Climatologia
Un recente studio evidenzia una riduzione del Buco dell'OZONO sopra l'Antartide
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- Categoria: Climatologia
- Pubblicato 01 Luglio 2016
- Scritto da Ali Dorate
Scoperto nel 1980, il buco di ozono nella fascia della Terra che si estende sopra l'Antartide ogni ottobre è un esempio iconico di come l'attività umana e la chimica atmosferica sono indissolubilmente legate.
Questo buco ha coperto una media di circa 18 milioni di km² nel settembre 1987 e si è allargato a quasi 25 milioni di km² nel settembre 2000, a causa di inquinanti industriali che distruggono l'ozono nella stratosfera. Lo strato di ozono protegge la superficie terrestre e le piante e gli animali che vivono su di essa dalle radiazioni ultraviolette dal sole.
Il Protocollo di Montreal nel 1987 ha obbligato i suoi 196 Paesi firmatari a ridurre ed eliminare la produzione e l'uso di sostanze che distruggono lo strato di ozono. In particolare i clorofluorocarburi (CFC), gas fluorurati utilizzati principalmente nel settore della refrigerazione (frigoriferi, congelatori e condizionatori d'aria) e gli aerosol. Queste sostanze hanno la particolarità di rimanere molto a lungo nell'atmosfera prima di diffondersi nella stratosfera.
Ora un team internazionale di scienziati ha osservato i primi chiari segnali che il buco di ozono nello strato antartico sta cominciando a chiudersi. Guidati dal professor Susan Solomon del Massachusetts Institute of Technology, il team ha scoperto che il buco dell'ozono a settembre si è ridotto di oltre 4 milioni di chilometri quadrati, una riduzione del 16% dal suo picco nel 2000.
Il gruppo ha anche mostrato per la prima volta che questo recupero ha rallentato leggermente, a volte, a causa degli effetti delle eruzioni vulcaniche di anno in anno. I satelliti della NASA hanno monitorato le concentrazioni di ozono dal 1970 e i ricercatori coinvolti nel nuovo studio hanno sfruttato tale database per indagare i cambiamenti nello strato di ozono ogni settembre dal 2000. Hanno anche guardato le misure dirette prese dai palloncini scientifici che trasportano gli strumenti nella stratosfera. Tra il 2000 e il 2015, i ricercatori hanno scoperto che non solo è il tasso di riduzione dell'ozono è diminuito ma che anche la dimensione annuale del buco si è ridotta.
Ogni anno il buco dell’ozono cresce a partire dal mese di agosto e raggiunge il suo picco in ottobre, per questo motivo le dimensioni misurate nel mese di settembre sono molto indicative. "Sia le nostre osservazioni che i modelli matematici concordano sul fatto che il buco dell’ozono si sta inesorabilmente chiudendo" ha puntualizzato Ryan Neely, docente di Scienza dell’Osservazione Atmosferica all’Università di Leeds.
Gli studiosi hanno preso in considerazione il ruolo giocato sullo strato di ozono da fattori naturali, come le eruzioni vulcaniche, ai quali si deve la grande variabilità osservata negli ultimi anni.
Ali Dorate
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