Vulcanologia
Tutto quello che c'è da sapere sui vulcani (parte2): LA TETTONICA A PLACCHE
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- Categoria principale: Scienze Naturali
- Categoria: Vulcanologia
- Pubblicato 27 Agosto 2013
- Scritto da Luca De Feo
La litosfera però non si presenta come un unico grande "involucro" che racchiude l’intero globo, ma bensì è suddiviso in vari blocchi chiamati placche, come i pezzi di un puzzle. Ebbene i geologi studiando il comportamento e la localizzazione dei terremoti sono stati in grado di individuare i confini di tali placche e apprenderne il comportamento. Esse muovendosi provocano interazione tra di loro nei bordi, mentre presentano un comportamento generalmente più tranquillo al loro interno.
Oggi questo insieme di principi e studi è racchiuso nella tettonica a placche che studia appunto questi fenomeni e da qui la distribuzione di vulcani e terremoti. Ad oggi sono state individuate nel pianeta sette grandi placche(rappresentate nella figura sotto) le quali possono essere anche composte sia da litosfera continentale che litosfera oceanica.
Ai bordi di tali placche possiamo avere sostanzialmente 3 tipi di fenomeni:
Se due o più placche tendono ad allontanarsi tra di loro siamo in presenza di margini costruttivi, che portano alla formazione di nuova litosfera a causa della risalita di magma dall’astenosfera che solidifica in superficie.
Se due o più placche tendono invece ad avvicinarsi cioè ad andare in collisione si è in presenza di margini distruttivi e qui la litosfera tende a consumarsi.
Può altresì presentarsi il caso in cui due placche siano in scorrimento tra di loro e qui la litosfera sostanzialmente non cambia la sua struttura (margini trascorrenti).
Nei margini costruttivi la litosfera accresce in quanto la spaccatura tra le due placche tende sempre di più ad allargarsi e a permettere la risalita di nuovo magma. E’ il caso dell’Oceano Atlantico formatosi dall’allontanamento dei blocchi continentali americani e europei; questo fenomeno porta un’espansione dei fondali oceanici. La dorsale atlantica infatti è causata da un inarcamento della crosta terrestre sollevata dal magma sottostante e la parte centrale dell’inarcamento è caratterizzata una forte spaccatura che penetra all’interno della crosta chiamata rift oceanico.
Una situazione simile, ma allo stato elementare, è quella del Mar Rosso a causa dell’allontanamento tra l’Africa e la penisola arabica. Tali punti di fratture, da dove nasce un nuovo oceano, sono conosciuti come rift continentali.
Nei margini distruttivi invece possiamo avere diversi effetti a seconda della natura della litosfera. Se a scontrarsi sono litosfera oceanica contro la litosfera continentale avviene il fenomeno della subduzione, di cui parleremo più avanti e che porta al restringimento degli oceani.
Se a scontrarsi sono placche composte da litosfera oceanica una delle due scivola sotto l’altra formando una fossa. Il magma che risale in superficie forma archi insulari, ossia una catena di isole vulcaniche disposte a ghirlanda.
Come ultimo caso possiamo avere lo scontro tra litosfere continentali, che entrambe leggere, portano la formazione di nuove catene montuose e sono caratterizzate da forte attività sismica. Nei margini trascorrenti invece abbiamo uno sfregamento tra i due blocchi della litosfera che portano a fenomeni sismici e assenza di vulcani.
Parte 3: STRUTTURA DEI VULCANI
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