Vulcanologia
Tutto quello che c'è da sapere sui vulcani (parte 4): FORME DEGLI EDIFICI VULCANICI E VULCANESIMO SECONDARIO
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- Categoria principale: Scienze Naturali
- Categoria: Vulcanologia
- Pubblicato 30 Agosto 2013
- Scritto da Luca De Feo
Col passare del tempo e il succedersi delle eruzioni, il materiale eruttato dal vulcano si accumula intorno al punto di fuoriuscita del magma formando così l’edificio vulcanico. I tipi di edifici vulcanici esistenti sono al momento 4 e dipendono dal tipo di lava eruttata e da come questa risale dal condotto vulcanico.
VULCANI A SCUDO: Sono gli edifici che indicano chiaramente la presenza di eruzioni prevalentemente effusive con colate laviche estese a piatte sui pendii del vulcano. Hanno cratere molto ampio e fianchi poco ripidi.
STRATO-VULCANI: Questi tipi di vulcani alternano eruzioni esplosive con espulsione di bombe vulcaniche, ceneri e lapilli a eruzioni effusive con colate laviche. Per questo il loro edificio risulta stratificato da diversi tipi di materiale piroclastico. Esempio di strato-vulcano è il Vesuvio.
CALDERE: Le caldere sono il risultato di ciò che rimane di un’eruzione violentissima, al punto di disintegrare tutto l’edificio vulcanico e far sprofondare il cono vulcanico. Ne rimane quindi una conca che può divenire ospite di un lago.
CONI DI SCORIE: A causa di un’eruzione esplosiva scorie di diversa composizione si depositano alla base del condotto vulcanico che accumulandosi formano un cono di dimensioni esigue e con ripidi pendii.
FORME DI VULCANESIMO SECONDARIO
Oltre alle eruzioni che sono l’attività principale di un vulcano, vi possono essere diverse attività secondarie nell’area vulcanica che possono essere strettamente collegate alle eruzioni come invece essere il risultato di un antico vulcano ormai estinto. Citeremo qui descrivendo in modo sintetico quali sono le principali attività secondarie.
Il più famoso è senz’altro il geyser (molto diffuso in Islanda), prodotto dal contatto di acqua sotterranea con gas e vapori caldissimi presenti a tali profondità. Nonostante la temperatura sia superiore a 100°C l’acqua si presenta in tale forma a causa della pressione esercitata dall’acqua e dal materiale soprastante. E’ sufficiente quindi una diminuzione anche leggera della pressione per far si che tale vapore acqueo riesca a risalire dalle fenditure del terreno e formare un fortissimo getto di vapore con altezza che può raggiungere anche i 100 metri di altezza.
Abbiamo poi i soffioni boraciferi che sono emissioni di vapore acqueo ad altissima temperatura contenente altri gas. Questo fenomeno viene ormai usato di frequente come centrale per produzione di energia elettrica. In Italia un esempio è la zona di Larderello in Toscana.
Il funzionamento di queste centrali chiamate geotermoelettriche si basa sul reperimento di vapore acqueo ad altissima temperatura dal sottosuolo tramite perforazioni. Tale vapore viene immesso in turbine a bassa pressione nelle quali viene fatto espandere e successivamente fatto condensare in torri di condensazione e immesso nuovamente nel terreno per subire un successivo processo di evaporazione naturale. Col passare degli anni, però, la capacità geotermica del terreno è andata gradualmente affievolendosi e solo ora sono state adottate tecniche di rifertilizzazione della zona geotermica seppur con costi piuttosto elevati.
Altre forme di vulcanesimo secondario sono quelle delle solfatare, esalazioni ad alta temperatura di acido solfidrico e vapore acqueo, e le sorgenti termali fonti di calore di vulcani ormai estinti, ma che hanno lasciato in eredità calore anomalo nel sottosuolo.
PARTE 5 : INDICE DI ESPLOSIVITA' VULCANICA.
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