oggi ( almeno fino alle ore 19:08 ),  sembra che nulla ieri sera sia accaduto. Le scosse hanno ripreso ad attestarsi su valori di 2.2<Ml<3.0 come se le repliche fossero già avvenute in un brevissimo lasso di tempo ( e così, teoricamente, non dovrebbe essere ).

Per cui riportiamo alla domanda del titolo iniziale: certezza o variabile impazzita? A Madre Natura l’ardua sentenza. 

Brando Trionfera mpi end bis

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