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Una vista satellitare dei vulcani trova il legame tra deformazioni del suolo ed eruzioni
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- Pubblicato 04 Aprile 2014
- Scritto da Ali Dorate
Il satellite Sentinel 1A dell'ESA, lanciato il 3 aprile alle 23:02 italiane dalla base europea di Kourou, nella Guyana Francese, fornirà informazioni precise per capire terremoti e vulcani.
Esso permettera' il monitoraggio e la mappatura dei ghiacci Artici, la sorveglianza del mare, l'individuazione delle eventuali macchie di petrolio e l'identificazione delle navi, il monitoraggio dei movimenti del terreno con l'analisi dei relativi rischi, la mappatura delle foreste, delle acque e del suolo e l'acquisizione delle informazioni di supporto alla gestione delle crisi umanitarie, dei disastri, della sorveglianza del territorio. Inoltre consentirà di sviluppare un sistema meteo per tutti i vulcani, compresi quelli che sono remoti e inaccessibili.
Le deformazione dei vulcani è spesso causata da magma in movimento o pressurizzazione sotterranea. Il magma in salita verso la superficie potrebbe essere un segno di una eruzione imminente. D'altra parte, molti altri fattori influenzano la deformazione di un vulcano.
Il Dr. Juliet Biggs e i suoi colleghi della Scuola della Scienza della Terra, con i collaboratori del Cornell, Oxford, e la Southern Methodist University, hanno esaminato l'archivio di dati satellitari che coprono oltre 500 vulcani in tutto il mondo, molti dei quali sono stati sistematicamente osservati per oltre 18 anni.
Le nuove 'sentinelle' del pianeta offriranno la chiave per stabilire finalmente un legame tra le eruzioni vulcaniche e le deformazioni del suolo che avvengono lungo le placche tettoniche e le dorsali oceaniche.
"I satelliti radar sono perfetti per identificare i vulcani irrequieti su scala regionale e globale", ha osservato Biggs.
Il Radar satellitare (InSAR) è in grado di fornire mappe ad alta risoluzione di deformazione, consentendo l'individuazione di "instabilità" in molti vulcani. Tali dati satellitari sono spesso l'unica fonte di informazione per quei vulcani antichi o inaccessibili.
I ricercatori hanno applicato metodi statistici tradizionalmente utilizzati per i test diagnostici medici, e hanno scoperto che molti vulcani hanno modificato la loro forma quasi del 46%. Comparando questa con la percentuale molto elevata di vulcani non deformanti che non eruttano, che è quasi del 94 %, si ottiene un forte indicatore del potenziale eruttivo a lungo termine di un vulcano.
Il lavoro è stato co-finanziato dal Centro britannico per l'osservazione e Modellistica di terremoti, vulcani e Tettonica (COMET) e lo Streva, un consorzio di ricerca finalizzato alla ricerca di modi per ridurre le conseguenze negative dell'attività vulcanica sulle persone e i loro beni.
"Migliorare utilizzando le nuove tecnologie come queste è un primo passo importante nel fare meglio previsioni e preparazioni per le eruzioni vulcaniche", spiega il dottor Jenni Barclay (sempre del Comet). Il Co-autore il professor Willy Aspinall ha aggiunto: "Gli studi globali sulle deformazione dei vulcani utilizzando dati satellitari saranno sempre più utili per valutare la potenziale eruzione di vulcani, soprattutto nelle regioni con brevi annotazioni storiche o un monitoraggio convenzionale limitato".
Tuttavia, ci sono molti fattori e processi, alcuni osservabili ma altri no, che influenzano la deformazione dei vulcani. Ad esempio il tipo di roccia che forma il vulcano, le sue caratteristiche tettoniche e il tasso di alimentazione e la profondità di stoccaggio del magma. Così, la deformazione può avere implicazioni diverse per i diversi tipi di vulcani. Per i vulcani con cicli brevi di eruzione, il database temporale satellitare si estende tipicamente per episodi che comprendono sia la deformazione che l'eruzione, provocando una forte correlazione tra le due. Per i vulcani con cicli di eruzione lunghi, il database temporale satellitare tende a catturare sia le deformazioni o l'eruzione, ma raramente entrambi.
In passato, le immagini radar della maggior parte dei vulcani del mondo sono stati acquisiti solo poche volte l'anno.
Il professor Tim Wright, direttore della COMET, ha aggiunto: "Questo studio è particolarmente emozionante perché Sentinel-1 potrà presto darci osservazioni sistematiche degli alti e bassi ( deformazioni del suolo) di ogni vulcano sul pianeta per molti luoghi, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, questi dati potrebbero fornire l'unica avvertenza di un'eruzione imminente ".
Ali Dorate
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