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Fukushima: al via l’estrazione delle barre radioattive, ma è dilemma lo smaltimento dell'acqua contaminata

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Al via la rimozione delle barre radioattive dalla centrale di Fukushima, ma è dilemma lo smaltimento dell'acqua contaminata.

fukushima 1Diverse sono le novità che giungono da Fukushima. Come sappiamo, le vere e proprie operazioni di messa in sicurezza e smantellamento della centrale nucleare giapponese sarebbero iniziate con l'estrazione delle 1533 barre di combustibile nucleare, 1331 delle quali sono consumate.

Dal 18 all 22 novembre sono state prelevate 22 barre non usate, che garantiscono una maggiore sicurezza; dal 26 novembre è invece iniziata l'estrazione di quelle usate, un'operazione molto complessa e mai svolta prima d'ora: non si conoscono infatti le possibili conseguenze di un minimo errore, che consiste nel solo urto accidentale di una barra con l'altra, errore che potrebbe, nella peggiore delle ipotesi, provocare una grande esplosione. Il combustibile verrà trasportato in una piscina comune molto grande: tale operazione si rende necessaria per liberare l'edificio da ogni materiale radioattivo, in modo che possa essere poi smantellato in sicurezza, e durerà circa un anno.

A preoccupare gli esperti è tuttora anche lo smaltimento dell'acqua radioattiva, che ammonta a circa 380 tonnellate. Per evitare che riprendano le reazioni nucleari, viene di continuo gettata acqua sul reattore, acqua che assorbe radiazioni e dunque si contamina; essa viene poi raccolta in dei grandi contenitori (attualmente ve ne sono un migliaio) e parzialmente decontaminata: parzialmente perché di fatto viene ridotta soltanto la quantità di cesio, l'elemento più radioattivo, lasciando invece elementi pur sempre pericolosi come il trizio e lo stronzio.

Tra le ipotesi prese in considerazione vi è quella di gettare l'acqua parzialmente contaminata nel Pacifico, formulata e proposta anche dall'Iaea (l'agenzia dell'Onu per l'energia nucleare), che proprio qualche giorno fa, il 6 dicembre, ha concluso una missione di sopralluogo a Fukushima. La situazione è molto delicata, in quanto si tratta di gettare quasi 400 tonnellate d'acqua, seppur in modo più contenuto, radioattiva (e solo in parte decontaminata) nell'Oceano, da aggiungersi alle 3-400 ulteriori tonnellate d'acqua contaminata che si stima trasudino dai sotterranei della centrale direttamente nel Pacifico.

Poiché la radioattività dell'acqua non si diluisce immediatamente nella vastità dell'Oceano, bensì viene assorbita anche dai pesci, essa resterà nella catena alimentare per decenni, se non per secoli. Per quanto si stimi che la merce ittica proveniente dal Giappone non comporti alcun rischio, è bene riflettere se è davvero il caso di acquistarla e mangiarla.

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Andrea Cecilia bis mpi end

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