Meteo Storia Italia: eventi meteo rimasti negli annali
Un anno fa la tremenda piena dle fiume Tevere: racconto della mia esperienza
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- Pubblicato 13 Novembre 2013
Un anno fa, storica piena del fiume Tevere.
Quel che è accaduto un anno fa resterà per sempre nei ricordi degli abitanti di Roma e soprattutto di chi vive a ridosso del grande fiume, che attraversa in toto Lazio ed Umbria. Condizioni di marcata e prolungata instabilità su Toscana, Umbria e alto Lazio portarono quel giorno a una piena senza precedenti del fiume.
Tutto iniziò la sera dell'11 novembre, quando lungo una linea di convergenza dei venti (sia al suolo che in quota) si scontrarono aria MOLTO umida proveniente da Sud e aria MOLTO fresca proveniente da NW: il ragguardevole gradiente termico orizzontale e la presenza della convergenza stazionaria portarono, assieme ad altri fattori, alla genesi del sistema temporalesco autorigenerante più "incredibile" che abbia mai visto in tanti anni di osservazioni meteorologiche. Il temporale assunse dapprima la forma a V SHAPED, poi si ingrossò a tal punto da assumere la più rara e pericolosa forma ad U-SHAPE. Il mostro stazionò ESATTAMENTE nella stessa posizione per ben 30 ore: inutile accennare ai danni e ai disagi, qualcosa di incredibile, che mi sono trovato io stesso ad affrontare (la mattina del 12 novembre ero intento ad aggiornare QUESTO portale con articoli sul campo real time, ma ci costrinsero a sgomberare in gran fretta, costringendomi ad allontanarmi dalla mia abitazione di Tarquinia Lido). Affronteremo entro domani il discorso di ciò che è avvenuto tra Toscana e Orvieto, qualcosa che ha dell''incredibile e che personalmente non dimenticherò mai.
Due giorni seguenti, mercoledì 14, riesco ad arrivare a Roma: il tempo è sereno, la situazione relativamente tranquilla, le temperature alte e soprattutto, non c'è più alcuna traccia al satellite del mostro autorigenerante che ha gettato caos e fango in un'area gigantesca, grande 15 volte l'area metropolitana di Roma. I danni furono così ingenti che ancora oggi non tutto è tornato come allora, e in taluni punti è ancora in atto la ricostruzione.
A Roma in 72 ore sono caduti tra i 30 e i 50 mm di pioggia, molti, ma non troppi (una situazione alluvionale direttamente per la città di Roma fu quella del 28 ottobre 2008 con 100 mm medi sull'area urbana, oppure il più recente e triste 20 ottobre 2011, quando sull'area Sud sono caduti 170 mm in due ore, attuale record per l'area capitolina, molto, molto difficilmente replicabile nei prossimi 50-75 anni). Tuttavia il fiume è cresciuto a dismisura nel giro di un solo giorno: l'ondata di piena passa dai 7 metri di domenica 11 novembre ai 13 metri delle ore 12 del 14 novembre, superate le altezze di 12 dicembre 2008 (con alluvione a Roma Est, altezza di 12 metri e 30 ma ANIENE molto più alto ) e 3 dicembre 2010, con circa 12 metri e 70 centimetri, ma senza alluvioni nel comune di Roma, eccetto disagi contenuti.
Il fiume sale a vista d'occhio, con un aumento di 14 cm all'ora dopo le ore 12 del 13 novembre, superando i 13 metri e 50 cm alle 16 e causando danni immani a Nord della capitale, allagando sconfinate aree di campagna e interi paesi, come Pantano e Torrita Tiberina. Alle ore 19 l'ondata di piena, a cui assisto personalmente assieme ad amici colleghi e direttori di altre testate giornalistiche: raggiunta un'altezza di 14 metri e 15 centimetri. A Ponte Milvio il fiume sembra poter uscire fuori da un momento all'altro (il ponte era chiuso per precauzione, ma se fosse stato aperto, bastava allungare il braccio per toccare il fiume).
Allagati i campi da tennis dei vari circoli sportivi situati sulle sponde del Tevere, ormeggi dei barconi messi a dura prova, ovunque pezzi di muratura, barche, tronchi e interi alberi trascinati a valle dall'impressionante potenza del fiume, nero come la pece e terribile come la follia dell'uomo che, incontenibile, ha fatto nei precedenti decenni strage di zone boscose, strappando alla natura aree considerate ora ad altissimo rischio idrogeologico, e si sa che la natura, una volta tanto, riesce a farla sempre franca.
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