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BATTERI marini per combattere le gravi infezioni. Ecco il nuovo STUDIO dell'Università di Copenaghen
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- Pubblicato 14 Gennaio 2014
- Scritto da Rinaldo Cilli
Le infezioni "aggressive", quelle più gravi e pericolose stanno divenendo sempre più frequenti in tutto il mondo. Negli Stati Uniti lo sviluppo di batteri resistenti è dilagante, tuttavia ci sono ancora uno svariato numero di infezioni al quale non si è ancora trovato un rimedio efficace.
I ricercatori dell'Università di Copenaghen hanno studiato una nuova forma di trattamento che consiste nell'utilizzare i batteri marini. I risultati della ricerca guidata dal team sono poi stati pubblicati su Plos One.
Gli strafilococchi hanno rappresentato per anni, sin dal 1940, un grosso problema per moltissimi ospedali di tutto il mondo; l'industria farmaceutica è stata in grado di sviluppare nuovi antibiotici per tenere il passo all'insorgere dei sempre più frequenti batteri "aggressivi", anche se tra il 1970 e il 2000 la produzione di farmaci subì un notevole rallentamento.
La nuova ricerca, effettuata in collaborazione tra l'Università di Copenaghen e l'Università Tecnica della Danimarca (DTU) si concentra soprattutto su una nuova forma di trattamento, la cosiddetta "terapia antivirus", che consiste nell'utilizzo di batteri marini in grado di produrre delle sostanze che inibiscano la diffusione degli strafilococchi.
Anita Nielsen riferisce che "i composti marini inibiscono efficacemente la capacità degli strafilococchi di produrre tossine e proteine mimetiche che impediscono al nostro sistema immunitario di reagire ad un'infezione. Allo stesso tempo i composti marini sembrano in grado di paralizzare il sistema di comunicazione che permette agli strafilococchi di attaccare il nostro organismo".
I ricercatori hanno analizzato i composti estratti dai batteri marini raccolti da tutto il mondo nella spedizione Galathea, che si è svolta dall'agosto del 2006 all'aprile del 2007. Un particolare composto, trovato nei pressi delle Isole Salomone, risulta di particolare interesse; si tratta del Solonamid B.
"Solonamid B inibisce la capacità degli strafilococchi di produrre varie tossine che distruggono le nostre cellule del sangue. I globuli bianchi, in particolare, sono estremamente importanti in questo contesto perchè partecipano alla lotta contro i batteri invasivi durante l'infezione. Quando Solonamid B viene aggiunta ai batteri, riduce la produzione di tossine in modo tale che solo un quinto dei globuli bianchi muoia all'attacco delle tossine degli strafilococchi", riferisce il prof. Hanne Ingmer.
Rinaldo Cilli
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