Vulcanologia
LE GRANDI ERUZIONI del passato (parte 2): L'anno senza Estate
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- Categoria principale: Scienze Naturali
- Categoria: Vulcanologia
- Pubblicato 30 Novembre -0001
- Scritto da Luca De Feo
Dopo aver analizzato nel precedente articolo la disastrosa eruzione del Krakatoa, proseguiamo nei nostri reportage circa le grandi eruzioni del passato. Per farlo non ci occorre andare molto lontano dato che la prossima tappa è nell'isola di Sumbawa, sempre in Indonesia.
L'anno 1816 è ricordato da tutti gli storici del mondo come "l'anno senza estate" a causa delle gravi carestie, del gran gelo e dei molti decessi a causa di quest'ultimo, oltre che la perdita di numerosi raccolti che colpirono molte zone del pianeta, tra cui anche l'Europa.
Ma solo in seguito si scoprì che la causa di tutto questo era stata l'esplosione del vulcano Tambora in Indonesia l'anno precedente, il 1815. Fu un eruzione apocalittica, 10 volte più disastrosa di quella già leggendaria del Krakatoa nel 1883, che spezzò oltre 90.000 vite.
L'eruzione avvenne tra il 5 e il 15 Aprile (con apice l'11 Aprile) del 1815 con colonne di ceneri e gas alte fino a 40 km. L'enorme pressione sul domo vulcanico che si è creata nel corso dei secoli di inattività improvvisamente saltò in aria, con potenza devastante.
L'eruzione ebbe la potenza di 52mila bombe atomiche di Hiroshima e l'eruzione è classificata come grado 7 della scala VEI (eruzione ultra pliniana, super-colossale) e il materiale emesso dal vulcano fu pari a 150 km3.
Ci fu anche un devastante flusso piroclastico che distrusse tutta al vegetazione nel raggio di 20 km attorno al vulcano. Dai dati arrivati fino a noi oggi circa quell'eruzione si parla di truppe brittaniche che udirono rumori assordanti simili a cannonate e inviarono una flotta sulla zona temendo vi fosse un attacco in corso; in realtà era il vulcano che si preparava alla più devastante eruzione mai registrata dall'uomo almeno dalla fine dell'ultima glaciazione.
La quantità di polveri proiettata in atmosfera fu talmente elevata che a distanza di qualche anno le imbarcazioni che passavano per la zona notavano ancora chiazze di cenere galleggianti sulla superficie marina.
Vista dall'alto del vulcano Tambora, prima dell'eruzione del 1815 era alto 4100 metri con la classica forma a monte. Dopo l'eruzione la montagna appare "mozzata" con l'altezza che si è ridotta a 2800 metri, ben 1300 metri polverizzati in un' esplosione di dimensioni immani.
Il dato dei morti comprende sia quelli che persero la vita a causa dei danni diretti del vulcano, sia per gli tsunami che lo seguirono e per le numerose carestie.
A causa degli effetti sul clima (diminuzione temeprature globali di circa 0,7°C) fonti parlano di nevicate a New York nel mese di Giugno.
Sempre il Tambora nella sua maestosità.
Luca De Feo{jacomment on}
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