Vulcanologia
Le cinque TERRIBILI conseguenze dell'eruzione del TAMBORA
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- Categoria: Vulcanologia
- Pubblicato 23 Aprile 2015
- Scritto da Rinaldo Cilli
La scorsa settimana è caduto il duecentesimo anniversario della più violenta eruzione vulcanica che la storia umana ricordi. Il 10 Aprile 1815 il vulcano Tambora ha gettato cenere fino ad un'altezza di 30 km. Il Sumbawa Island, che è un vulcano, venne letteralmente sommerso da oltre 50 cm di cenere! Cinque giorni più tardi il cielo si tinse di nero, il sole venne oscurato per un paio di giorni.
Scopriamo le cinque terribili conseguenze che questa eruzione ha avuto sul nostro Pianeta:
1) A causa dell'eruzione e della conseguente contaminazione delle fonti idriche si ebbe un cattivo raccolto, fame, malattie proprio vicino al vulcano. Morirono circa 90.000 persone.
2) Un enorme nube di cenere ha oscurato il Sole: Storie del tempo riferiscono che la luce solare fu così debole che fu possibile osservare le macchie solari ad occhio nudo!!
3) Brusco crollo delle temperature globali: i gas e le polveri disperse nell'atmosfera furono suffiecienti ad assorbire la luce solare per ridurre la temperatura media di circa 1°C.
In alcune regioni il calo si presentò anche più importante, non per questo il 1816 viene da tutti ricordato come l'anno senza Estate. Ad esempio, nel New England e su parte del Canada orientale nevicò in pieno Giugno (ben 30 cm di neve in Quebec, mentre a Luglio l'acqua gelò a causa di valori termici sotto lo zero!
4) Bassi regimi pluviometrici: In India la stagione dei monsoni non è comparsa per almeno due anni. In Cina invece le precipitazioni erano troppo abbondanti; ad esempio, nella provincia dello Yunnan, i campi di riso vennero distrutti dalle inondazioni e dai venti freddi. In Irlanda piovve continuamente, con pochissime soste, per ben otto settimane!
5) Le malattie si diffosero a macchia d'olio: sul territorio della moderna India scoppiò una vera e propria epidemia di colera. Secondo alcuni esperti l'epidemia si verificò a causa di una grave e prolungata siccità, seguita successivamente da forti piogge.
Questo ha portato allo sviluppo di un nuovo ceppo mutageno di colera. Si ritiene che l'epidemia raggiunse anche Mosca.
Non mancano neppure focolai di febbre tifoide, associata alla mancanza di cibo, causata dai cambiamenti climatici. Nel 1816 migliaia di persone morirono di tifo in Irlanda, l'epidemia si diffuse poi dalle Isole Britanniche a tutto il Continente europeo, ove fame e malattia uccisero fino a 200.000 persone.
Rinaldo Cilli
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