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Costa Concordia. Rischio ambientale alto, allo studio il recupero del relitto

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nave concordiaGROSSETO - “La priorità rimane il recupero di qualcuno che sia sempre in vita e successivamente, ma sempre prioritariamente, esiste anche l'emergenza ambientale''. Lo ha detto il capo dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, dopo la riunione dell'Unità di crisi a Grosseto. “L'ammiraglio Dell'Anna ha già iniziato, insieme all'armatore, a pensare il piano di recupero. Però - ha spiegato Gabrielli - se qualcuno pensa che quando sarà possibile operare il tutto si concluderà presto, nel giro di qualche giorno, ha sbagliato, ci vorranno giorni, a seconda delle condizioni meteo marine”.

EMERGENZA NAZIONALE. Il capo della Protezione civile ha ricordato che '”giovedì prossimo al consiglio dei ministri verrà riconosciuto lo stato di emergenza nazionale”. L’atto del governo “darà continuità –ha spiegato Gabrielli- a ciò che già stiamo facendo. Oltre allo sforzo della prefettura, della questura e degli organi preposti, voglio sottolineare anche l'interlocuzione importante con la società armatrice –ha concluso Gabrielli- che sta facendo di tutto per mettere a punto un piano di recupero del relitto”.

RIMOZIONE DEL CARBURANTE. Ci vorranno da due a cinque settimane per rimuovere tutto il combustibile ancora stivato nelle 21 cisterne della Concordia. Lo ha detto Max Iguera, che guida la divisione dedicata al settore rimorchio, salvataggio e riparazioni del gruppo genovese Cambiaso Risso, rappresentante italiano della Smit Salvage, incaricata di svuotare le cisterne. "Se tutte le variabili vanno al loro posto, le settimane per rimuovere il combustibile sono due; ma potrebbero aumentare fino a cinque o sei", ha spiegato Iguera.

Da valutare sono le modalità per rimuovere la nave: "Un'operazione di questo tipo -ha spiegato il tecnico- non è mai stata effettuata e potrebbe richiedere mesi. Al momento il contratto è per la rimozione del combustibile". La nave "pontone" Meloria, cioe' l'imbarcazione cui sara' affidata tutta la fase del montaggio ponte e compressori e per il preriscaldamento del combustibile, dovrebbe giungere al Giglio in serata.

MINISTRO CLINI. L'area interessata dal possibile rischio ambientale "dipende dalle correnti: sicuramente l'Isola del Giglio, probabilmente l'intero arcipelago, forse la costa. Dipende da come si muove il mare". A parlare del disastro ambientale che incombe sulla Costa Concordia è il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini che ha partecipato a un vertice in prefettura. 

Il ministro ha sottolineato come si stia "lavorando ininterrottamente dal momento del disastro senza copertura economica e più per un impegno di volontariato''. "I tagli della legge di stabilità del 2010 - ha detto Clini - fanno sì che siamo oggi a un impegno più di volontariato che a strutture ordinarie''.

Fonte http://www.tg1.rai.it/

Vincenzo Ficco mpi end

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