Astronomia
Le aurore di Saturno
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- Categoria principale: Scienze Naturali
- Categoria: Astronomia
- Pubblicato 16 Febbraio 2014
- Scritto da Giuseppe Petricca
Le osservazioni delle stupende aurore polari sono state fatte dalla sonda Cassini, in missione attorno a Saturno dal 2004, durante i mesi primaverili dello scorso anno. Combinando le stesse con delle immagini scattate dal telescopio spaziale Hubble, circa dello stesso periodo, è stato possibile studiare più da vicino questi fenomeni, che affascinano anche sul nostro pianeta.
L'immagine sopra (migliorata per evidenziare queste caratteristiche) mostra benissimo le aurore boreali del pianeta con gli anelli, per come sono state viste dal telescopio Hubble, in orbita alla Terra. Gli scienziati affermano che le aurore sono molto 'volubili' su Saturno: "[...]si può osservare per mesi e non ottenere nulla, ma in questo caso siamo stati davvero fortunati. Siamo stati in grado di ammirare piccole volute di luce che improvvisamente esplodevano lungo tutto l'arco delle aurore!"
Arrivati sin qui, penso proprio che sia il momento del video stesso, che potete trovare a questo link.
Nello stesso è possibile vedere le aurore da varie angolazioni, in vari momenti nel tempo e in varie lunghezze d'onda. Le immagini che avete potuto osservare sono principalmente nell'ultravioletto, una parte dello spettro elettromagnetico che le evidenzia in modo particolarmente ottimale per uno studio sulle stesse.
I colori predominanti nella luce visibile, tuttavia, sono il rosso alla base e il viola sulle loro propaggini superiori. A differenza, le aurore terrestri sono principalmente verdi alla base e rosse in cima. Questo perchè la composizione molecolare dominante delle atmosfere dei due pianeti è ovviamente differente. Nelle aurore terrestri prevalgono l'azoto e l'ossigeno, su Saturno invece, l'idrogeno.
Gli scienziati sono interessati nello studio di questi fenomeni sui giganti gassosi del nostro Sistema Solare, per approfondire la conoscenza del rapporto Sole-pianeti esterni, così come l'interazione dei campi magnetici molto intensi dei pianeti gassosi con i satelliti che orbitano a distanze ridotte con gli stessi, come le lune Mimas ed Encelado.
Concludo dicendo che anche nel nostro piccolo angolo di spazio c'è ancora molto da scoprire e da imparare, e questi studi non fanno altro che continuare a confermarcelo. Le immagini hanno i seguenti credits: NASA/JPL-Caltech/University of Colorado/Central Arizona College and NASA/ESA/University of Leicester and NASA/JPL-Caltech/University of Arizona/Lancaster University
Giuseppe Petricca - http://astronomiapraticapertutti.blogspot.com/
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