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L'angolo del direttore

Il prossimo Inverno? Sarà esattamente come deve essere

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Previsioni stagionali: tra cantonate dei centri ufficiali di calcolo e rivelazioni sensazionalistiche, una lotteria dagli esiti inevitabilmente imprevedibili.

Il-bianco-e-il-nero-tutto-il-grigio-della-meteorologiaVengono da lontano insinuando dubbi e curiosità nella mente delle persone. Seguono precise regole di marketing comunicativo, amplificate dai più grandi network internazionali del settore.

Fornite alla stampa che conta, raggiungono ogni angolo del mondo per poi essere riviste, corrette, amplificate o ridimensionate ad uso personale dai piccoli media locali.

Sono le "Previsioni Stagionali" e sono completamente inattendibili. False se di stampo personale, sempre errate se di fonte ufficiale.

Si ripetono con cadenza regolare sul finire delle stagioni in corso e aprono scenari per lo più suggestivi sul futuro, specialmente se si tratta della stagione invernale.

Se quelle ufficiali emesse dai principali centri mondiali di calcolo meteorologico sono, come da decenni di verifiche finali, "statisticamente inattendibili", quelle elaborate di volta in volta da singoli meteorologici di fama internazionale o da novelli scienziati di grido, sono rabberciati tentativi di attribuire a qualcuno, o anche ad uno solo delle centinaia dei parametri che regolano il "caos atmosferico", un valore talmente predominante, da imprimere precisi caratteri di severità alla stagione che sta per arrivare.

Così mentre la "sperimentazione" degli enti scientifici preposti, quali i vari CFS/NCEP, GSFC/NASA, NCAR e gli italianissimi LAMMA e IBIMET, espone gli appassionati a regolari delusioni di fine stagione, l'elucubrazione personalistica dei singoli novelli guru segue unicamente la logica di porsi all'attenzione del pubblico mondiale. Come per la pubblicità l'importante è raggiungere il target di utenza che ci si è prefissato e cosa c'è di meglio che un messaggio invitante e in linea coi desideri dei consumatori finali?

Preferibilmente le rivelazioni infondate giungono da lontano come detto in apertura di articolo, ad opera di esaltati meteorologi statunitensi (come non citare Joe Bastardi?), ormai divenuti folkloristici divi del piccolo schermo o da misconosciuti scienziati mitteleuropei catapultati nella notorietà.

Di volta in volta vengono scomodate le oscillazioni decadali o multidecadali di singoli indici climatici, l'attività solare, quella vulcanica, le anomalie di geopotenziale in quota e al suolo, le anomalie di temperatura della superficie degli oceani, la circolazione termoalina, el Niño, la Niña, la QBO, i raggi cosmici e perchè no le ultime carote di ghiaccio prelevate in Antartico. E chi più ne ha più ne metta.

Basti ricordare che nell'arco dei decenni, ben documentati dall'attuale archivio meteorologico mondiale, In Europa e nella fattispecie sul nostro Mediterraneo, abbiamo assistito ad inverni estremamente rigidi e nevosi o all'opposto di essi, sia che si fosse in presenza di minimo o massimo solare, di QBO negativa o positiva, di fase di el Niño o di Niña, in presenza o in assenza di Major Stratwarming, in presenza o in assenza di tripolo atlantico negativo, etc, etc, etc...

La statistica è ben documentata ed accessibile a chiunque, ma ancor di più, le recidive a cadenza regolare di annunci sensazionalistici sono divenute una banale e noiosa consuetudine, che non può di certo sfuggire persino ai più sbadati.

Ma si sa che il pubblico è bambino ed ama sognare, o in alternativa è tifoso e quindi per antonomasia acritico.

Eppure, anche chi abbia solamente un minimo di dimestichezza con questa materia, sa bene che come per il pesce, la previsione meteorologica dopo tre giorni puzza.

Quindi cosa dobbiamo aspettarci per la stagione fredda che ci apprestiamo ad affrontare?

Il prossimo Inverno? Sarà esattamente come deve essere.

Luciano Serangeli mpi end

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